Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I sindacati di Alitalia volevano essere ricevuti dal commissario Fantozzi, per conoscerne le intenzioni in questa situazione di quasi-rottura delle trattative. Ieri alle due del pomeriggio sono stati accontentati. Fantozzi li ha fatti venire nella sede della Magliana e ha comunicato loro che da domani alcuni aerei della compagnia in liquidazione potrebbero non essere in grado di alzarsi in volo a causa della mancanza di carburante. I fornitori, infatti, cominciano a rifiutarsi di vendere merce che, in caso di fallimento, sarebbe pagata chissà quando e chissà quanto. Domani, lunedì, dovrebbe anche essere messa in cassa integrazione una prima quota di personale, corrispondente agli equipaggi di 34 aerei: quelli, appunto, che resterebbero a terra. E la richiesta di commissariamento dovrebbe essere estesa a tutte le società del gruppo. Se però Alitalia comincia a sospendere i voli perché non ce la fa, l’Enac potrebbe ritirarle la licenza e questa sarebbe la fine. Ieri il presidente dell’Ente, Vito Riggio, lo ha detto per la prima volta ufficialmente: «Qualora in tempi brevi non si riesca ad individuare la soluzione che garantisca la continuità operativa del vettore, verrebbero meno i presupposti sulla base dei quali era stata lasciata dall’Enac, il 2 settembre, la licenza provvisoria ad Alitalia per un periodo di sei mesi».
• Non riesco a capire come mai i sindacati si siano così chiusi a riccio di fronte a una situazione evidentemente senza uscita.Berlusconi pensa che sia colpa della sinistra. Ieri è andato alla Fiera del Levante, dove ha pronunciato un discorso brevissimo (appena 20 minuti) ed è rientrato subito nella capitale dove ha fatto sapere di essere disponibile, con i suoi ministri, a fare tutto il possibile per salvare la situazione. Eccole la dichiarazione completa: «Il destino di Alitalia è messo in forse dal comportamento irragionevole di alcune categorie di dipendenti e in questo noi vediamo la forte influenza della sinistra che pur di dare smacco al governo non esita a considerare poco importante il disastro che arrecherebbe a tutto il Paese se Alitalia dovesse portare i libri in tribunale. Spero che questo non accada».
• Lei non crede che abbia ragione?
Mah. In questo momento la trattativa non si chiude soprattutto per la posizione delle due associazioni dei piloti, l’Anpac e l’Up. Questi due sindacati sono stati sempre strettamente legati ad An, che ha storicamente su Alitalia una responsabilità particolarmente grave. L’imbarazzo dell’altra sera del ministro Matteoli era palpabile. Alla domanda: «Il governo può fare qualcosa?». Ha risposto: «Certo, basta che ce lo chiedano».
• Come sarebbe?
Il governo è terzo rispetto alle parti in causa. Che sono Cai, il commissario Fantozzi e i sindacati. Il vero punto della questione è che Cai non vuole avere di fronte, negli anni a venire, nove sigle sindacali che le rendano la vita (e l’impresa) impossibile, come è accaduto in passato. Al di là degli esuberi, dei tagli agli stipendi e degli incrementi di produttività, Colaninno e gli altri soci desiderano che le nove sigle si unifichino in una normale Rsu (Rappresentanza Sindacale Unitaria) dove ognuno pesa in base al numero di iscritti che rappresenta. L’Anpac ha oggi 900 iscritti e l’Up 300. Sciogliersi in una Rsu significa per loro morire. Allora, morte per morte, tanto vale andare a vedere il gioco della controparte fino in fondo.
• Ma gli interessi dei lavoratori?
Ma si figuri... Le ho già detto altre volte che in questa partita alcune sigle sindacali combattono soprattutto per se stesse, cioè per la sopravvivenza del loro business. Le cito Sergio Rizzo, l’autore, con Stella, del celebre volume La casta: «L’Anpac è in condizioni di influenzare le scelte degli uomini Alitalia in molte direzioni chiave, e di fatto controlla le posizioni nevralgiche nel fondo di previdenza e nella cassa sanitaria. Qualche anno fa il sindacato aveva creato anche un piccolo gruppo societario con l’ambizioso progetto di sbarcare in forze nel mercato delle consulenze. Di quel gruppo oggi sopravvive l’Anpac services, proprietaria dell’immobile del sindacato che garantisce utili di 50 mila euro l’anno».
• Sono esterrefatto. Le grida su esuberi, stipendi, orari eccetera sarebbero un paravento che nasconde interessi di piccolo cabotaggio di alcune sigle sindacali?
In parte sì. E comunque anche sugli stipendi ieri il commissario europeo ai Trasporti ha detto che ci vuole assoluta discontinuità tra i contratti della vecchia Alitalia e quelli della nuova. I sindacati sono nell’angolo e dovrebbero avere la saggezza e la forza morale di ammetterlo.
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