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 2008  novembre 23 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

E’ vero che il prezzo del petrolio è sceso, ma i pirati somali rischiano di farlo salire di nuovo perché con l’ultimo colpo hanno reso molto problematica la rotta più breve tra Oriente e Occidente: entrare nel Golfo di Aden, risalire il Mar Rosso, passare Suez, quindi il Mediterraneo, Gibilterra e il Pacifico verso l’America. Pirati ben armati, ben addestrati, ben protetti dalle autorità locali, a cui trasferiscono una parte dei guadagni, assaltano i mercantili in transito, li sequestrano e chiedono poi un riscatto all’armatore o al Paese di provenienza dell’imbarcazione. Hanno cominciato parecchi anni fa con le navi del Programma alimentare mondiale, ma lo scorso settembre hanno messo le mani su una nave russa che portava carri armati (ce l’hanno ancora) e il 15 novembre sono riusciti a catturare la superpetroliera Sirius Star da 335 metri che aveva a bordo due milioni di barili di petrolio (l’equivalente del consumo giornaliero della Francia) per un valore di 100 milioni di dollari. Quando i sequestratori hanno fatto sapere che per il riscatto bisognava pagare 25 milioni di dollari, il mondo ha capito che la pirateria ha cessato di essere un fenomeno fastidioso, ma marginale e forse persino un po’ folcloristico: a questo punto si tratta di un nemico vero, paragonabile ai terroristi di al-Qaeda o ai talebani. Lo scorso maggio i Lloyds di Londra hanno infatti riclassificato il Golfo come «zona di guerra», paragonabile, quanto a rischio (cioè quanto a premi assicurativi), all’Iraq.

Bisogna passare per forza di lì?
C’è anche la rotta di Vasco de Gama, scoperta nel 1498. In pratica: raggiungere il Pacifico facendo tutto il giro dell’Africa. Dopo il taglio di Suez, completato nel 1869, praticamente nessuno fa più la circumnavigazione. Il taglio venne considerato un passo avanti enorme sulla strada della civilizzazione del Pianeta, l’amicizia tra i popoli e tutte le altre belle cose. Verissimo. Questo fa capire bene che razza di salto all’indietro rappresentino adesso questi pirati. La compagnia marittima danese Moeller Maersk ha infatti già deciso di riprendere la rotta di Vasco de Gama. Ieri, ha annunciato l’abbandono di Suez anche il direttore generale della norvegese Odfjell. Tra qualche giorno dovrebbe accodarsi la Frontline Shipping che è la più grande compagnia al mondo per il trasporto del greggio. Il prezzo del trasporto salirà a questo punto di 500-700 mila dollari. Ma anche a voler insistere con Suez, ci sarà comunque un aumento sensibile dei premi assicurativi.

Come è possibile che questi pirati non si riescano a catturare?
Soltanto nei pochi mesi in cui le corti islamiche presero il potere in Somalia, gli attacchi cessarono: i fondamentalisti, implacabili, avevano messo sotto controllo sia la terra che il mare, e non si scappava. Ma adesso è una vera e propria industria, con base nel porto di Eyil, dove si trovano in questo momento sedici navi-ostaggio e circa trecento marinai. Le vecchie case dei pescatori sono state trasformate in locande, le donne cucinano, anziani e ragazzini fanno la guardia, i giovani sono arruolati nelle squadre di assalto (un centinaio). I pirati si fanno portare a bordo i contanti e qui hanno tutta l’attrezzatura per verificare che non si tratti di denaro falso e per contare, con le macchinette, le banconote. Poi il 20% del bottino va agli equipaggi, il 20 ai capi, un altro 30 serve per pagarsi le prossime spedizioni e far ridere le autorità locali, il 10 viene distribuito agli abitanti della città e quello che avanza viene investito, attraverso la diaspora somala, in attività lecite nel resto del mondo.

Attaccarli militarmente?
Nel Golfo di Aden incrociano navi da guerra di 15 nazioni, compresa l’Italia. I pirati le evitano andando a fare i loro colpi lontano. La Sirius Star è stata intercettata a 450 miglia al largo. Di solito l’armatore o il Paese di provenienza non vogliono che si intervenga militarmente. Adesso forse si sta pensando di far qualcosa perché ieri il portavoce dei sequestratori (hanno molta elettronica al loro servizio, telefoni satellitari eccetera) ha fatto sapere che a qualunque intervento militare i somali risponderanno armi in pugno.

Sono armati fino a questo punto?
Sì. Hanno molti soldi e trafficano in armi.

Non si può fare proprio niente?
L’Unione europea lancerà l’8 dicembre una missione anti-pirateria, cioè altre cinque o sei navi andranno ad incrociare al largo di Aden. Gli americani, benché la Sirius Star sia saudita e dunque per metà loro, non ci vogliono entrare. Hanno fatto sapere che il problema deve essere risolto da quelli che abitano da queste parti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/11/2008]

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