Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Da oggi, tremila soldati presidieranno Roma, Milano, Napoli e varie altre città d’Italia...
• Presidieranno in che senso?
Nel senso che faranno la guardia ai consolati, alle ambasciate oppure ai Cpt (i Centri d’accoglienza per immigrati) oppure andranno di pattuglia con un poliziotto o un carabiniere. Non si ricorda? quel punto del decreto sicurezza approvato definitivamente la settimana scorsa che prevede la messa in strada di tremila soldati e il recupero di altrettanti poliziotti o carabinieri che torneranno, a loro volta, a combattere direttamente la criminalità invece che star fermi davanti al portone di una sede di rappresentanza straniera.
• Di che soldati si tratta?
Di carabinieri altamente specializzati, che hanno già operato all’estero. Quindi nessun ragazzo imberbe mandato a far la guerra ai mafiosi e, del resto, le ricordo che la leva obbligatoria da noi non c’è più e che quindi, quando si parla di “soldati”, ci si riferisce per definizione a dei professionisti. Invece l’altra volta – cioè tra il 1992 e il 1998 – quando si mandarono i soldati in Sicilia per fronteggiare l’emergenza mafia (erano appena stati ammazzati Falcone e Borsellino) si trattava effettivamente di ragazzi di leva, non professionisti e imberbi sul serio, e vi furono polemiche anche allora, centrate proprio su questo punto: mandate degli scolaretti in trincea? Andò invece molto bene, con 20 mila uomini permanentemente sul territorio e 150 mila militari messi in campo in sei anni, anche in quel caso con compiti di sorveglianza e di – come dire? – “deterrenza a vista”: per il solo fatto di star lì, il male intenzionato si asteneva, per lo meno in quel momento e in quel posto, dal fare quello che voleva fare. Fu un gran successo, la gente si affezionò ai ragazzi in divisa, insomma nessuno dei timori della vigilia si rivelò fondato. Avrà pure un qualche significato che delle tre organizzazioni criminali italiane la mafia sia oggi la più debole.
• Invece adesso?
Adesso i soldati sono solo tremila e tutti dicono che sono pochi. Poi c’è il problema “emergenza”: esiste davvero un’emergenza criminalità che giustifichi questo provvedimento? I numeri sembrerebbero dire di no: dati del ministero dell’Interno riferiti ai due semestri del 2007 mostrano che il complesso dei delitti (omicidi, rapine ecc.) è passato da 1 milione e 485 mila a 1 milione e 379 mila. Sono diminuiti gli ammazzamenti, i furti, le rapine, gli scippi, le estorsioni, persino le violenze sessuali. Ho qui i dati reato per reato, ma probabilmente la annoierebbero. In che consiste allora l’emergenza? Nel fatto che, nonostante i numeri, è aumentato il senso di insicurezza generale, cioè gli italiani non percepiscono questa diminuita attività malavitosa e sentono invece di essere in pericolo. Da che cosa deriva questa sensazione? Dalla crescita costante degli immigrati e dalla generale insicurezza economica. Le paure sono sempre imparentate tra loro e si alimentano a vicenda.
• Mettere i soldati in strada non aumenterà la sensazione d’emergenza?
E’ possibile. Le dico però che in Campania, dove il Genio è all’opera da gennaio e l’esercito ha presidiato le discariche a partire da quella di Pustarza, gli uomini in divisa hanno funzionato eccome. La Russa, il ministro della Difesa, non vuole poi che i tremila soldati operino sul serio come polizia, possono procedere a un arresto solo in flagranza di reato, cioè se qualcuno ruba o aggredisce sotto i loro occhi. Vuole che siano soprattutto visibili: è l’effetto deterrenza dei Vespri anni Novanta. Quindi andranno a piedi (senza eccezioni), in divisa d’ordinanza e arma corta. Tuta mimetica e mitra saranno obbligatori per chi viene messo a fare la guardia ai cosiddetti “siti sensibili”. Le pattuglie non saranno mai comandate dal militare, ma sempre dal poliziotto o dal carabiniere.
• Dove li mettono?
In nove città: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Catania, Padova, Palermo, Verona. Mille a pattugliare, mille a far la guardia, mille davanti ai Cpt (sparsi in 16 province). I sindaci li accolgono con pochissima simpatia. Alemanno, a Roma, ha detto che non vuole sentir parlare di pattugliamenti perché non intende dare l’immagine di una città militarizzata. Chiamparino a Torino idem. Benché sia allo studio l’idea di pattugliare il cosiddetto Tossic Park – uno dei più grandi supermercati della droga d’Italia –, il sindaco suggerisce di rimettere in servizio i poliziotti che fanno gli autisti o stanno inutilmente chiusi negli uffici. Chiamparino vuole la polizia locale, cioè il salto di qualità dei vigili urbani. Non ha torto. E hanno ragione anche i sindacati di polizia: con i 60 milioni che serviranno per questa operazione non si poteva comprare la benzina per le volanti a secco? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello sport 4/8/2008]
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