Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ferragosto sarebbe più o meno una festa di metà anno. Ma in realtà è un capodanno: le scuole e la serie A iniziano tra poco, arriva la finanziaria e, nell’autunno di questo 2010, ci saranno parecchi consigli d’amministrazione importanti, specialmente quelli della Fiat che deve avviare lo splitting e decidere che cosa fare del suo insediamento in Italia. Mettiamoci la crisi economica, le difficoltà del governo, il riscaldamento globale, il campionato senza Mourinho e Balotelli…
• Tutto questo per dire che varrebbe la pena fare qualche previsione.
A questi inviti io rispondo sempre di sì, sapendo che i lettori saranno indulgenti col profeta che sbaglia. Intanto, per premunirmi, sono andato a vedere che cosa ci siamo detti nei Ferragosti passati. Niente di meglio che parlare del futuro appoggiandosi al passato.
• L’anno scorso, per esempio…?
«Le statistiche fanno sapere che il numero di italiani in vacanza è sceso del 15% e che i turisti staranno attenti e spenderanno il 20% in meno. Nonostante le grida di gioia per l’aumento del pil in Francia e Germania le borse calano, la disoccupazione aumenta». Beh, era il 2009, ma sembra il 2010. Negli ultimi giorni la Borsa è andata giù, i giornali di ieri e dell’altroieri sono pieni dei grandi successi della ripresa in Germania con un pil valutato a un +2,5%, noi stessi, qualche giorno fa, abbiamo discusso sull’ennesimo calo dei turisti, i dati sulla disoccupazione sono molto preoccupanti soprattutto negli Stati Uniti. Siamo cioè sempre allo stesso punto. Nel Ferragosto 2008 c’era stato un forte attacco di Famiglia Cristiana al governo Berlusconi (ce n’è stato un altro, all’intera classe politica, qualche giorno fa: si vede che in questo periodo quel settimanale fa molto marketing). Nel Ferragosto 2007 eravamo di nuovo alle prese con un aumento dei prezzi delle materie prime, specie del grano. Ragionavamo sui dati che venivano catapultati sulle scrivanie dei giornali in quel momento, e facevamo male. Nel 2008 e nel 2009 i prezzi del grano sono stati talmente bassi che molti produttori si sono rifiutati di vendere il raccolto e hanno adesso i magazzini pieni (quindi, il prossimo autunno, nonostante gli incendi russi, il prezzo di pane e pasta non dovrebbe aumentare). Ci tengo a far sapere che i giornali, per la smania di far titoli, ragionano sempre su cifre e percentuali che sono solo approssimazioni, che vengono poi corrette man mano che ci si distanzia dal trimestre o dal semestre preso in considerazione e che diventano esatte quando non interessano più a nessuno. Vale per tutte le cifre, comprese quelle relative al Pil.
• Lei s’è impegnato a prevedere il futuro, non a criticare il passato. La previsione più importante riguarda il governo Berlusconi. Cade? Si vota? Governo tecnico?
Bisognerebbe chiederlo a Bossi. Bossi dice ogni giorno che con questo casino non si può andare avanti e si deve andare alle elezioni. Mi pare questo lo sbocco più probabile della crisi attuale. Piazzo il voto intorno al prossimo maggio. Non tanto perché il tempo per votare a novembre o ai primi di dicembre non ci sarebbe (forse c’è), ma perché ai primi dell’anno prossimo dovremo chiedere ai mercati parecchi soldi in prestito e una situazione politica incerta potrebbe metterci a rischio Grecia. Napolitano chiederà ai contendenti di star buoni fino a quel momento, e offrirà a Berlusconi, in cambio, lo scioglimento delle camere intorno a febbraio. Nel frattempo Fini avrà fondato il partito di Futuro e Libertà: annuncio previsto per il 5 settembre alla festa Tricolore di Mirabello (in provincia di Ferrara), congresso più o meno in gennaio e trattative veloci per far cartello con Casini e chi sa chi altro in vista del voto di giugno. Non riesco a capire come si muoverà il Pd. Se lei mi costringe a scommettere, metto i soldi su un’altra vittoria di Berlusconi. Naturalmente da qui ad allora posso essere clamorosamente smentito. Per esempio, ieri Bankitalia ha messo sotto accusa Verdini per la gestione del Credito Cooperativo Fiorentino. Questo potrebbe cambiare lo scenario? E l’appartamento di Montecarlo? Un’altra delle mille incognite. Ribadiamo perciò che stiamo seriamente scherzando.
• Crisi economica.
Ho sempre sostenuto che non ne siamo usciti e ribadisco che non ne siamo usciti. Ho l’impressione che la Fiat stia facendo le valigie e sarà un miracolo se Pomigliano produrrà davvero la Panda. La sentenza del giudice che reintegra i tre lavoratori licenziati non è un buon segnale. In generale, le difficoltà del sindacato sono destinate ad aumentare. Nessuna sigla mi pare attrezzata per affrontare i nuovi, terribili tempi economici che ci aspettano.
• Contravvengo a tutte le regole che presiedono a questa rubrica e le chiedo una previsione sul campionato.
Proprio a me? Ma lei è pazzo. Io, che ho poca competenza sulle altre materie, non ne ho davvero nessuna su questa. Posso al massimo azzardarmi a dire che la Roma, con Adriano, mi pare fortissima… [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/8/2010]
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