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 2008  agosto 04 Lunedì calendario

CASTELLUCCI

CASTELLUCCI Romeo Cesena (Cesena e Forlì) 1960. Regista. Diplomato in scenografia e pittura a Bologna, nel 1981 ha fondato la Socìetas Raffaello Sanzio • Tra i suoi ultimi lavori la Trilogia della Divina Commedia portata al Festival d’Avignone 2008: «Un immenso lenzuolo bianco e vischioso si srotola sopra le teste di duemila spettatori: a proteggerli o a catturarli per sempre a visioni di morte e stridore di ossa (vere) dell’Inferno scatenato nella Corte d’Onore del Palazzo dei Papi? Una grande lente mostra fiori e piante giganti che fluttuano: è ”solo” un incubo o la consolazione della fantasia per fuggire dallo choc della violenza familiare che nel Purgatorio ha colpito il bambino dietro le quinte – come nella tragedia greca – e noi (spettatori fuggono, uno grida ”vaff...”) nel buio del padiglione a Châteaublanc? Ci sono solo domande, nessun messaggio [...]» (Claudia Provvedini, ”Corriere della Sera” 17/7/2008) • «[...] ”Come tutti, ho cominciato a conoscere la Divina Commedia tra i banchi di scuola. Sin dall’inizio ho avuto un rapporto strano con quest’opera: ne ero terrorizzato, avvertivo la sua ”terribilità”, che cresce con il procedere dall’Inferno al Paradiso. Attraversando i suoi versi, i suoi personaggi, l’emozione diventa via via sempre più insostenibile” [...]» (Emilia Costantini, ”Corriere della Sera” 14/6/2008) • Nel 2008 ha partecipato a Drodesera Fies, manifestazione tra il Garda e Rovereto che aveva per tema ”Noi siamo una famiglia”: «[...] sua figlia Teodora ha ripreso col gruppo Dewey Dell quel prezioso elle vide, in cui l’anno scorso dava vita a un gallo rosso prima del piumato scorpione bianco della sorella Agata per le musiche del fratello Demetrio. E tutt’e tre si ritrovano nel nuovo Kin Keen King, dove torna l’animalità in trasformazione dei soggetti ancora in fase di studio con gran cura dello spazio scenico. Ma le grandi attese erano puntate sulla performance finale della Socìetas Raffaello Sanzio, annunciata dal padre Romeo col titolo ambizioso di Storia contemporanea dell’Africa vol. III, conclusa con un gran colpo di teatro. Gli spettatori vengono chiamati all’ultimo piano del maniero in una sorta di alta soffitta dove possono prendere posto sul parquet a pochi passi dal telo di fondo che ha al centro una circonferenza azzurra a cui si appoggia un attrezzo di plastica nero con un terminale oblungo teso fino alla parete. Romeo che è lì in abito da lavoro, senza trucco, fa entrare i suoi sei figli, che lo guardano senza espressione, in silenzio, assume qualcosa per bocca, cade a terra, i ragazzi lo infilano in un lungo contenitore di stoffa, subito riversato nel misterioso tubo che appoggia al muro. Pochi attimi e ne scende una pappetta biancastra mentre scatta una canzone pop americana. Un attimo e i ragazzi raggiungono la porta da cui sono entrati. Il sacrificio del padre è stato consumato, l’artista si è immolato, il pubblico esce in silenzio, esterrefatto» (Franco Quadri, ”la Repubblica” 4/8/2008) • Gli altri figli sono Cosma, Sebastiano ed Eva.