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Il padre di Di Maio chiede scusa. Un proiettile del mostro di Firenze. Due donne insieme nello spazio
Il papà di Di Maio ha chiesto scusa
Antonio Di Maio, il padre del vicepremier Luigi, ha chiesto scusa con un video postato su Facebook per quello che sta emergendo dalle inchieste delle Iene, dei giornali e della magistratura. Mattia Feltri sulla Stampa: «È tutto così desolato, la recita, la scenografia, un remoto fax sulla scrivania di legno laccato, qualche post-it incollato alla bacheca a testimoniare un’attività non frenetica, che consente di sottrarre al fisco un misero gruzzoletto, sei o sette faldoni residui, due calcolatrici da tavolo, una matita, un abat-jour, il corredo dell’ufficio del piccolissimo imprenditore. Lui ha addosso una giacca marrone che non propone eleganza ma rispetto verso chi guarda, una cravatta annodata con l’imperizia di chi non ne usa - e insomma, se non era studiato era perfetto, se invece sì era geniale. Sono molto emozionato, dice Antonio, e perciò preferisco leggervi una lettera. Inforca gli occhiali e comincia la penitenza: “Sono semplicemente solo un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori. Chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato. E chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto. Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa, e non era a conoscenza di nulla. Come ogni padre ho cercato di non far mancare niente alla mia famiglia. Per questo nei momenti difficili ho provato ad andare avanti da solo per non pesare su di loro. So che tanti papà mi capiscono”».
«La butto lì, casomai qualcuno volesse riflettere seriamente sul ruolo dell’informazione nell’Italia del 2018, uscendo per un attimo dalle opposte trincee del giornalismo embedded: avete idea di quanti articoli di giornale, servizi di tg e dibattiti da talk show e da social sono stati dedicati ai guai del padre di Di Maio e alla sentenza sulla trattativa Stato-mafia? Da una parte abbiamo tre o quattro operai in nero, tre o quattro abusi edilizi, una betoniera, una carriola e un mucchietto di mattoni abbandonati nella microditta dei genitori di Di Maio (che per ora non risulta aver fatto un bel nulla). Dall’altra abbiamo la Corte d’assise di Palermo che condanna penalmente Marcello Dell’Utri, inventore di FI (il partito che ha dominato la scena politica dal 1994 all’altroieri), e i massimi vertici del Ros dei Carabinieri del 1992-’96, per aver aiutato gli stragisti di Cosa Nostra a ricattare lo Stato a suon di stragi; e condanna politicamente i governi Amato (1992), Ciampi (1993), Berlusconi (1994) per aver subìto quel ricatto mafioso senza mai né respingerlo né denunciarlo» [Travaglio, Fatto]
Mostro di Firenze, spunta un proiettile
I carabinieri del Ros hanno estratto un proiettile rimasto dal 1985 in un cuscino trovato nella tenda di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, coppia di giovani francesi ultime vittime del mostro di Firenze. Un colpo a vuoto che non venne trovato nel corso delle indagini di 33 anni fa e che ora è stato consegnato al consulente della procura, nell’ambito della nuova inchiesta, per verificare se sia stato sparato dalla Beretta calibro 22 o da un’altra pistola.
Due donne insieme nello spazio
Per la prima volta dopo l’incidente dell’11 ottobre scorso, è partita una navicella Soyuz con astronauti a bordo. Lanciata dalla base di Baikonur in Kazakistan, trasporta Anne McClain della Nasa, la canadese David Saint-Jacques e il russo Oleg Kononenko. Le prime due sono al loro debutto nello spazio, mentre Kononenko è alla quarta missione. Dopo sei ore di volo, sono arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale, dove rimarranno per sei mesi e mezzo.
L’ultima volta che due donne furono lanciate insieme nello spazio era il 28 gennaio 1986: è una data tragica, quella in cui il Challenger si autodistrusse. Qui la storia delle donne nello spazio
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