Massimiliano Parente, Libero 7/10/2008, 7 ottobre 2008
Si scalpita non poco, nel bosco e nel sottobosco editoriale, tra esordienti incazzati, aspiranti esordienti, blogger che vogliono pubblicare, scrittori che aprono blog, mitomani che ti scrivono lettere tacciandoti di aver alluso a loro in quel tal articolo, editori in cerca di best-seller
Si scalpita non poco, nel bosco e nel sottobosco editoriale, tra esordienti incazzati, aspiranti esordienti, blogger che vogliono pubblicare, scrittori che aprono blog, mitomani che ti scrivono lettere tacciandoti di aver alluso a loro in quel tal articolo, editori in cerca di best-seller. Roberto D’Agostino trascura il pettegolezzo culturale perché impazzirebbe perfino lui: Mario Desiati che lascia la Mondadori e "Nuovi Argomenti" per passare alla Fandango di Baricco e Veronesi, i quali hanno a loro volta lasciato la Rizzoli e la Bompiani, che è stata a sua volta mandata a fanculo da me, che sono a mia volta odiato da ogni altro perché sono io e non un altro. il demi-monde del chiacchiericcio più astioso e dei livori più sotterranei e delle notizie ventilate durante le cene dei premi («Lo sai che Michele Rossi sta spremendo fuori un romanzo a Barbara Di Gregorio e a lei non le viene, ma lui insiste tormentandola perché devono contrastare il successo di Giordano?»), e giri incanagliti di aspiranti e scalpitanti ma che sembrano contare per altri più inaciditi ancora: il giro di Pierantozzi, il giro di Caterini, il giro di Colasanti. Paolo Repetti Io ne so sempre poco di tutto e quello che so cerco di dimenticarmelo per non immalinconirmi, così come non frequento mai i blog quando qualcuno mi dice «Hai visto cosa dicono di te?», e non so chi sia, per esempio, l’autrice o l’autore del romanzo Vampiretta (Fazi, pp. 248, euro 16), mi spiace per Massimo Onofri, che mi considera «meglio di Novella 2000». Si firma IB, la vampiretta, senza nessuna nota biografica, che non è il massimo del sex-appeal del mistero, almeno Melissa P ti lasciava in bilico sulla melissità, ma le due laconiche lettere cifrate sembrano messe apposta per chiedersi chi sia l’autore o l’autrice di Lara, ragazzina groupie che uccide gli scrittori facendogli pompini. Lara è una modaiola della narrativa a buon mercato, tratta Saviano come Michael Jackson, è un connubio felice tra Bridget Jones, Guia Soncini e Lorena Bobbit, e inizia uccidendo con un pompino, suo malgrado, il suo mito Niccolò Ammaniti ("Niccoloàmmaniti"), la stampa ne parla e lei non sa con chi confessarsi. «Sono una vampira del cazzo, proprio del cazzo. Con chi ne posso parlare?» A "Porta a porta" l’immancabile Vespa analizza il delitto con la ricostruzione della casa di Ammaniti, mentre Lara si domanda se i pezzi del plastico di Vespa sono sempre gli stessi, e quindi «il letto di un delitto viene usato come letto del delitto dopo?». Alessandro Piperno IL GIALLISTA E GLI EDITOR Inizia così l’avventura esilarante della coazione a ripetere del delitto orale, cosa che fanno con soave spontaneità tutti gli autori e critici italiani ma senza la spensieratezza ironica di Lara. La morte di Giuseppe Genna diventa, per metonimia, una parodia del giallista rivoluzionario fissato con i complotti, e mentre questi raggiunge l’orgasmo ultrapsichico la nostra vampiretta pensa «alla sua esplosione, a quelle bombe una dietro l’altra, a tutto quel casino e all’Italia intera che crolla, sparisce» insieme «al bambino Alfredino nel pozzo artesiano». Dentro c’è davvero il piccolo demi-monde editoriale italiano al completo, compaiono perfino Paola Gallo e Paolo Repetti della Einaudi, gli occhi troppo azzurri di Marco Cassini, gli occhi troppo neri di Roberto Calasso, gli occhi da cane di Giuseppe Culicchia, l’ufficio stampa Bompiani Valeria Frasca («Mi convocano per un colloquio. Stage all’ufficio stampa. La lettera è firmata Valeria Frasca. E chi è? Sarebbe un bel posto di lavoro quello che ha da propormi Valeria Frasca?»). Di Isabella Santacroce si rammarica: «Peccato che non sia un uomo, l’avrei volentieri uccisa». Vampiretta è scatenata, bacia, seduce, impara a memoria titoli di libri, si informa sulle riviste, sui blog, su Wikipedia, non manca una presentazione, mescola gossip colto e entusiasmi da ragazzina trepidante, le batte il cuore o lo fa battere a altri «come Giuseppe Culicchia con Piervittorio Tondelli», e infine succhia e uccide con gusto. Di incontro in incontro, al 36esimo capitolo Lara esulta, «perché al cesso del seminterrato, tra corse supersoniche e sparizioni all’ultimo istante, sono riuscita a fare un pompino anche allo scrittore Alessandro Piperno e uno allo scrittore Enrico Brizzi». Romanzetto rocambolesco, confezionato con maestria e senza sbavature, avvincente e utile nel definire l’inutile, perfino a sapere cosa dire nei salotti della fighetteria culturale overground e undeground. Massimiliano Parente Per esempio incontrando Nicola Lagioia basta citare «il dominio umano esercitato sulla terra attraverso i mezzi spirituali, dalle chiacchiere filosofiche e religiose fino alle chiacchiere al bar»; a Nick Hornby sarà sufficiente sussurrare «Sai che per merito tuo ho iniziato a leggere anche i libri per bambini e mi sono abbonata alla rivista letteraria The Believer? Sei più riuscito a far appassionare alla letteratura tuo figlio o ve la giocate ancora sulla questione Playstation?»; a Edoardo Nesi domandare «cosa si prendeva» durante la traduzione di Infinite Jest, se ha conosciuto David Foster Wallace, se «sputava tabacco nelle tazze da caffè». Per Lara tutto ciò di cui si parla è «un capolavoro», adora le classifiche, è una fashion victim della narrativa (infatti mancano Busi, manca Arbasino, manca Moresco, manco anche io, per fortuna), e nasconde uno sguardo troppo acuto e metaforico per essere ingenuo. LO PSEUDONIMO Difficile capire chi ci sia dietro lo pseudonimo IB, ma non può essere né Valeria Parrella, né Melissa P, né Babsi Jones, troppo simpatica. Che sia Nicola Lagioia, o meglio Veronica Raimo che, se è vera la mia ipotesi, ha ricambiato il favore scrivendo per Lagioia questo libro che lui ha firmato IB per fare credere sia ancora di Veronica, oppure è Giuseppe Genna, che ha scritto il suo miglior libro per far credere sia di Wu Ming? Chissà. Di certo IB è una scafata e spiritosa autrice, la più divertente della narrativa giovanilistica attuale, peccato non sia vero quello che scrive, soprattutto il genocidio orogenitale, ci saremmo tolti dalle palle il peggio della letteratura piaciona e come esilarante epitaffio ci terremmo ben stretta lei.