Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri a un certo punto le Borse venivano giù in un modo tale che il Papa ha improvvisato un discorso al Sinodo dei vescovi: «Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, che sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine. Lo ricordi chi costruisce solo sulle cose che sono visibili, come il successo, la carriera, i soldi. Solo la parola di Dio è una realtà solida».
• Potremmo dare una dimensione a questo crollo? Per esempio a Milano come è finita?
Meno 8 e 24%, peggio che dopo l’11 settembre. Per trovare un disastro simile bisogna risalire al 1987, quando un discorso di Craxi diede l’avvio a una lunga serie di capitomboli. Ma quella volta venivamo da un paio d’anni di rialzi. Stavolta non abbiamo rialzi alle spalle e, di fronte a noi, si minacciano piuttosto una serie non si sa quanto lunga di crolli e di fallimenti. Infatti è andato giù, finanziariamente parlando, tutto il mondo: Wall Street è in questo momento a -5, Londra a -7,85, Mosca e la Borsa del Brasile sono state chiuse per ore, la tempesta non ha risparmiato la Germania, la Francia, la Cechia, l’Islanda, il Benelux. Tokyo ha inaugurato la giornata con un -4,25. A Milano la metà dei titoli principali (cioè una ventina di azioni su quaranta) è stata sospesa per ribasso. Tra questi anche Intesa. Telecom è andata sotto l’euro. Il comportamento di Unicredit – che ha cominciato a esser trattata con un’ora di ritardo – risulta pressoché incomprensibile: è stata sospesa varie volte sia per eccesso di ribasso che di rialzo. Per esempio, alle 11.10 di ieri mattina perdeva il 10% e alle 11.26 è stata sospesa per eccesso di rialzo. In tutto il mondo si sono bruciati 1650 miliardi di capitalizzazione.
• Perché accade questo?
La gente non crede che gli interventi promessi serviranno a qualcosa. Si sta diffondendo la convinzione che le banche, anche le più importanti, sono in pericolo e che i soldi depositati nei conti correnti potrebbero sparire. una convinzione per certi aspetti del tutto irrazionale. Ma per altri aspetti si basa sulla consapevolezza, ormai diffusa e piuttosto inconfutabile, che le banche negli anni passati ne hanno combinate di tutti i colori, nell’indifferenza di tutti i governi del mondo di destra e di sinistra, scaraventando sul mercato tonnellate di carta igienica ribattezzata obbligazioni, iscrivendo a bilancio profitti solo numerici, ma facendosi poi pagare soldi veri per milioni di euro in stipendi e stock options. Adesso i ricchi piangono e il Papa invita a pregare. Un modo sconcertante per affrontare la crisi. La gente ci crede poco.
• L’Europa non sta un po’ meglio dell’America?
Il problema dell’Europa è che non ha un’autorità centrale in grado di prender decisioni veloci. La Bce governa la moneta, ma non sa nulla di quella quindicina di gruppi che dominano il continente. Non sa e non può sapere perché la vigilanza sulla stabilità è rimasta nelle mani dei governatori di ciascun Paese e ciascun Paese, a quanto sembra, difende la propria autonomia. Non c’è unità sul che fare, come si è visto nella riunione a Parigi del week-end. Berlusconi vorrebbe un fondo di garanzia sul modello americano, la Merkel no (i due si sono visti a cena ieri sera). La Merkel ha dichiarato che i depositi dei tedeschi saranno garantiti integralmente fino all’ultimo euro, gli inglesi hanno ufficialmente dubitato che alle parole della cancelliera possano seguire i fatti, cioè una vera legge. Si tratta di un impegno per più di mille miliardi di euro. Quante generazioni saranno eventualmente chiamate a pagare?
• Cos’è questa storia di garantire i depositi?
Se la sua banca salta per aria, lei rientrerà comunque dei soldi depositati grazie a un fondo costituito apposta. In Italia questo rimborso garantisce fino a 103 mila euro (dopo si perde tutto). All’estero è molto di meno. Gli irlandesi, irritati perché la Merkel aveva salvato una banca tedesca infischiandosene della loro filiale, hanno annunciato che garantiranno il cento per cento dei depositi nei loro istituti. Gli inglesi hanno subito spostato i loro soldi sulle banche di Dublino e anche i tedeschi hanno cominciatio qualche movimento perché a un tratto, domenica sera, la Merkel ha annunciato che pure lei garantiva. Ieri si sono messi a far lo stesso svedesi, danesi e islandesi. Berlusconi dice che lo faranno tutti. una buona notizia per i clienti, ma è una cattiva notizia dal punto di vista diplomatico: i paesi europei sono in guerra tra loro.
• Come finirà?
Tremonti dice che la smetteremo di far finanza e ricominceremo a produrre cose concrete. Prima però ci sarà da piangere parecchio. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/10/2008]
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