Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Diecimila persone o forse ventimila o forse centomila ieri sera a piazza Navona per gridare contro Berlusconi, contro Veltroni, contro Napolitano e anche contro Schifani e Fini, tutti uniti, ad onta delle diverse parti che devono recitare in commedia, per bloccare i giudici, vivere nell’impunità, far strame della Costituzione, spingere il Paese verso una dittatura dolce eccetera eccetera. Stiamo facendo cronaca, naturalmente, e non riferendo il nostro pensiero. La più dura è stata Sabina Guzzanti. Ha detto, rivolgendosi direttamente a Berlusconi e insultando la Carfagna: «Tu non puoi mettere alle Pari Opportunità una che sta lì perché ti ha succhiato l’uccello. Non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari Opportunità perché è uno sfregio». Non sappiamo quali documenti abbia in mano la Guzzanti per dire quello che dice, ma in ogni caso... Grillo ha fatto uno show telefonico, molto divertente e applaudito.
• Che ha detto?
Ha sparato al bersaglio grosso, cioè il presidente della Repubblica. Infatti attaccando o insultando Berlusconi non si fa ormai più impressione a nessuno. Invece Napolitano, da questo punto di vista, è vergine. Lei sa che la manifestazione (“anti-Cav”) è stata organizzata da quelli di Micromega – una rivista del gruppo Espresso radicalmente avversa a Berlusconi e radicalmente schierata con i giudici qualunque cosa facciano – per protestare contro le manovre di Berlusconi: il Cav sta facendo passare a tutta velocità il lodo Alfano, che tiene immune dai processi le prime quattro cariche dello Stato, e potrà così togliere l’emendamento salva-provessi dal decreto sicurezza. Sostanzialmente d’accordo con l’opposizione: infatti si discuterà prima questo lodo Alfano, che sarà approvato entro venerdì, e solo dopo – cioè lunedì prossimo – si passerà al decreto sicurezza. Tutto questo è visto da quelli di Micromega come «un pacchetto di vergogne». Grillo ha telefonato dicendo subito che non si può tenere Napolitano fuori dal bombardamento: «Quando a Chiaiano c’erano le cariche della polizia lui era a Capri che festeggiava con due inquisiti, Bassolino e la moglie di Mastella». Lei sa che per quelli di Micromega, per Grillo, e per Di Pietro (che però s’è dissociato dall’attacco a Napolitano) essere inquisiti equivale a essere condannati.
• Di Pietro ha parlato?
Durissimo e applauditissimo, il vero protagonista della manifestazione. Tra l’altro ha gridato: «Quelle del governo sono le stesse proposte della P2!». La P2 era una loggia massonica capeggiata da Licio Gelli e con mire golpiste che aveva tra i suoi iscritti anche Berlusconi. Berlusconi, dal Giappone, però, ha fatto spallucce. Sa, infatti, che vincerà questa guerra ai giudici e che il problema è soprattutto di Veltroni.
• In che senso?
E’ Veltroni che ha dato inizio alla stagione del dialogo col Cavaliere, già prima delle elezioni, ed è Veltroni che ha espulso dalla sinistra le frange estreme, quelle che fecero impazzire Prodi, rifiutandosi di formare cartelli elettorali. Ora quel disegno viene attaccato frontalmente: girotondisti, dipietristi ed estremisti di sinistra vari (gli ex arcobaleni) hanno fatto fronte comune cercando uno spazio che il consenso popolare di cui gode Berlusconi gli ha obiettivamente tolto. Senonché, se pure stanno trovando uno spazio, lo stanno trovando a beneficio del solo Di Pietro, l’unico che ha l’aria di fare sul serio l’opposizione a Berlusconi. Di Pietro, cioè un uomo profondamente di destra e che, se non ci fosse Berlusconi, starebbe a destra, sta catalizzando i consensi di tutta la sinistra estrema, al punto che un uomo avvertito come Diliberto ieri ha potuto dire: «ormai non c’è che Di Pietro» senza rendersi conto dell’enormità che stava pronunciando.
• Ma quanti consensi potrà mai raccogliere Di Pietro, a questo modo?
Contando che è entrato in Parlamento più o meno col 5%, adesso potrà essere al 7 o all’8 e magari potrà arrivare anche al 10. Ma questo basterà a rovesciare Berlusconi? Il voto prima e i sondaggi poi hanno detto chiaramente che gli italiani sono stufi degli scontri frontali e che non vogliono guerre civili. Pensando a questo, si direbbe che Veltroni ha fatto bene a disertare la manifestazione di ieri. Gli si può forse rimproverare una sola cosa.
• Quale?
L’aver disertato piazza Navona senza dire con chiarezza che anche il Pd considera quello della giustizia un problema: i giudici star, i giudici che giocano con le intercettazioni, i giudici che arrestano sapendo già di essere incompetenti sono già stati stigmatizzati dal Partito democratico nella legislatura precedente. Veltroni e la gran parte del Pd pensa questo, ma non osa dirlo. E questo – vergognarsi di ciò che si pensa – è un modo sicuro di continuare a perdere. [Giorgio Dell’Arti, gazzetta dello Sport 9/7/2008]
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