Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gentiloni è il leader preferito dalla sinistra
Pagnoncelli, sul Corriere, dice che Gentiloni sarebbe il leader più gradito dagli italiani. Piace infatti al 40% degli intervistati, segno che gli italiani spasimano per una politica dai toni bassi, senza protagonismi esibiti, senza parolacce o maledizioni. • Si candiderà alla Camera o al Senato?
Alla Camera, nel primo collegio della Capitale, essendosi alleato con Emma Bonino. Lo ha comunciato ieri. Ha anche detto: «Collegio per niente sicuro». Un’allusione forse a Minniti che non vuole correre a Reggio Calabria, città dove per lui sarebbero alte le probabilità di una sconfitta.
• Com’è fatta questa classifica di Pagnoncelli?
Gentiloni, dice Pagnoncelli, vince «tra le persone meno giovani, tra laureati, ceti medi, dirigenti e pensionati, studenti e cattolici». È al primo posto per i 4/5 degli elettori del Pd, per più della metà di quelli di LeU, per un quarto dei votanti M5s e per quelli del centrodestra. Significa che se dopo le elezioni ci fosse sul serio una situazione di stallo e si dovesse fare un governo con tutti dentro (e il M5s, naturalmete, fuori)a il leader ideale sarebbe proprio Gentiloni. Come del resto dicono tutti da sempre. Quindi, tanto varrebbe tenersi senz’altro questo esecutivo qui, senza sfinirsi in trattative di mesi. Cosa impossibile, evidentemente: per fare un governo di tutti, bisogna che ciascuno abbia la sua parte. Salvini agli Interni, per esempio, come ha già detto Berlusconi (con l’idea però anche di sbiadire il claim
leghista «Salvini premier») e magari la Bonino agli Esteri. Chi sa. Però, posso dirglielo? Sono tutti così convinti che la sera del 5 marzo si certificherà uno stallo fra le tre forze politiche, con simultaneo crollo di Renzi, che comincio a non crederci. Vuoi vedere che uno dei tre vince? Vuoi vedere che Renzi crolla molto meno di quello che si immagina (o che si spera)?
• Chi vincerebbe dei tre?
Qui, dopo aver citato il sondaggio del Corriere della Sera, dobbiamo dar conto di quanto risulta a Repubblica. Ecco qua: «Alla coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni, più i centristi della “quarta gamba”, gli ultimi sondaggi dànno fino al 37%, contro il 27% circa a pari merito di centrosinistra e M5S. Una distanza di 10 punti dai secondi, che potrebbe bastare per raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi. Se uno dei tre competitori arrivasse al 37-38% dei voti, distanziando di circa 9-10 punti percentuali su base nazionale il secondo, è piuttosto probabile che, dato il meccanismo del Rosatellum, ottenga la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento». Salvatore Vassallo, ordinario di Scienza politica all’università di Bologna: «Alla Camera la quota proporzionale rappresenta il 63% dei seggi. E se uno prende il 37-38% nel proporzionale, ossia circa 151-156 seggi, è probabile che si aggiudichi circa il 70% dei seggi conquistabili nell’uninominale, pari appunto a 161». Per avere la maggioranza assoluta alla Camera bisogna arrivare a 316.
• Quindi, se questi sondaggisti avessero ragione, la sua sensazione sarebbe giusta. E Renzi? Qualche segnale che il crollo temuto/sperato non ci sarà?
Un piccolo segno è stato messo in evidenza da Alessandra Ghisleri, la sondaggista preferita da Berlusconi. Nell’ultima settimana, Renzi ha recuperato uno 0,7% dei consensi. Secondo la Ghisleri, questo dipende dal fatto che il segretario del Pd ha saggiamento deciso di abbassare il tono dei suoi discorsi. Per esempio, dopo aver lanciato la bomba, ha lasciato perdere la storia del canone Rai da abolire. Tra l’altro la gente sa benissimo che, abolito il canone Rai, non potendosi aumentare il tetto della pubblicità per viale Massini (Berlusconi e Cairo farebbero il diavolo a quattro), bisognerebbe provvedere a quel miliardo e seicento milioni di cui viale Mazzini ha bisogno ricorrendo alla fiscalità generale. Tagliare il canone è un finto favore ai cittadini.
• Non mi ha detto la classifica completa di Pagnoncelli, Quella stilata dopo aver interrogato sul leader preferito un campione di italiani rappresentativo.
Dopo Gentiloni, al secondo posto c’è Emma Bonino, col 38% degli intervistati che la gradiscono. Al terzo Di Maio (29%). Al quarto Salvini (27) e molto distanziato, col 20%, Matteo Renzi. Anche se ha recuperato un pochino, è molto difficile in ogni caso che Renzi faccia il primo ministro. No di sicuro se si tratterà di mettere su una maggioranza composita. Ma improbabile anche nel caso quel 38% paventato da Repubblica invece che al centro-destra andasse a lui: ha capito anche Matteo che esporsi troppo, cumulare troppi incarichi non gli conviene.
(leggi)