Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Microsoft vuole comprare Yahoo e ha messo sul tavolo 44,6 miliardi di dollari, cioè circa 30,1 miliardi di euro.
• E’ tanto o è poco?
E’ parecchio. Soprattutto se si pensa che Yahoo è una società in crisi, che un mese fa ha licenziato mille persone (su 14 mila e 300 dipendenti) e i cui ricavi, nell’ultimo trimestre del 2007, sono calati del 23 per cento. Guardiamo anche alla quotazione di Borsa: sui venti dollari e tendenzialmente in calo. Microsoft ne offre 31, con un premio cioè del 60 per cento. La Borsa dà subito il suo giudizi le azioni di Yahoo sono balzate a 29 dollari, con un aumento in un solo giorno del 50 per cento. Microsoft ha perso. Google pure.
• Quindi, l’affare lo stanno facendo quelli che vendono e non quelli che comprano. Google che c’entra?
Google scende perché si suppone che l’operazione possa danneggiarla. Bill Gates, pigliandosi Yahoo, raggiungerà una capitalizzazione di 330 miliardi di dollari. La parola “capitalizzazione” le è chiara? Significa: i soldi che si hanno a disposizione. Google ha motivo di preoccuparsi: oggi controlla poco meno del 60 per cento del mercato e, secondo Microsoft, il 75 per cento dei terrestri che fanno una ricerca su Internet partono da Google. A proposito, lei oggi non mi ha chiesto niente su queste strane parole che stiamo pronunciand Yahoo, Microsoft, Google. Ne deduco che, una volta tanto, sa di che cosa parliamo.
• Beh, la parola “google” mi è più chiara dell’espressione “mandato esplorativo”. Quando vado su Internet, mi esce fuori la pagina di Google e io so che, scrivendo una parola nell’apposita casella rettangolare, mi viene fornito un elenco di posti dove posso andare a informarmi.
Bravo. Ora, negli ultimi anni, è capitato quest che Google, nel settore dei motori di ricerca, è diventato non solo il numero uno, ma il monopolista assoluto. Ha sentito le percentuali che ho adoperato prima: 60 per cento del mercato, 75 per cento dei clienti. Dov’è che Google fa affari d’oro, cioè in che modo sfrutta l’enorme traffico che è riuscito a controllare? Schedando e aggiornando continuamente i gusti dei suoi utenti e vendendo poi gli indirizzi relativi agli inserzionisti. Per esempi se lei fosse un appassionato di barche a vela, adopererebbe Google per visitare i siti che le parlano di barche a vele. Gli amministratori di Google, con i loro sistemi di controllo e archiviazione, vedrebbero questa sua predilezione. E ben presto lei comincerebbe a ricevere sul suo computer la pubblicità delle barche a vela o delle località marine più vicine alla città dove abita. Con questo metodo, Google mette insieme poco meno di sette miliardi di dollari di pubblicità all’anno, contro i tre miliardi di dollari di Yahoo. E, come tutti sappiamo, questo è un mercato appena agli inizi, che cresce al ritmo del 20-30 per cento l’anno.
• Sono sorpreso del fatto che Bill Gates ne sia fuori. Non era un genio in questo genere di cose?
Bill Gates si è dedicato ai pc e ai sistemi operativi ed è effettivamente un geni il 90 per cento dei computer esistenti sulla faccia della Terra gira grazie alle sue invenzioni. Ma sulla rete non ci ha mai preso molto. Ha avuto successo con il browser Explorer, ma non gli è venuto in mente che il vero problema di Internet, cioè il punto strategico da conquistare, era proprio il motore di ricerca.
• Perché?
Nel 2005 il dipartimento di Fisica dell’Indiana provò a calcolare il numero di documenti presenti sul web. Venne fuori la cifra di 12 miliardi. L’anno scorso ricontrollarono e scoprirono che il numero di pagine era ormai prossimo ai 40 miliardi. Il triplo in due anni! Lei ricorderà che ci sono già state due bolle finanziarie su Internet. Ed è possibile che, con questa maxiofferta Microsoft, ci troviamo nel punto più alto della terza bolla. Ci sono infatti tre caratteristiche che rendono il far affari su Internet un esercizio misterios la soglia d’accesso bassissima, cioè per entrare non c’è quasi bisogno di denari; lo spazio illimitato (i 40 miliardi di pagine del 2007 potrebbero diventare 80 miliardi nel 2008); la tendenza a far emergere un solo soggetto dominante, cioè a creare monopoli, specialmente per quanto riguarda i motori di ricerca. Se qualcuno batterà Google, Google, in un tempo relativamente breve, sparirà dalla scena perché quello è un mondo dove non si può restare a lungo al secondo posto senza sparire. per questo che nel caso dell’acquisizione di Yahoo si possono fare due affermazioni contradditorie ed entrambe vere: Bill Gates non poteva non fare quell’offerta; e, nello stesso tempo, non è affatto sicuro che, comprando Yahoo, faccia un buon affare. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 1/2/2008]
(leggi)