Ettore Livini, la Repubblica 27/8/2008, pagina 7., 27 agosto 2008
MILANO
Il nome resterà lo stesso, Alitalia, ma per il resto l´identikit dell´aerolinea destinata a nascere (salvo sorprese) dalle ceneri del fallimento della vecchia Alitalia sarà del tutto nuovo. Sono nuovi i soci: il Tesoro uscirà di scena, gli azionisti attuali rimarranno con in mano carta straccia, come gli obbligazionisti, e la cloche passerà alla cordata della neonata Compagnia aerea italiana, un pool di imprenditori coordinati da Roberto Colaninno destinato con ogni probabilità a essere anche il maggior singolo azionista.
Cambierà in tempi brevi anche la flotta: la cura Prato ha già messo a terra una quarantina dei 157 aerei della compagnia. Il piano Fenice prevede un ulteriore taglio, mentre in tempi brevi verranno venduti e sostituiti con mezzi più nuovi e più economici i vecchi Md80 e i Boeing 737. Dopo la fusione sarà ridimensionata anche la flotta di Air One. Le carte riservate del progetto di Banca Intesa ridisegnano il sistema di collegamenti internazionali sulla base di un network senza hub (Fiumicino dovrebbe essere in questo senso un po´ declassata) fatto di una ragnatela di rotte punto a punto, con un parziale ritorno a Malpensa. A Milano rinasceranno alcune tratte intercontinentali per gli Usa, Buenos Aires, Caracas mentre per la Cina non sarebbero state prese ancora decisioni.
Il piombo nelle ali della nuova Alitalia, per una sorta di nemesi, rischia però di arrivare proprio dal quel passato da cui vorrebbe staccarsi. Il piano ad esempio prevede un organico inferiore di circa 5mila unità rispetto alla versione precedente. Ma altri tagli potrebbero spuntare nei business che rimarranno nella cosiddetta bad company portando il totale a 7mila. E resta da vedere come reagiranno i sindacati. Un´altra zeppa sono i potenziali ricorsi dei creditori contro la revisione della Marzano. I debiti verso i fornitori, le azioni e i bond resteranno infatti nella "società discarica". E saranno rimborsati pro-quota solo con i capitali che il Commissario ricaverà dalla vendita di asset. Cosa faranno i fondi esteri che hanno comprato obbligazioni contando sulla garanzia di un socio di controllo come il Tesoro? E i soci che avevano visto schizzare all´insù le azioni a marzo sulle promesse di una cordata italiana? Alcune associazioni dei consumatori hanno già preannunciato una class action. E in teoria un ricorso d´urgenza accettato da un tribunale potrebbe bloccare la vendita del ramo d´azienda sano di Alitalia. Con conseguenze a quel punto disastrose. Nella bad company rimarrà anche la richiesta danni da 1,25 miliardi della Sea per l´addio a Malpensa. E i tecnici degli scali milanesi sarebbero già al lavoro per tutelare i loro diritti.
Se tutto però filerà liscio, il primo passo della nuova Alitalia sarà quello di selezionare il partner internazionale. I canali aperti sono due: Air France e Lufthansa. Si tratterà però in prima battuta di un accordo commerciale e industriale su sinergie, acquisti comuni, rotte e collaborazioni sugli operativi. Accordi poi da consolidare con un´eventuale partnership azionaria. Air France è già legata ad Alitalia dalle intese di Skyteam. Il contratto però dovrebbe scadere in un anno e quindi la Magliana ha le mani abbastanza libere per liberarsi da questi vincoli senza penali troppo onerose.
Ettore Livini
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ROMA - Si chiama Compagnia Aerea Italiana la società che nei prossimi giorni acquisirà la polpa di Alitalia lasciando alla bad company debiti e personale in esubero.
Il governo e l´advisor Intesa-Sanpaolo stanno accelerando il piano di rilancio della compagnia di bandiera: ieri a Palazzo Chigi il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti, quello dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, dei Trasporti, Altero Matteoli, hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. Sul tavolo il dossier Alitalia e il decreto ad hoc che domani potrebbe riformare la legge Marzano consentendo così la separazione in due pezzi di Alitalia. E venerdì, sull´onda delle norme approvate dal Consiglio dei ministri, il cda della Magliana dovrebbe approvare la semestrale, la probabile dichiarazione di insolvenza e la richiesta di accesso alla nuova procedura di salvataggio. Il nome che circola ormai con insistenza per la poltrona di commissario straordinario della bad company è quello dell´ex ministro Augusto Fantozzi.
Nel frattempo i vertici di Intesa vedranno a Parigi quelli di Air France. I dirigenti valuteranno i margini per una partnership industriale che, al momento, escluderebbe incroci azionari. Anche perché nel mirino dell´advisor resta un altro possibile alleato, Lufthansa, con cui proseguono i contatti avviati nelle scorse settimane. Domani il cda di Air France-Klm ascolterà dalla voce di Spinetta gli sviluppi e le proposte da portare al governo austriaco per l´altra compagnia europea in vendita, Austrian Airlines. Nel corso della riunione il board, con molta probabilità, sarà informato della nuova proposta italiana, 120 giorni dopo il fallimento della precedente trattativa.
Dal fronte della cordata invece, i giochi sembrano fatti. Sono infatti sedici i primi soci che hanno sottoscritto quote paritetiche (e simboliche pari a poche migliaia di euro) nella società Cai: Roberto Colaninno attraverso Immsi sarà il presidente della newco. Nella cordata ci sono i Benetton con Atlantia, i gruppi Aponte, Riva, Fratini (per mezzo di Fingen), Ligresti (con Fonsai), Equinox, Clessidra, Toto, Fossati (Findim), Marcegaglia, Caltagirone Bellavista (Acqua Marcia), Gavio (Argo). Presenti anche Davide Maccagnani (Macca), Tronchetti Provera e Intesa-Sanpaolo. Rocco Sabelli è l´amministratore unico di Compagnia Aerea Italiana. A giorni la società si trasformerà in spa, e anche in questo caso con il cda presieduto da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli nel ruolo di amministratore delegato.
Resta da vedere quale sarà la reazione dei lavoratori. I sindacati da diverse ore hanno sintonizzato le antenne sulle mosse del governo. Dai piloti, in particolare, arriva una generica disponibilità a rivedere il contratto di lavoro ma non al costo di adeguamenti al ribasso degli stipendi. Secondo le indiscrezioni, infatti, il piano "Fenice" prevederebbe un adeguamento dei contratti dei piloti al livello di quelli in vigore in Air One. «Il contratto di Air One - dice Fabio Berti leader dell´Anpac - è uno dei peggiori del mondo e il peggiore d´Europa e non può essere il nostro riferimento. Il nostro riferimento dovrà essere l´Europa». «Il confronto è necessario - aggiunge Marco Veneziani della Uil Trasporti - ma il contratto Alitalia è già molto produttivo e dal punto di vista delle retribuzioni è inferiore del 30% rispetto alla media Ue». Infine anche l´Unione piloti conferma la disponibilità alla trattativa e al confronto ma a patto che questo «sia funzionale al rilancio di Alitalia».
Lucio Cillis