Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Si sente dire che il ministero della Pubblica Istruzione, dopo aver sostenuto che gli insegnanti meridionali non valgono gli insegnanti settentrionali, si accinge a introdurre la pagella dei professori...
• Non è uno scandalo?
Ma guardi che è tutto sbagliato. Il ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, è andata a parlare a Cortina e qui ha detto qualcosa a proposito della scuola del Sud che i giornali hanno riferito così: «Nel Sud alcuni istituti abbassano la qualita’ dell’istruzione. In Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata organizzeremo corsi intensivi per gli insegnanti’». Ricorderà che Bossi pochi giorni prima aveva detto che al Nord ci sono troppi insegnanti meridionali che abbassano, secondo lui, il livello dell’insegnamento. Era una fesseria, motivata oltre tutto da una ragione ridicola e cioè dal fatto che gli avevano bocciato il figlio. Sull’onda di queste prese di posizione abbastanza grottesche, la stampa ha creduto di interpretare le parole della Gelmini come un mettersi in coda al capo leghista. Ieri il ministro ha detto che i giornali hanno capito male («sostenere che gli insegnanti del Sud abbassano la qualità della scuola italiana è un’idiozia») e ha poi dato un’intervista chiarificatrice al Messaggero.
• E che ha detto?
Cito testualmente: «A Cortina ho parlato del divario tra Nord e Sud, un divario che va colmato. Ho sempre ritenuto che esistano bravi professori, sia al Nord che al Sud, ma il Mezzogiorno ha oggi un deficit strutturale e di progettualità certo non imputabile al corpo docente. Mi sono limitata a segnalare che la scuola nelle regioni meridionali è colpita da una grave crisi. Sfido chiunque a sostenere il contrario». In questo senso, il ministro non ha detto niente di nuovo. Esiste un’indagine Ocse (detta Ocse-Pisa) che ci colloca, quanto a livello di istruzione degli studenti, al 36° posto su 57. Ne abbiamo parlato diffusamente lo scorso 4 dicembre, quando il documento è stato reso noto. Quell’indagine – che si concentrava sulla mentalità scientifica (ma quando la fanno sulla capacità di lettura o sulla conoscenza della propria lingua i risultati non sono diversi) – metteva anche in evidenza che il nostro Nord era più o meno a livello europeo, e quelli che ci buttavano giù in classifica erano i risultati degli studenti meridionali. Ma le dirò di più: gli stessi concetti sono stati espressi, con grande allarme, anche dal governatore della Banca d’Italia. Nella relazione del 31 maggio 2007 Draghi disse a un certo punto che nelle graduatorie internazionali la nostra scuola sta in basso, e che il Nord andava meglio del Sud: al Sud – disse – si studia meno e si sa meno e questo saper meno, rispetto al Nord, cresce nei gradi scolastici successivi alla scuola elementare, al punto che «un quindicenne su cinque nel Mezzogiorno versa in una condizione di povertà di conoscenze, anticamera della povertà economica». Aspetti, prima di farmi la prossima domanda le completo il quadro. Abbiamo anche noi un istituto che si occupa di valutare il nostro sistema scolastico, che si chiama – in sigla – Invalsi (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e formazione). Questo istituto, nella sua ricerca del 2006-2007, conferma che il Nord va a scuola meglio del Sud e va sempre meglio man mano che si passa dalla prima elementare alle scuole superiori.
• Ma allora come mai il ministro se ne esce adesso con questa faccenda come se fosse un fatto nuovo?
Il ministro dice di voler innalzare il livello medio dell’insegnamento al Sud, unico modo, secondo lei, per innalzare il livello medio di tutta la scuola italiana. Non ha negato (ma neanche ammesso definitivamente) di avere in mente corsi di formazione per gli insegnanti in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata. Poi ha detto di voler dare premi in denaro ai professori più bravi. Infine ha confermato che intende mettere a punto un progetto per valutare i docenti, ha detto che ne sta parlando, appunto, con gli esperti dell’Invalsi.
• Queste sarebbero le pagelle ai prof. E come faranno?
Il modo più semplice è naturalmente quello di valutare la preparazione media degli alunni. Hanno fatto un test su 600 mila studenti e seimila scuole lo scorso 17 giugno. I risultati non si sanno ancora. Suppongo che la prima valutazione parta da lì.
• Perché fare un altro test se c’è già quell’indagine internazionale?
Non lo so. Suppongo che a questo Invalsi, voluto dodici anni fa dai pedagogisti del centrosinistra, si debba far fare qualcosa. Fabrizio Barca ha valutato che per avere un minimo di senso dovrebbe trasformarsi in un’Authority, avere 400 esperti e un budget da 20 milioni. Gli esperti - cioè i dipendenti - sono appena 48. E il budget è di soli sei milioni. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/8/2008]
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