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 2014  marzo 20 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Federica Mogherini
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ieri hanno scioperato quelli del cosiddetto «trasporto urbano», cioè i conducenti di autobus e tram che ogni giorno ci portano da casa all’ufficio e viceversa. I due più importanti siti d’informazione, e cioè corriere.it e repubblica.it, hanno collocato la notizia in basso. Il corriere.it in sesta fila, terza posizione da sinistra; la repubblica.it al nono posto. Le notizie sulle adesioni fanno capire il perché di questa disattenzione: in media, nelle città coinvolte, si sono astenuti un lavoratore su due e qualche volta anche di meno. Genova, che fece fuoco e fiamme l’anno scorso, è rimasta calma, visto che sta ancora pagando le multe per i casini combinati a settembre. Si segnalano ingorghi e disagi, naturalmente, ma generalmente i cittadini hanno fatto abbastanza spallucce. Chi ha i centri storici chiusi, come ad esempio Roma, li ha riaperti per l’occasione. La gente, in sostanza, ha ripreso tranquillamente la macchina e lo sciopero è passato senza troppe tragedie.

Non so neanche perché ne parliamo. Che cosa vogliono?
Il contratto gli è scaduto da sette anni, e a quanto pare non sarà rinnovato ancora per parecchio tempo. Lo sciopero è stato proclamato dalle sigle canoniche: Cgil (Filt), Cisl (Fit), UilTrasporti, Ugi Autoferratranvieri, Faisa Cisal. Il comunicato dei sindacati dice che «le associazioni datoriali del settore hanno confermato, anche in occasione dell’ultimo incontro al Ministero dei Trasporti, che l’attuale quadro di finanziamento del settore rende possibile il rinnovo contrattuale solo a condizione che esso risulti integralmente autofinanziato. Questa posizione datoriale ha impedito qualsiasi possibile sviluppo immediato e concreto del confronto, per la ripresa del quale i ministri Lupi e Proietti hanno comunque confermato il proprio impegno». Come vede, la vertenza è piuttosto interessante e merita una delle nostre conversazioni.  

Che ci vede di così interessante?
Intanto le cosiddette «associazioni datoriali», cioè i padroni, sono i politici, perché le aziende di trasporto locale sono possedute dai comuni e rappresentano, generalmente parlando, le peggio amministrate tra le imprese cittadine. Vediamo qui di fronte politici e sindacalisti, gente cioè, direbbe il cittadino qualunque, che appartiene alla stessa razza. Poi c’è quella bella frase, carica di sensi nascosti: «Il contratto può essere finanziato ... solo se risulta integralmente autofinanziato».  

Che cosa significa?
Che oggi non si può far uscire neanche un euro che non sia entrato grazie alla normale attività dell’autotrasporto, biglietti e, suppongo, pubblicità sulle fiancate e negli spazi interni dei mezzi. Sembrerebbe una posizione logica, ma al sindacato pare che sia proprio questa pretesa a impedire la conclusione della trattativa. Non si fanno i contratti con la calcolatrice - come ha detto una volta l’infelice Epifani - oppure «il salario è una variabile indipendente dal profitto» secondo il pensiero del mitico Lama. In altri termini, i rappresentanti dei lavoratori pensano che i soldi vanno trovati in ogni modo, anche se non ci sono. Se vuole, questo è l’ultimo cascame della vertenza genovese, in cui i rappresentanti dei lavoratori se ne fregavano degli otto milioni e mezzo di deficit, e volevano solo che i denari per i loro salari si trovassero.  

I vari governi degli ultimi sette anni non hanno diminuito i trasferimenti verso i comuni e, di conseguenza, verso le municipalizzate?
Certo, e questo è un problema. L’altro problema è che le municipalizzate, e quelle dei trasporti specialmente, sono formidabile strumento di sottogoverno. Faccio l’esempio più facile, quello dell’Atac di Roma: 12 mila dipendenti, di cui almeno 600 ufficialmente “inadatti”, un miliardo e 800 milioni di perdite. E stampavano pure titoli di viaggio falsi per finanziare i partiti (70 milioni l’anno). Come vuole che il cittadino prenda quella degli autoferrotranvieri, così simpatici nei film anni Cinquanta, per una vera lotta?  

Non è strano che ci sia un contratto nazionale valido per tutti? Non sarebbe più sensato che ogni città avesse il suo?
È un altro dei grandi temi sottesi a questo sciopero di ieri, così datato nel tempo e, almeno all’apparenza, inutile. Ha ancora senso il contratto nazionale? Badi che sarebbe ingiusto, però, prendersela solo con i sindacati e con i lavoratori. I politici hanno la colpa, gravissima, di non avere visione sulla mobilità cittadina. Sapeva che, in genere, solo una minoranza adopera il mezzo pubblico e gli altri preferiscono ancora ricorrere all’automobile privata? E non varrebbe la pena di cogliere al balzo la questione di un contratto di lavoro evidentemente fuori dal tempo e che da sette anni giace significativamente come lettera morta, e pensare in termini complessivi al traffico cittadino, se abbia ancora senso incoraggiare, o non scoraggiare, l’uso dell’automobile in città, strumento evidentemente sempre più avvelenatore non solo dell’atmosfera, ma anche della vita sociale urbana? (leggi)

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