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 2008  ottobre 07 Martedì calendario

Sutter Aldo

• Imprenditore. «Un topolino tra gli elefanti. Che invece di essere schiacciato trova la sua strada, anche ”giocando” da alleato dei pachidermi. questa la storia di Sutter, il gruppo che ha inventato Emulsio, la prima cera liquida. Un’azienda di famiglia che da cinque generazioni si tramanda il testimone, da padre in figlio, senza mai mollare, capace, anche nei momenti più critici, di rialzarsi e ricominciare. ”La nostra storia? 150 anni di no alle multinazionali o al private equity” scherza il presidente Aldo Sutter [...] un secolo e mezzo di storia industriale, partita in Svizzera, a Oberhofen, con Adolf e l’aceto di mele, e diventata italiana (o meglio genovese) nel 1910 con il figlio Arthur e il lucido da scarpe Marga. Oggi i Sutter con lo stabilimento di Borghetto Borbera (Alessandria, dove sono concentrate produzione e ricerca) realizzano un giro d’affari di 70 milioni di euro (2008) dopo avere investito con ”più decisione” nel settore professionale, ”ospedali e imprese di pulizia, per intenderci – spiega Sutter – un mercato più piccolo rispetto al largo consumo, ma più ricco e tecnologico e con prodotti che le multinazionali non riescono a seguire”. del 2004, e proprio in questo settore, la partnership con Procter&Gamble, per lo sviluppo e la distribuzione in esclusiva dei marchi della multinazionale americana in Italia, Spagna e Portogallo. Oltre all’impresa i primogeniti Sutter si sono tramandati anche il nome. Oggi a capo di tutto c’è il quarantottenne Aldo (’doveva essere Adolf, ma visto il periodo hanno preferito Aldo”), figlio di Arturo che gli ha lasciato le redini solo dopo essersi assicurato delle sue capacità sul campo. E lui, l’erede, un Mba a Fontainebleau e 5 anni a Parigi come consulente del Boston consulting group, è entrato in azienda nel ”93, con una visione più internazionale e un forte piglio manageriale. E si è rimboccato le maniche per risollevare l’azienda appena uscita dalla crisi degli anni 70. Come primo obiettivo il ”raddoppio del fatturato” (centrato nel 2000) e poi la riduzione del debito. [...]» (Antonia Jacchia, ”Corriere della Sera” 7/10/2008).