Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Stiamo marciando verso un mondo di nuovo bipolare: dove prima si fronteggiavano Stati Uniti e Unione Sovietica, adesso potrebbero guerreggiare freddamente (e speriamo solo freddamente) gli Stati Uniti da una parte e l’accoppiata Cina-Russia dall’altra. Una linea di confine tra i due mondi è stata tracciata ieri da un accordo di significato eccezionale, quello con il quale la Russia si impegna a fornire alla Cina 38 miliardi di metri cubi di gas per trent’anni a partire dal 2018. Controvalore ipotizzato dell’intesa: 456 miliardi di dollari.
• Perché se ne dà un’interpretazione politica? La Cina compra energia da tutte le parti, ha ottenuto un centinaio di concessioni persino in Sudamerica, persino in Afghanistan.Bisogna mettersi dal punto di vista di Mosca. È dieci anni che i russi tentano di vendere gas ai cinesi. Finora non era stato possibile nessun accordo, intanto perché i cinesi volevano forti sconti sul prezzo e soprattutto perché a Pechino c’è poca disponibilità a rinegoziare i prezzi stabiliti all’inizio (col gas il prezzo è mobile, dato che dipende da quello del petrolio). Cifre ufficiali non se ne fanno, ma indiscrezioni attendibili dicono che Putin abbia accelerato la conclusione della lunghissima trattativa stabilendo un range di 350-400 dollari per mille metri cubi. I cinesi avrebbero trovato conveniente questo livello. La firma al contratto è stata apposta ieri dai capi delle società petrolifere dei due paesi: Zhou Jiping, per la China National Petroleum Corporation (CNPC) e Alexei Miller per Gazprom. Erano presenti Putin, che è stato in visita a Pechino per due giorni, e il presidente Xi Jinping. Le parti si sono accordate per la costruzione di un gasdotto da 2200 chilometri che porterà il gas dai giacimenti siberiani alla Cina. Non è indifferente che siano stati sottoscritti altri 49 contratti di collaborazione.
• Stavamo dicendo del senso politico dell’operazione.
Gli americani e gli europei vogliono sanzionare Putin per la Crimea. E Putin si va a cercare un mercato alternativo immenso, che banalizzerà il compratore occidentale (anche se i giacimenti con cui verrà servita la Cina non sono gli stessi con cui verrà servita l’Europa). Gli americani vogliono invadere l’Europa con lo shale-gas? I russi si rifaranno in Oriente. L’intesa non è solo commerciale.
• Perché?
Non molto tempo fa il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha detto: «Il rapporto Cina-Russia è nel migliore momento della storia». Lo scorso luglio russi e cinesi hanno condotto insieme tutta una serie di esercitazioni militari. Sulla questione ucraina, quando il Consiglio di sicurezza dell’Onu voleva approvare una mozione di condanna della Russia, la Cina si è astenuta, benché l’autodeterminazione dei crimei alla Cina piaccia poco (Pechino non vuole storie dalle sue Crimee, cioè Tibet, Xianjiang o Taiwan). Proprio ieri infine il presidente cinese Xi ha affermato che l’intesa sposta a oriente l’asse geo-strategico. Vale a dire, il confronto è ormai tra Usa e Cina/Russia, con l’Europa in posizione sempre più residuale e gli islamici come problema comune.
• Che conseguenza avrà questo accordo sui noti contrasti tra russi e ucraini relativamente alle forniture di gas?
Niente, per il momento la posizione di Putin è quella nota: Gazprom pretende dagli ucraini il pagamento anticipato delle forniture di giugno e il saldo del pregresso. Altrimenti chiuderà i rubinetti. Si tratta di una cifra superiore ai cinque miliardi di dollari, che chiaramente Kiev non possiede. Mosca, adesso che l’amico Yanukovich è stato cacciato, non è più disponibile al prezzo di gran favore di 265 dollari ogni mille metri cubi. Adesso ne vuole 485. Kiev non ci sta. Ma che forza contrattuale ha Kiev? Dovranno pagare Europa e Stati Uniti? Non so gli Stati Uniti, ma da noi c’è la crisi. Del resto, ci avevano avvertiti: tentare di spostare l’Ucraina dalla nostra parte potrebbe costarci una cinquantina di miliardi. Altro che sanzioni. Putin si sente così sicuro di sé da aver annunciato il ritiro delle truppe che presidiavano il confine orientale. Fida, a quanto pare, di raccogliere i frutti della sua politica senza bisogno di forzature.
• Un’alleanza militare tra russi e cinesi che cosa può significare?
Gli Stati Uniti sono ancora la prima potenza militare al mondo, con 2.825.000 soldati, 1.600 navi, 22.700 aerei e, fattore fondamentale, sono l’esercito più addestrato, tecnicamente più forte e tecnologicamente più all’avanguardia. A questi possiamo aggiungere il milione e mezzo di militari Nato. Gli americani dispongono di 7.200 testate nucleari capaci di armare duemila missili intercontinentali, 3.450 missili da sommergibile e 1.750 bombardieri. Sono ancora in grado di colpire migliaia di obiettivi pianificati in Russia, e centinaia in Cina, Iran e Corea del Nord. Contro la Russia sono pianificati attacchi strategici su 1.100 obiettivi d’installazioni nucleari, 500 obiettivi militari convenzionali, 500 industrie belliche e 160 posti di comando. Dall’altra parte ci sono il milione e 245 mila soldati russi più i 2 milioni 225 mila cinesi. I cinesi possono mettere in campo anche 760 navi e 2.400 aerei e mentre i russi sono tecnologicamente ancora arretrati, i cinesi si stanno modernizzando rapidamente.
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