Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Le Borse sono di nuovo andate giù, ma il punto non è ormai più questo, almeno per ora: la recessione è sicurissima, l’ha confermata Draghi andando a riferire al Senato e l’ha ribadita il Fondo Monetario Internazionale, diffondendo una previsione relativa al Pil 2008 che ci vede in calo dello 0,1% e relativa al 2009 che ci vede in calo dello 0,2%...
• Sa che mi sono stufato delle cifre?
Il governatore, davanti ai senatori, ha pronunciato la parola “famiglie”. Questo la commuove un po’ di più? Eccole il resoconto preciso: i consumi delle famiglie si contraggono per via della preoccupazione e per via dell’erosione del reddito disponibile ad opera dell’inflazione e per l’aumento del costo dei debiti...
• Cioè? Cioè? Spieghi bene. Perché la preoccupazione, da sola, basterebbe a metterci in crisi?
Non sa che la vita economica si basa soprattutto sulla fiducia? Penso che domani guadagnerò un po’ più di oggi e allora faccio un mutuo e mi compro una casa. Con questo gesto incentivo l’edilizia, perché se siamo disposti a comprare casa, gli industriali sono pronti a costruire. Costruendo dànno lavoro a un mucchio di gente. Che a sua volta si troverà in tasca dei soldi da spendere. il cosiddetto ciclo: se un punto della catena si inceppa, non gira più niente. Il punto relativo alla fiducia è decisivo: se invece di pensare che domani guadagnerò un po’ più di oggi, penso che domani guadagnerò un po’ di meno, allora mi tengo i soldi e non spendo. Ora il nostro sistema è costruito sull’ipotesi che il denaro si muova e che il risparmio si trasformi il più presto possibile in un qualche investimento. Le famiglie che non investono il loro reddito in una casa, in una vacanza o in un’automobile e tengono i soldi fermi sul libretto postale, o magari sotto il materasso, fanno il paio con le banche che, appena presi un po’ di soldi a debito dalla Bce, li depositano presso la stessa Bce e si guardano bene alla banca sorella che glieli chiede. A proposito, l’euribor a tre mesi ieri è sceso sotto il 5%: 4,968. Non succedeva da un mese. Le famiglie pagheranno un mutuo un po’ meno caro. Bene, forse gli avanzerà qualche spicciolo da investire.
• Ma è giusto questo concetto che se nessuno compra niente, andiamo in crisi?
Forse no, e come abbiamo detto qualche volta c’è tutta una corrente di pensiero che spinge per la decrescita. Il problema è che riorganizzare una società da cima a fondo in modo da liberarsi del feticcio della crescita è assai problematico. Forse ci vorrebbe un tiranno, anche abbastanza sanguinario, per costringerci alle rinunce del caso. Quindi, per il momento, teniamoci il sistema basato sul Pil che deve salire e che se non sale ci mette nei guai.
• Che si può fare per uscire dai guai?
Il governo sta pensando alla rottamazione di automobili e frigoriferi e forse di qualche altro elettrodomestico. Dico ”il governo” e sbaglio: vuole la rottamazione soprattutto Scajola, il ministro dello Sviluppo economico. Riconoscendo un bonus a chi porta la vecchia macchina a rottamare e ne compra una nuova, si stimola la domanda di automobili, molto depressa quest’anno, e con la domanda di automobili, si spera, si incentivano anche altri consumi. L’uomo che non è d’accordo con questa soluzione è Sacconi, ministro del Lavoro, il quale dice due cose: primo, le rottamazioni aiutano pochissime aziende (la Fiat, Merloni) e questo non è giusto; secondo, la rottamazione è comunque un intervento una tantum, cioè in definitiva denaro a pioggia, mentre a questo punto servirebbe piuttosto intervenire sulla struttura.
• E che cos’è un intervento sulla struttura?
Sacconi non osa dirlo, ma probabilmente pensa al taglio delle tasse per le famiglie che hanno i redditi più bassi. Una promessa che tra l’altro il centro-destra ha fatto con gran clamnore in campagna elettorale. Lei sa qual è il concetto: gli taglio le tasse, quelli si ritrovano un po’ di soldi in più, li spendono, recupero perciò quel tanto di Irpef a cui ho rinunciato sul lato dell’Iva o sulle denunce dei redditi delle imprese. La linea della rottamazione e la linea del taglio delle tasse confliggono. Ieri Berlusconi ha dato l’impressione di essere d’accordo con la rottamazione: in una riunione degli industriali di Napoli ha replicato al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia – che naturalmente vuole gli incentivi per auto e frigoriferi –, dicendosi «d’accordo su tutto». Tremonti tuttavia non ha ancora parlato e in una materia come questa sappiamo già che la decisione finale spetta a lui. Berlusconi non avrà problemi, eventualmente, a dichiarare che ieri abbiamo capito tutti male. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 22/10/2008]
(leggi)