Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Lei non ci crederà, ma la notizia di oggi è che la Ford Explorer a 8 cilindri non sarà più prodotta.
• E come può una notizia simile essere il fatto del giorno?
Perché facendola diventare fatto del giorno le posso parlare della 1 lakh car, che è stata presentata il giorno 10 al Salone di New Delhi. Questo sarebbe stato il fatto del giorno di giovedì scorso. Ma la faccenda della Ford me la rende a un tratto attualissima e adesso, che lei lo voglia o no, io gliene parlo.
• Dovrà partire da parecchio lontano. Lak che?
Ma è la vettura a quattro o cinque posti che costerà 1700 euro e andrà in produzione in India. La Gazzetta ne ha già parlato l’altro giorno. Tata – l’Agnelli indiano – ha finito gli esperimenti e l’ha portata a New Delhi dove finalmente tutti l’hanno potuta vedere. E qual è la cosa più sorprendente? Che sembra una macchina normale. L’unica cosa anormale è il prezz tre milioni e qualcosa delle vecchie lire. Naturalmente non conosciamo i test relativi all’inquinamento e alla sicurezza, che saranno certamente al di sotto degli standard europei. Ma ci preoccupavamo di inquinamento e sicurezza cinquant’anni fa quando ci veniva offerta quella meraviglia che si chiamava Seicento? No, non ci preoccupavam firmavamo un mucchio alto così di cambiali e partivamo, con la famigliola e il tetto pieno di valigie. Dice: come faranno gli indiani ad andare in macchina con le strade che si ritrovano? Ma le nostre non erano mica tanto megli l’Autostrada del Sole completa, cioè da Napoli a Milano, è del 1964. In macchina c’eravamo già saliti, con la Topolino (1948), la Giardinetta (o Giardiniera: 1949, era in pratica una Topolino station wagon) e la 600. Per andare da Napoli a Milano in macchina ci volevano due giorni. Non stavamo tanto meglio degli indiani di adesso, in fondo.
• Sa qual è la domanda che ci facciamo tutti? Ma perché una macchina da tre milioni di lire non ce la vendono pure a noi?
Tata, che è furbo, ha già detto che la «1 lakh car» (espressione che significa «macchina da Centomila rupie») sarà venduta solo in India, Sri Lanka e Bangla Desh. Sa bene che per i nostri standard la sua vetturetta non è abbastanza sicura e inquina troppo. Tata poi non vuole forse scatenare la guerra mondiale dell’aut la carrozzeria della Centomila, per esempio, è stata disegnata dalla nostra Idea. Ma anche se lui non ci vuole fare la guerra, la guerra in qualche modo arriverà lo stesso. I giapponesi stanno per mettere sul mercato la Byd F1, che hanno già esposto a Shanghai e che costerà 2.200 euro. Anche qui è certo che da noi non potrà arrivare per via degli standard relativi alla sicurezza e alla capacità inquinante, che i giapponesi non ci hanno neanche fatto sapere. Ma insomma, il messaggio alle nostre orecchie è arrivat si possono produrre automobili a prezzi stracciati.
• Quindi?
Quindi il mondo dell’auto così come lo conosciamo è arrivato al capolinea. Ed eccoci alla Ford Explorer 8 cilindri uscita di produzione. Come mai è uscita di produzione? Perché l’ha battuta la Toyota Prius. Che cosa aveva questa Toyota Prius per sedurre gli americani? Gli stessi americani che per otto anni s’erano indebitati fino al collo pur di comprarsi l’Explorer, al punto che nel 2000 gli Explorer immatricolati erano addirittura 445 mila? Beh, la Toyota è un ibrid può camminare con l’elettricità oppure col carburante. E adesso, col petrolio a cento dollari, Bush ha imposto ai Suv dei limiti di emissione. Fine della politica delle tre grandi americane di Detroit, cioè General Motors, Ford e Chrysler, che hanno puntato ancora negli ultimi anni su roba mostruosa, da quattro litri di cilindrata. Vincono i giapponesi.
• Quindi sta finendo l’auto spinta dal petrolio?
Si vede l’emergere di due mondi. In Cina, in India e nei paesi che devono ancora motorizzarsi, non si andrà troppo per il sottile. Per dare l’auto al popolo bisognera farla pagare un niente. Tata, che chiama la sua Centomila “People car”, ha detto quest «L’idea della piccola auto familiare mi è venuta guardando una scena comune nelle nostre città e campagne: un padre in moto, un bambino sul serbatoio, la moglie dietro con in braccio un altro bimbo. Perché non dare loro un mezzo di trasporto più sicuro?» Questo è il cosiddetto ex-Terzo mondo, un mercato potenzialmente enorme, su cui si stanno buttando tutte le grandi aziende. Un mercato che, alla fine, si prenderà la gran parte del petrolio disponibile. Noi dovremo adattarci alle macchine elettriche, o a quelle a trazione idrogeno o idrogeno-metano, abitacoli minuscoli, leggeri e che comunque consumeranno il meno possibile. Le aziende sono pronte e i risultati si cominceranno a vedere tra un anno. L’alternativa? Soprattutto in città è piuttosto brutale: rinunciare all’automobile. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/1/2008]
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