Il 28 giugno 1862 Giuseppe Garibaldi è sbarcato in Sicilia. Vuole arruolare un esercito di volontari per conquistare Roma difesa dall’esercito di Napoleone III. Il 20 luglio nel duomo di Marsala ha giurato al grido “Roma o morte” suscitando grande allarme a Torino. Dal 20 agosto la Sicilia è in stato d’assedio e l’esercito è pronto per partire sotto il comando del generale Enrico Cialdini per raggiungere e bloccare Garibaldi. Verso la fine del mese regolari e camicie rosse si trovano faccia a faccia. Questa è la storia di quel drammatico confronto, che culminò in uno scontro a fuoco in cui lo stesso Garibaldi fu ferito. E uscì sconfitto.
5 ottobre 1862
Amnistia per Garibaldi e le sue camicie rosse
31 agosto 1862
Si avvicina la soluzione della questione romana
30 agosto 1862
Per Garibaldi un ombrello di rami d’alloro
30 agosto 1862
Nessuna nave inglese a Scilla
30 agosto 1862
Né l’onore delle armi né un saluto per gli sconfitti
30 agosto 1862
«Garibaldi è morto!»: tumulti, una vittima a Milano
30 agosto 1862
Una battaglia tra italiani
30 agosto 1862
Sull’Aspromonte nasce la sinistra rivoluzionaria
30 agosto 1862
L’impresa di Garibaldi è costata 30 milioni
29 agosto 1862
Garibaldi è ferito in Aspromonte
29 agosto 1862
Chi ha sparato a Garibaldi?
28 agosto 1862
Le camicie rosse a Santo Stefano
28 agosto 1862
Cialdini a Reggio, Pallavicini all’inseguimento
28 agosto 1862
Sospesa ogni corrispondenza col Sud
28 agosto 1862
Dimostrazioni a sostegno di Garibaldi in tutta Italia
27 agosto 1862
Cinque morti in uno scontro a San Nicola
27 agosto 1862
Morire di fame e freddo al Piano di Reggio
26 agosto 1862
Il generale Cialdini a Napoli da La Marmora
26 agosto 1862
Le camicie rosse in marcia
26 agosto 1862
La fregata “Maria Adelaide” spara
26 agosto 1862
Sequestri e repressione
25 agosto 1862
Garibaldi e i suoi sbarcano in Calabria
25 agosto 1862
Alcuni garibaldini catturati sulla strada per Reggio
25 agosto 1862
L’esercito del re entra a Catania
25 agosto 1862
Napoleone III e le insolenti minacce
25 agosto 1862
Nuovi sequestri e repressione