22 aprile 1978
Tags : Aldo Moro, il sequestro e l’uccisione
Trentottesimo giorno del sequestro Moro
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«Io scrivo a voi, uomini delle Brigate rosse...»: Paolo VI chiede la
liberazione di Aldo Moro, «semplicemente, senza condizioni». Mai prima d’ora il
Papa s’era rivolto con un messaggio autografo ai rapitori, mai li aveva
«pregati in ginocchio». Paolo VI ha scritto la lettera-appello di suo pugno e
senza avvertire nessuno la notte scorsa. Questa mattina il testo è stato
diffuso in sala stampa vaticana e poi è stato letto sei volte nel corso della giornata
alla Radio Vaticana in tutte le 26 lingue usate dall’emittente. Dice il Papa di
Moro: «Lo amo come membro della grande famiglia umana, come amico di studi e, a
titolo tutto particolare, come fratello di fede e come figlio della chiesa di
Cristo». [Fabrizio De Santis, Cds 23/4/1978] [Leggi qui il testo integrale della lettera del Papa]
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Anche il segretario generale dell’Onu Kurt Waldheim lancia un appello da New
York perché i rapitori liberino Moro «senza ulteriori indugi».
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Alle 15 è scaduto nel silenzio l’ultimatum dei brigatisti. Si parla di un tentativo
di trattativa segreta che la famiglia e gli amici di Moro stanno compiendo
attraverso vari canali, per accertare le possibilità di un eventuale negoziato
che non impegni lo Stato e non comporti la violazione della legge.