Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I corvi parlano con i giornali e pure Gian Luigi Nuzzi, l’autore del libro Sua santità che sta dietro l’arresto del cameriere Paolo Gabriele, ha cominciato a dire la sua su tutta lavicenda, andando in televisione a parlare con Maurizio Belpietro. L’onda mediatica, cioè, monta e il portavoce della Santa Sede, padre Lombardi, ha predisposto, per arginarla, un muro di smentite: non è vero che sarebbe prossimo l’arresto di un cardinale né italiano né straniero come hanno scritto i giornali ieri mattina, non ci sono donne indagate, non ci sono relatori incaricati dal Papa di fare chiarezza e non c’è dunque nessuna donna-stratega che guida i relatori (notizie contenute in un’intervista a un corvo pubblicata da Repubblica).
• Che fa il cameriere del Papa?
I due avvocati del cameriere Paolo Gabriele dicono che il loro assistito è pronto a collaborare con la giustizia vaticana. Ieri – notizie fornite da padre Lombardi – ha incontrato sia moglie. Nel dare la notizia, padre Lombardi ha aggiunto altre due smentite: non è vero che a casa di Gabriele ci fossero apparecchiature complesse per la duplicazione dei documenti e non è vero che ci sia un collegamento tra l’inchiesta sul furto di documenti e il licenziamento dallo Ior di Ettore Gotti Tedeschi.
• Alla fine non dobbiamo credere a niente.
Non è vero, intanto, che non ci sia un nesso tra il licenziamento di Gotti Tedeschi e l’arresto di Paolo Gabriele. Sono tutti e due momenti della guerra in corso contro Bertone e delle difese, o contrattacchi, che Bertone ha predisposto. Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, riferiva direttamente al Papa, senza passare per Bertone. Bertone voleva il San Raffaele e Gotti Tedeschi mise sul tavolo appena 250 milioni, lasciando l’istituto a Giuseppe Rotelli, che ne aveva sborsati 400 e passa. Gotti Tedeschi preparò un regolamento troppo severo, a giudizio di Bertone, per far entrare lo Ior nella “white list” delle banche virtuose, delle banche cioè che sicuramente non fanno riciclaggio (perché hanno regole che lo impediscono). Quindi la sua cacciata è un momento della guerra che si combatte intorno al cardinale segretario di Stato. E anche la vicenda Paoletto – come chiamano il cameriere di Sua Santità – è un momento di quella guerra. I corvi hanno parlato con Nuzzi e stanno parlando con i giornali (ieri c’erano le confessioni di un corvo, oltre che su Repubblica, anche sulla Stampa) proprio contro Bertone, ritenuto poco meno che un demonio. Chiariamo: noi non abbiamo la minima idea se Bertone sia davvero un demonio o no.
• Che cos’è il segretario di Stato, la carica che ricopre Bertone?
Alla grossa sarebbe il ministro degli Esteri. In realtà è molto di più. È l’uomo che agisce nel mondo per conto della Chiesa, quello che fa politica e ha in mano il potere. Bertone è segretario di Stato dal 2006, cioè lo ha nominato Benedetto. Il suo avversario di maggior peso è il cardinale Bagnasco, che guida i vescovi italiani.
• Che cosa ha detto in televisione il giornalista Nuzzi, che, a furia di frequentare corvi, deve saperla lunga su tutta la faccenda.
«Nello scontro in corso il più bersagliato è senza dubbio il segretario di Stato, il cardinale Bertone. Tutto nasce alla morte di Wojtyla: un gruppo di persone all’interno del Vaticano comincia a vivere con sofferenza gli scandali e i misteri che si sono susseguiti negli anni. È almeno dal 2006 che ci sono persone che raccolgono documenti e li rendono pubblici passandoli ai giornali. C’è il caso di monsignor Viganò: avendo denunciato alcuni casi di corruzione venne spedito a Washington. Una promozione, ma come mai allontanare, qualcuno se aveva ragione? E perché promuoverlo se aveva torto? Le regole di questa monarchia assoluta, insomma, non sono proprio uguali alle nostre». Infatti il giornalista ha denunciato il fatto che Gabriele sia in galera senza un atto di accusa pubblico: dobbiamo fidarci delle povere, scarne notizie che arrivano Oltretevere, tutto avviene nella massima segretezza. In Italia nessuno può stare in una camera di sicurezza per più di 72 ore senza un formale e pubblico atto d’accusa. Se accadesse in qualsiasi Paese occidentale di arrestare qualcuno e fare retate come se si trattasse di delinquenti, mentre si tratta invece di persone che passano notizie vere ai giornali, si darebbe il via a raccolte di firme per la loro liberazione: questo è il sale della democrazia».
• E i corvi che hanno parlato con i giornali che cosa dicono?
Che Paolo Gabriele è un capro espiatorio. Se ha fatto quello di cui lo accusano è per obbedire a qualcuno. Ma i corvi in circolazione sono almeno venti. E continueranno a parlare.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 29 maggio 2012]