Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Milano a meno 4,96 per cento...
• Ricominciamo?
Veramente non abbiamo mai smesso. Cioè: mentre noi abbiamo passato il tempo a discutere di studenti, superenalotto, Afghanistan e persino di un film di Walt Disney, le Borse hanno implacabilmente continuato ad andar giù. E ieri è stato toccato un nuovo limite, provocato soprattutto dalle cosiddette trimestrali, le relazioni cioè che le aziende fanno ogni tre mesi e che rivelano, come era facile prevedere, cali consistenti dei fatturati e dei profitti, dunque perdite o minori guadagni per chi possiede azioni, vale a dire la conferma che è meglio in questo momento tenersi alla larga dai mercati e... E quindi, quando in Borsa il sentimento è questo, si vende. Che altro vuole che facciano?
• Berlusconi parla di speculatori.
Gli speculatori non esistono. Meglio: chiunque sta in Borsa è per ciò stesso uno speculatore. Il Cavaliere sostiene che c’è chi vende allo scoperto per ricomprare poi aziende ottime e che adesso sono sottovalutate. Speriamo che sia vero, ma è probabile che non sia vero. Intanto, in questo momento, le vendite allo scoperto sono proibite dappertutto. Invece, l’economia va male e in America alla fine di quest’anno ci saranno 900 mila disoccupati in più. Ieri a Wall Street sono stati sul punto di sospendere le contrattazioni per un’ora. Roubini sostiene che «potrebbe essere necessario chiudere i mercati per qualche settimana». Gli asiatici si sono dati un fondo da 80 miliardi di dollari per affrontare eventuali emergenze e il commento degli esperti è stato che 80 miliardi sono pochi. Cioè, si pensa che in Asia ci sarà bisogno di ben più che 80 miliardi. I cinesi, che l’anno scorso ebbero una crescita del Pil superiore all’11 per cento, quest’anno saranno al 9 e l’anno prossimo al 7. Nei bollettini si legge che una crescita inferiore all’8 porterà a quel Paese molti problemi sociali. Non voglio neanche pensare al significato autentico dell’espressione ”problemi sociali” riferita alla Cina. In Cina le case costano troppo e in America costano invece poco, tanto è vero che gli acquisti sono aumentati del 5,5%, sorprendendo tutti. Quindi, le azioni (pezzi di carta) crollano, le case (mattoni) reggono. A proposito, Berlusconi ha negato le rottamazioni che il suo ministro Scajola aveva annunciato.
• Peccato.
Guardi, la rottamazione ha i suoi contro. Primo: è un intervento una tantum. Secondo, spinge le famiglie a indebitarsi. L’Italia, come indebitamento delle famiglie, sta piuttosto bene (sei su dieci sono pulite) e questo è un valore da preservare. Del resto, Tremonti ha messo a disposizione di chi sta in crisi appena 20 miliardi. Ieri hanno sospeso per eccesso di ribasso un po’ tutti i titoli principali: Unicredit, Eni, Fiat, Impregilo, Monte dei Paschi. Intesa almeno tre volte, se non ho perso il conto. L’Islanda, una nazione in bancarotta, ha chiesto un prestito di due miliardi al Fondo monetario. Il Fondo monetario glielo ha concesso. Il prossimo problema sarà il fallimento dei Paesi.
• I Paesi possono fallire?
L’Argentina non è andata in bancarotta qualche anno fa? E la Germania di Weimar, quando un francobollo costava un miliardo di marchi? I portafogli spalancati del Fondo monetario, della Bce, della Federal significano inflazione. Sono una soluzione se salteremo via dai carboni ardenti abbastanza presto. Altrimenti ci consegneranno al rogo. I Paesi sull’orlo del collasso, o già collassati di fatto, sono, in ordine alfabetico: Argentina, Bielorussia, Corea del Sud, Islanda, Kazakhstan, Pakistan, Russia...
• Russia?
...Ucraina, Ungheria... Sì, Russia. La Borsa di Mosca resterà chiusa fino a martedì. Per sostenere le banche Putin ha dovuto impegnare il 15% del Pil (è come se Tremonti avesse dovuto mettere sul tavolo non venti, ma duecento miliardi). Per sostenere il rublo sono stati bruciati 15 miliardi di riserve... Magari Putin riuscirà a non fallire. Ma certo avrà i suoi grossi problemi anche lui, esattamente come gli americani. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25/10/2008]
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