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 2008  ottobre 20 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Oggi, nel Lussemburgo, si incontrano i ministri europei dell’Ambiente. Sarebbe una notizia noiosissima se non fosse che gli italiani sono a capo di un gruppo di dieci paesi che non intende assolutamente dar retta a francesi, tedeschi e spagnoli sulle regole relative all’inquinamento.

Vogliamo continuare a inquinare come ci pare e piace?
Gli europei vorrebbero che ci mettessimo in regola, noi e tutti gli altri, entro il 2020. Noi sosteniamo che per metterci in regola è necessario riorganizzare tutto il nostro sistema produttivo e il 2020 è troppo vicino per un lavoro così gigantesco. Gli europei hanno poi indicato delle tappe intermedie per raggiungere quell’obiettivo. E gli italiani rispondono: invece delle tappe intermedie, puntiamo tutto sul risultato finale. Se lo raggiungiamo tutto negli ultimi diciotto mesi – per esempio – che ve ne importa? Altro ragionamento degli italiani: guardate che se imponiamo agli imprenditori di abbassare troppo il livello di inquinamento, quelli se ne andranno da qualche altra parte e noi, per non aver saputo tollerare un po’ di gas serra, ci ritroveremo addirittura senza fabbriche. Ultimo discorso che fanno i nostri governanti: tutto questo affannarsi a ridurre l’inquinamento e a sopportare i costi relativi è alla fine abbastanza patetico, dato che intanto Cina e Stati Uniti - che non aderiscono a nessun accordo internazionale - continueranno a sporcare a tutto spiano. A che scopo caricarsi di costi, fare sacrifici di ogni tipo, quando poi l’aria che respiriamo resterà lurida per colpa di cinesi e americani? Naturalmente la posizione italiana è rafforzata dalla crisi finanziaria. Noi diciamo: in questo momento di crisi gravissima, ci mettiamo a spendere per le ciminiere? Via, pensiamo piuttosto a sostenere le imprese.

Posso dirle la mia sensazione? Gli italiani in questo caso non mi piacciono. Inquinare è pessimo e mi piacerebbe vedere, in mezzo a tutti questi ragionamenti, un’affermazione credibile di questo comandamento. Chi sono gli altri paesi che sono d’accordo con noi?
Polacchi, ungheresi, rumeni. Paesi, cioè, piccoli soprattutto dal punto di vista industriale. Antiquati per quello che riguarda gli impianti. Insomma, non una compagnia esaltante. Contro di noi ci sono francesi, tedeschi e spagnoli. Noi abbiamo già ottenuto un rinvio di ogni decisione a metà dicembre. Poi vorremmo che l’intero piano europeo subisse uno slittamento di un anno. Questo anno dovrebbe essere dedicato a studiare il problema dei costi. Cioè, se capisco bene, quali benefici reali arriveranno spendendo i soldi che si dovranno spendere. Sempre per via di americani e cinesi, che rovinerebbero tutto. Berlusconi, la Prestigiacomo, Ronchi, Frattini, Brunetta – insomma i politici che si stanno occupando della faccenda – non tengono però conto del fatto che sia Obama che McCain si sono mostrati molto più aperti di Bush sulle tematiche ambientaliste.

In che consiste poi questo piano europeo a cui ci opponiamo?
Sarebbero i “tre 20” da realizzare entro il 2020. Vale a dire: entro il 2020 bisognerebbe raggiungere «il 20 per cento in più di efficienza energetica», cioè ottenere gli stessi risultati col 20% di energia in meno. Il “secondo 20” rappresenta l’inquinamento: emettere, sempre entro il 2020, il 20 per cento in meno di anidride carbonica. Il ”terzo venti”: aumentare del 20% l’energia prodotta con le fonti rinnovabili. Lei ricorderà che le “fonti rinnovabili” sono quelle che non si esauriscono mai, per lo meno che non si esauriscono nella scala dei tempi umani. Per esempio: il petrolio o il carbone prima o poi si esauriranno, mentre il vento o il sole no. Bene, l’Europa ci vorrebbe impegnare a produrre un quinto di tutta la nostra energia col vento, il sole e l’altra rinnovabile.

Ma noi diciamo bugie? Altrimenti come mai gli europei non si rendono conto che non siamo in grado di sopportare i costi di questa operazione?
In realtà c’è un contrasto sui numeri in ballo. Noi sosteniamo che per fare quello che ci viene chiesto dovremmo spendere 18,2 miliardi l’anno, cioè l’1,4 per cento del Pil. Loro dicono che al massimo spenderemmo 12,3 miliardi. Il bello è che questi numeri derivano dallo stesso documento, un librone di quasi mille pagine preparato lo scorso giugno. Solo che noi ci aggrappiamo a quello che si sostiene in un certo scenario e a Bruxelles fanno riferimento a un altro scenario.

Possibilità di un accordo?
Arriveranno di sicuro a un qualche compromesso. Magari non oggi, ma ci arriveranno. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/10/2008]

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