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 2008  ottobre 16 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Le Borse hanno ricominciato ad andar giù, e ne parleremo. Ma converrà partire da un’altra notizia, fornita ieri dalla Caritas, e cioè che da noi ci sono 15 milioni di poveri e che questa massa di indigenti, contro cui le nostre politiche sociali sembrano molto poco efficaci, è destinata ad aumentare.

Che cosa si intende esattamente per ”poveri”.
Nel nostro caso persone che vivono con meno di 600 euro al mese. Il numero di italiani in queste condizioni è uguale a sette milioni e mezzo. Poi ci sono nostri concittadini che stanno appena sopra questa soglia di reddito: altri sette milioni e mezzo che possono diventare poveri da un momento all’altro. A questi – che già rappresentano un italiano su quattro – bisogna aggiungere le famiglie che devono farsi carico di uno o due anziani non autosufficienti e quelle con tre o più figli (un terzo di quest è povera). Il 48,9% di queste persone in stato di indigenza vive al Sud.

Non abbiamo una politica sociale? Quanto spendiamo per i poveri?
Per tutta la protezione sociale spendiamo quasi 400 miliardi. Il 66,3% se ne va in pensioni (aumentate di un 5,2 per cento rispetto all’anno scorso). Per l’assistenza propriamente detta ci sono 47 miliardi. La Caritas, nella sua conferenza stampa di ieri, ha proposto di non aumentare questo stanziamento, ma di spenderlo diversamente: invece di dar soldi, lo Stato e gli enti locali forniscano servizi. Chi oggi percepisce queste somme, contratti con Stato ed enti locali le cose che vuole. L’idea è di riscaldare l’intervento sui poveri avvicinando uomini a uomini, donne a donne. Non più o non solo soldi che arrivano nelle case e non incidono – per esempio – sulla solitudine, uno dei drammi più sentiti della vecchiaia e della povertà. Ma uno slancio di solidarietà complessiva, che trasformi i denari spesi in qualcosa di più di una semplice erogazione. Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, che ha collaborato con la Caritas nello studio sulla povertà, ha ammesso però che cambiare sistema «non è per niente facile, perché chi oggi beneficia dei trasferimenti pubblici e ne ha fatto una fonte di reddito non è disposto a rimettere in discussione i diritti acquisiti, anche se ragioni di equità portassero a riconoscere il contrario».

C’è un qualche rapporto tra questi numeri e la crisi finanziaria che imperversa?
No, le cifre e le analisi si riferiscono a un mondo che ancora non era stato toccato dal precipitare dei corsi azionari e dalla crisi delle banche. La Caritas sottolinea il fatto che si sono stanziate montagne di soldi per aiutare le banche e non si sente parlare di un euro in direzione delle fasce più derelitte della nostra società. un problema che sta venendo al pettine molto rapidamente. Per esempio, che atteggiamento terranno i governi verso la crisi dell’industria?

Beh, se hanno fatto tanto per le banche dovranno fare altrettanto per le fabbriche.
Si vede già adesso che non sarà così. stato calcolato che a New York la crisi finanziaria provocherà in due anni 150 mila disoccupati, persone cioè che lavoravano nel settore finanziario. Il piano Paulson ha comunque già stanziato 700 miliardi in direzione degli istituti del credito. Vediamo invece che cosa si prepara per l’industria dell’automobile, settore in difficoltà gravissima (ieri i dati hanno mostrato un altro calo impressionante delle vendite). Ebbene, la General Motors aveva chiesto un aiuto di 50 miliardi e gliene sono arrivati appena 25. E la General Motors impiega più di 260 mila persone. Anche se una rete di banche efficienti è una pre-condizione a un’economia sana, la disparità, agli occhi del cittadino, appare insopportabile, tanto più che le banche sono le principali responsabili, con il loro pessimo comportamento, del disastro in cui ci troviamo.

Che cosa si dovrebbe fare?
Ieri Veltroni ha gridato che questi sono i veri problemi («non il Bagaglino») e ha invocato una discussione immediata su questi temi. Monsignor Nozza, della Caritas, ha però ricordato che la miseria non è né di destra né di sinistra. «La questione povertà non può essere affrontata con colpi di genio e ad effetto ma solo con un piano nazionale strutturato e permanente"». La Caritas, confrontando la nostra situazione con quella degli altri paesi, ha scoperto che i nostri interventi intaccano l’universo dei poveri per non più del 4 per cento. Mentre, ad esempio, in Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda l’impatto della spesa per la protezione sociale è riuscito a ridurre anche del 50 per cento il rischio povertà. Questo fino a ieri, naturalmente. Cioè fino a quando la bufera finanziaria in cui siamo precipitati non ha cominciato a renderci tutti più poveri. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/10/2008]

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