Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Una radio della Svizzera romanda (quella francese, dove c’è Ginevra) ha detto ieri che la Betancourt non è stata liberata da un’astuta manovra del presidente colombiano Uribe, come si è scritto fino a ieri, ma in seguito alla felice conclusione di una normale trattativa con i sequestratori: versati 20 milioni di dollari, la donna sarebbe tornata libera e i guerriglieri non avrebbero fatto obiezioni circa la versione da raccontare al mondo.
• Potrebbe essere?
Potrebbe essere. Ci sono buone ragioni perché la versione sia vera. E ci sono buone ragioni perché la versione sia falsa.
• Cominciamo a spiegare perché potrebbe essere vera.
La versione ufficiale relativa alla liberazione... A proposito, lei non mi ha chiesto niente di questa Betancourt, come se sapesse – una volta tanto – di chi stiamo parlando.
• In effetti...
Beh, cominciamo a dire che siamo in Colombia, Sud America, il Paese del narcotraffico. Sono gli ultimi giorni del febbraio 2002, ci sono le elezioni presidenziali, Ingrid Betancourt non solo è candidata, ma è pressoché sicuro che vincerà. Sa parlare al popolo. In una campagna precedente, per essere eletta al Senato, andava distribuendo preservativi specificando: «Contro la corruzione...». La adorano. figlia di una donna di leggendaria bellezza – Yolanda Pulecia, già Miss Colombia – e di un uomo di fascino e potere, che fu diplomatico in Francia. Lei stessa è per metà una parigina, ha la cittadinanza francese, insomma i colombiani nei sono sedotti, quello è oltre tutto un Paese che ha bisogno di speranza e Ingrid, con la sua foga, con la sua passione e con la sua bellezza fa sognare a tutti una Colombia migliore. Ma in quel Paese c’è anche la guerriglia, milizie che portano il nome di Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia, cioè Farc. Come sempre dopo molti anni di giungla, però, le parole guerriglia, rivoluzione, socialismo, o magari Che guevara, significano poco o niente. La Colombia è la prima produttrice di cocaina al mondo... Basta. Un certo giorno della sua campagna elettorale, la Betancourt decide di andare nella regione di San Vicente del Caguán per incontrare una missione militare del capoguerrigliero Marulanda. Glielo sconsigliano, ma lei insiste. Così durante il viaggio la sequestrano e la tengono prigioniera nella foresta per sei anni, fino all’altro giorno.
• Accidenti. E ha marito, figli?
Ha avuto due mariti. I figli erano due ragazzini quando l’hanno presa e adesso sono quasi due adulti. La liberazione è avvenuta il 2 luglio, quando da noi erano le nove di sera. Secondo la versione ufficiale, il presidente colombiano Uribe ha infiltrato almeno un agente nel gruppo dirigente delle Farc, questo agente ha imbastito una finta trattativa con un altro gruppo di guerriglieri per ceder loro 15 prigionieri, sono arrivati due elicotteri bianchi e i 15 prigionieri sono saliti a bordo e sono stati portati via senza che si sparasse un colpo. Praticamente regalati. Questo colpo sensazionale trova il suo principale avallo nella stessa Betancourt, la quale ha già detto con molta foga che le cose sono andate proprio così e che lei stessa non ha capito di essere stata liberata fino a che gli elicotteri non si sono alzati in volo.
• Perché questa versione dei fatti potrebbe essere falsa?
Gli americani hanno problemi in Sud America. Il presidente del Venezuela, Chávez, è un nemico dichiarato. Si tratta di un nemico molto peggiore di Castro: è ricco di suo grazie al petrolio e ha una forte capacità di influenzare gli altri paesi latinoamericani. Per contrastarlo, gli Stati Uniti hanno provato a fare accordi col Brasile e hanno effettivamente sottoscritto dei trattati relativi, per esempio, alla coltivazione dell’etanolo, il carburante vegetale che sperano sia alternativo al petrolio. Lula però, senza farsi abbindolare da Chávez, non è neanche un servo degli Usa. Il Brasile, forte di un aumento del Pil che da molti anni sta tra il 5 e il 7%, marcia da sé e tende a trattare gli Usa da pari a pari. Resta la Colombia, dove Uribe è invece un uomo di Washington. Aiutandolo a raggiungere un successo internazionale di questa portata, gli americani pensano di garantirsi la sua rielezione. Proprio per questo Chávez s’era messo in mezzo alla trattativa con la speranza di risultare poi lui il vero liberatore. Anche Sarkozy stava tentando qualcosa di simile, dato che la Betancourt in Franca è popolarissima. In questo contesto, venti milioni sono un prezzo accettabile. Naturalmente, la radio svizzera potrebbe essere stata ingannata dalla disinformazione venezuelana. Chi può saperlo? Accontentiamoci dell’unico fatto certo: una donna rapita che doveva esser morta, invece è viva e in condizioni di salute buone. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/7/2008]
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