Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Esiste il caro-vita, poi esiste il caro-vita estivo, poi esiste il caro-vita d’agosto…
• Ad agosto le cose costano più che a luglio?
Sì. In base all’Hotel Price Index (Hpi), si può fare questa classifica sulle differenze dei prezzi in albergo tra luglio e agosto: Lipari, +45%, Vieste +35%, Olbia +30%, Ischia +28%, Cortina +22%, la Val d’Aosta in genere +21%, Riccione +13%, Taormina +12%, Viareggio +9%, Merano +8%, Livigno +6%. L’aumento medio è del 20%. Cattolica è rimasta ferma, Rimini è scesa di due punti, Palermo di 6 e Santa Teresa di Gallura di 16. I dati della Federalberghi (2009) confermano un aumento generalizzato nel prezzo degli alberghi del 3%. I prezzi di ristoranti e simili, rispetto all’anno scorso, sono aumentati del 2,1%. Del resto alcuni giorni fa proprio l’Istat, segnalando una diminuzione dei vacanzieri, aveva segnalato invece un aumento dei fatturati determinato proprio dall’aumento dei prezzi.
• Qual è quello più impressionante?
Quello relativo ai trasporti. Il viaggio in treno è aumentato di quasi il 10%, l’assicurazione auto del 18 e la benzina di quasi il 7. Sui carburanti si può cercare qualche sconto in giro. Fino al 22 agosto la Esso Italiana e i gestori aderenti a SelfPiù fanno uno sconto di almeno 10 centesimi al litro rispetto al prezzo consigliato a quanti si riforniscono di benzina o gasolio con il selfservice negli orari di chiusura delle stazioni di servizio. Bisogna però cercare l’insegna: Esso SelfPiù, altrimenti nisba. Idem, cioè sconto di 10 centesimi, fino al 13 settembre in tremila distributori Agip ed Enel dal venerdì sera al martedì mattina, solo però durante gli orari di chiusura. Anche qui ci vuole un cartello che confermi l’offerta scontata (cioè non tutti i distributori Enel o Agip vanno bene).
• Ma conviene aumentare i prezzi d’estate e magari proprio ad agosto? No, perché magari, tenendo i prezzi bassi, si potrebbero avere più clienti e magari guadagnare di più. Per esempio la Grecia…
Guardi la Grecia è un’illusione, gli italiani quest’anno hanno preso d’assalto le isole immaginando che la crisi avrebbe determinato una caduta verticale delle tariffe. Niente di più falso: i prezzi sono gli stessi dell’anno scorso, i greci non possono permettersi di regalare niente a nessuno (e anzi, dovremo tirare fuori un altro miliardo per loro prima della fine dell’anno). Quanto all’altro pezzo della sua domanda, la risposta è sì: prezzi ragionevoli anche in alta stagione provocano aumenti interessanti di fatturato. La prova è il gelato: il prezzo rispetto all’anno scorso s’è ridotto dell’1,6% e i consumi nei primi sette mesi dell’anno sono aumentati del 7,5% rispetto al 2009. E infatti i dati del settore sono splendidi già dall’anno scorso: nel 2009 (i dati ufficiali e sicuri sono dello scorso giugno) la produzione è aumentata del 2,9% per un controvalore di 2,1 miliardi di euro. Ci troviamo però qui in un mercato fortemente strutturato, che non vive cioè sulla rapina agostana come può capitare a qualche albergatore o a qualche pizzeria a mare. Le prime tre aziende - Unilever (Algida, Carte d’Or), Nestlé (Motta, Antica Gelateria del Corso, Latte Perugina) e Sammontana-Sanson - coprono più dei tre quarti delle vendite totali in valore nel canale della grande distribuzione. In genere si deve ammettere che una grande multinazionale può tenere sotto controllo i prezzi meglio di un piccolo dettagliante.
• Ragionamento che non vale, si direbbe, per la benzina.
Qui noi pagheremmo 6-7 centesimi al litro più di quanto dovremmo a causa della cattiva distribuzione. I petrolieri poi fanno cartello e hanno una potenza lobbystica molto difficile da arginare.
• In soldoni, quanto peseranno gli aumenti sul portafogli degli italiani?
Il Codacons ha calcolato 120-150 euro a famiglia. C’è però un ragionamento interessante di Carlo Rienzi, il capo del Codacons: avendo speso troppo durante le vacanze, gli italiani – dice - compreranno di meno nell’ultima parte dell’anno. L’ulteriore calo della domanda inciderà ancora di più sulla crisi. Come al solito, è un circolo vizioso. Chi è andato all’estero, infine, ha potuto contare su un lieve calo dei prezzi. Secondo valutazioni dell’Istat la spesa media pro-capite in alcune aree turistiche che si trovano oltre confine si aggira sui 1.065 euro contro i 1.173 dell’anno scorso. In termini assoluti, però, una vacanza all’estero costa il 50% in più di una vacanza in Italia. Il beneficio perciò riguarda un gruppo ristretto di privilegiati, meno di un italiano su cinque. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 10/8/2010]
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