Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Mastella si è ritirato...
• Non si candida nemmeno?
No, non si candida nemmeno. Ha detto: «Prima ancora di essere probabilmente sconfitto sul campo, rinuncio a candidarmi». Poi ha aggiunt «Sconfitto per una costante e manipolata disinformazione con la pubblica opinione, determinata da una scientifica operazione di linciaggio morale contro di me, costruita mediaticamente, politicamente e giudiziariamente». Per queste ragioni, ha detto ancora, «sono diventato una sorta di uomo nero, di cui liberarsi e sul quale scaricare tutte le responsabilità del sistema politico. Stretto nella tenaglia, ho retto fino a quando ho potuto, sapendo di avere subito ingiustizie clamorose e ben cosciente della mia onestà e innocenza. Confesso che un pò di amarezza in tutto questo c’è, ma forte anche della cultura e della saggezza contadina del mio sud, non mi arrendo e se, e qualora ci saranno condizioni diverse, dò l’arrivederci a quegli amici che generosamente e in modo solidale mi sono stati vicino».
• Beh, mi fa un po’ pena.
Ha ragione. Non c’è mica solo Mastella a far politica in quel certo modo. Voglio dire: quel sistema per cui un abile politicante mette insieme una combriccola di amici e di amici degli amici, e all’interno della combriccola fa in modo che ci si scambino favori e prebende, e tutta la sua azione politica consiste nell’allargare poco alla volta il perimetro della combriccola e il valore e la quantità dei favori... Questo modo di far politica, scoperchiato per l’ennesima volta dopo l’arresto della moglie di Mastella, non è mica solo di Mastella e della sua famiglia.
• Però nel caso dei Mastella c’era la corruzione...
Ma guardi che lei ha capito male. Penalmente l’inchiesta di Santa Maria Capuavetere è inesistente. Era terrificante dal punto di vista politico, questo sì, perché mostrava – attraverso le intercettazioni – il malaffare delle cuginanze. Le ribadisco che però questo tipo di malaffare non è solo di Mastella. Le faccio anzi questa domanda: ma la trattativa che ha fatto Pannella per entrare nel Partito democratico le pare una cosa da Paese moderno? Le pare un modo di selezionare la classe dirigente basato su intelligenza, onestà, merito, capacità di lavoro? I radicali hanno preteso tre milioni di euro, nove parlamentari sicuri e un ministro. Questo è il programma a cui hanno aderito. E adesso Pannella sta facendo lo sciopero della sete perché i posti sicuri sono sei e gli altri tre i radicali se li dovranno conquistare. Ma se al posto di Pannella ci fosse Mastella e al posto di Veltroni ci fosse Berlusconi che cosa scriveremmo? Quindi, l’idea che Mastella fosse il vaso di tutte le iniquità è assolutamente ridicola. Oltre tutto Casini e Berlusconi hanno respinto Mastella mica in nome di una qualche idealità: semplicemente erano certi che gli avrebbe fatto perder voti.
• Non crede che la rinuncia di Mastella sia il segnale che nella politica italiana qualcosa sia veramente cambiato?
E’ presto per dirlo. Per esempio, De Mita – più raffinato, più colto, con una storia alle spalle di ben altro spessore, ma della stessa stoffa clientelare – è stato subito ingaggiato dall’Udc, con la medesima logica applicata dalle squadre di calcio quando vogliono prendersi un calciatore che faccia un certo numero di gol. Gli uomini di Casini si fregano le mani e giurano che De Mita porterà 250 mila voti. Ma questi 250 mila voti io li considero addirittura un’aggravante. Come mai nel 2008 ci sono 250 mila persone disposte a votare un vecchio ottantenne? Conosciamo qualche progetto recente di De Mita relativo al modo col quale dovrebbe essere organizzata una società moderna? De Mita faceva dei gran discorsi negli anni Ottanta. Ma adesso? Negli ultimi vent’anni io l’ho visto soprattutto sbuffare infastidito contro il maggioritario, contro la personalizzazione della politica, in generale contro i tempi malvagi che avevano distrutto la Dc e il modo orrendo di far politica della cosiddetta Prima repubblica. Cosa può significare che da uno così il partito del giovanile Casini si aspetti 250 mila voti? Non è una questione di clientele, di combriccole, di amici degli amici?
• Mastella non potrebbe tornare? Che ne so, candidarsi a sindaco di Napoli?
Potrebbe, e la dichiarazione che abbiamo riferito prima prevede infatti il momento della rivincita. Del resto, ha già la moglie piazzata a fare il presidente della regione Campania e i figli giovani e ambiziosi. Il voto del prossimo aprile e le vicende successive serviranno a farci capire anche quest se il mastellismo in tutte le sue forme è davvero sulla via del tramonto oppure no. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/3/2008]
(leggi)