Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Da ieri gli abbonati a Sky vedono uno spot in cui si annuncia il raddoppio dell’Iva sugli abbonamenti (dal 10 al 20%) e si invitano i telespettatori che non fossero d’accordo a mandare una mail a Palazzo Chigi.
• Il governo potrebbe rinunciare?
Chi sa. Ieri c’è stata una dichiarazione prudente di Cicchitto: «Discutiamone, senza preconcetti. Questa norma, come le altre, verrà discussa in Parlamento». Infatti, il raddoppio è contenuto nel decreto legge Tremonti dell’altro giorno ed è dunque già in vigore. Ma lo stesso articolo prevede che si passi al 20% solo dal 1° gennaio. Può ancora cambiare tutto. Lasciare l’Iva al 10, però, significherebbe, per lo Stato, rinunciare a più di 210 milioni di entrate. Ho l’impressione che bisognerebbe trovare quei soldi da qualche altra parte. Sempre Cicchitto – uno degli uomini più vicini al Cavaliere – ha detto: «Stiamo raschiando il fondo del barile».
• Lo sa che non ho mai capito bene che cos’è l’Iva?
La parola “Iva” significa “Imposta sul valore aggiunto”. Si basa su questa idea: che un bene, man mano che passa di mano, aumenta di valore e che questo aumento di valore va tassato. Questa tassa è in genere proprio del 20% e si applica sul prezzo di vendita. Ogni imprenditore e ogni soggetto fornito di partita Iva deve alla fine del mese o del trimestre fare il conto di quanta Iva ha incassato vendendo e quanta Iva ha pagato comprando: se il saldo è attivo deve versare la differenza al fisco. Quindi, per chi ha la partita Iva, l’Iva è una partita di giro, un non-costo. Per il consumatore finale, invece, non c’è scampo: paga l’Iva e non la scarica. Nel nostro caso, quindi, Sky potrebbe benissimo applicare questa Iva del 20% alle sue tariffe e scaricare il problema sugli abbonati.
• Di quanto aumenterebbero gli abbonamenti?
Quello base da 15 euro (questo prezzo comprende già l’Iva al 10) passerebbe a 16,2. Mondo Sky costerebbe 28,08 invece di 26. Il pacchetto da 39 euro salterebbe a 42,12, quello da 51 a 55,08 e il pacchetto più caro verrebbe 68,04. Questo facendo pagare tutto ai clienti. Sky potrebbe anche decidere di tenersi una parte del problema, almeno inizialmente, per non perdere abbonati. La rete chiuderà quest’anno con un utile di 419 milioni di dollari, e il suo risultato operativo, l’anno prossimo, potrebbe risentirne.
• Non sarà che Berlusconi ha fatto il furbo ed è andato a colpire un concorrente?
Così dice l’opposizione, a parte il fatto che Berlusconi qualcosa ci rimette anche lui dato che il raddoppio dell’Iva colpisce pure il digitale terrestre di Mediaset. Veltroni ieri sera ha dichiarato che in questo modo si colpiscono i tifosi del calcio: «Questa misura è un modo per colpire un’impresa, Sky, che produce e dà lavoro, e per colpire i cittadini, deprimendo ulteriormente il Paese. una misura che agisce per il 92% sul principale concorrente di Berlusconi. E poi siamo sempre da capo a dodici: il governo prende una misura che è un aumento delle tasse perché non stiamo parlando di famiglie ricche ma dei tifosi di calcio che si sono abbonati a Sky, ora si trovano il prezzo raddoppiato». Beh, la storia del prezzo raddoppiato è un pò tirata: il prezzo degli abbonamenti aumenterà di circa il 10 per cento, viene colpita solo la quota Iva.
• Berlusconi cosa risponde?
Che l’Iva al 10 per cento era un privilegio, concesso a suo tempo da un governo di sinistra per permettere a Sky di svilupparsi… Non aggiunge «contro di me», ma si sente che ne avrebbe voglia. La ricostruzione esatta: nel 1995 l’Unione europea permetteva di abbassare l’Iva alle imprese che tentavano di farsi strada in qualche mercato nuovo e il satellitare in Italia era certamente un mercato nuovo. Il governo Dini concesse quindi senza difficoltà l’Iva agevolata. Definire il governo Dini ”di sinistra” è esagerato, ma non del tutto destituito di fondamento. Fu messo su in fretta e furia con una manovra di D’Alema per impedire le elezioni – come chiedeva il Cavaliere – e una vittoria molto probabile del centro-destra. vero che l’agevolazione, concessa allora non a Murdoch (che è arrivato nel 2003) ma a Telepiù, non ha più senso, perché Sky ha ormai 4 milioni e 700 mila abbonati e guadagna bene in un mercato tutt’altro che saturo. E c’è inoltre la questione che una frazione dell’Iva finisce all’Unione euroepea che ha dunque interesse a una applicazione esatta e a una riscossione puntuale. Però c’è anche il problema che Berlusconi non può legiferare sulla tv con la stessa serenità concessa ai governi del resto del mondo: possedendo le reti Mediaset, è un giocatore in campo, e ai giocatori in campo non è permesso di fischiare i rigori. Si chiama “conflitto di interessi”. O, nell’inglese di Murdoch: “unfair competition”. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/12/2008]
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