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 2008  dicembre 02 Martedì calendario

Vincenzo Ullasci, 59 anni, e sua moglie Maria Spina, 60. Romani, titolari della "Taverna del Sarchiapone” nel centro storico di Mentana, dieci anni fa avevano perso la figlia femmina, uccisa da una malattia, e da allora vivevano in una villetta su due piani con l’unico figlio rimasto, Valerio, 30 anni, che dava una mano alla famiglia portando le buste cariche di spesa nel locale ma a detta dei vicini era un «tipo strano, non salutava nessuno e non parlava quasi mai, aveva sempre le cuffiette alle orecchie e lo sguardo fisso, faceva paura»

Vincenzo Ullasci, 59 anni, e sua moglie Maria Spina, 60. Romani, titolari della "Taverna del Sarchiapone” nel centro storico di Mentana, dieci anni fa avevano perso la figlia femmina, uccisa da una malattia, e da allora vivevano in una villetta su due piani con l’unico figlio rimasto, Valerio, 30 anni, che dava una mano alla famiglia portando le buste cariche di spesa nel locale ma a detta dei vicini era un «tipo strano, non salutava nessuno e non parlava quasi mai, aveva sempre le cuffiette alle orecchie e lo sguardo fisso, faceva paura». Costui, che da qualche tempo frequentava un gruppetto di satanisti, giorni fa, mentre era solo a casa, per ore s’allenò a colpire il sacco da pugilato con un machete, poi aspettò che i genitori tornassero dal lavoro e quando il padre si fu seduto a guardare la tv gli chiese gentile: «Ti faccio un massaggio?». L’Ullasci tutto contento disse di sì ma appena si fu sdraiato sul divano il figlio, afferrato il machete con entrambe le mani, lo colpì più e più volte alla schiena facendo spruzzare sangue dappertutto. Sentendo le grida del marito la Spina dalla cucina si precipitò in salotto, allora il figlio la costrinse a inginocchiarsi e sempre col machete le sfondò la testa. Subito dopo smembrò i corpi in così tanti tocchi che fu poi difficile ricomporli e ai poliziotti, da lui stesso chiamati, dopo un giorno di mutismo spiegò: «Non sono pazzo. Dovevo punirli. Erano violenti. Mio padre quando ero piccolo abusava di me, mamma sapeva tutto e lo proteggeva». Verso le 23 di lunedì 1 dicembre in una villetta su due piani in via delle Molette, strada di campagna che collega Fontenuova a Mentana, a nord di Roma.