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 2025  aprile 23 Mercoledì calendario

Ecco perché Rubio vuole chiudere il consolato americano di Firenze (dopo due secoli): «Ipertrofico e inefficace»

Resa dei conti all’orizzonte per il consolato degli Stati Uniti sul lungarno Vespucci di Firenze, aperto nel lontano 1819. A distanza di un paio di mesi, in cui si sono susseguite varie indiscrezioni da parte dei media statunitensi su una serie di possibili chiusure diplomatiche nell’ambito di un vasto piano di tagli imposti dal Dipartimento dell’efficienza governativa (Doge) di Elon Musk, per il consolato a Firenze sembra arrivata l’ora della verità.
Il segretario di Stato degli Usa, Marco Rubio ha annunciato una radicale riorganizzazione del dipartimento di Stato (l’equivalente del nostro ministero degli Esteri) con una serie di tagli a strutture e personale. «Così com’è, il dipartimento è ipertrofico, burocratico e incapace di svolgere la sua essenziale missione diplomatica in questa nuova era di grande competizione tra potenze. Negli ultimi 15 anni il dipartimento ha registrato una crescita senza precedenti e i costi sono aumentati vertiginosamente ma, lungi dal vedere un ritorno dell’investimento, i contribuenti hanno assistito a una diplomazia meno efficace ed efficiente», ha spiegato Rubio.
Consolati e ambasciate nel mirino
Nel mirino, come già anticipato nelle scorse settimane prima da Politico e poi dal New York Times che hanno visionato le liste preparatorie delle chiusure e dei ridimensionamenti, ci sarebbero 10 ambasciate e 17 consolati (soprattutto in Europa e Africa), tra cui quello di Firenze che secondo l’ufficio a Washington dell’Ansa sarebbe confermato.
Lo scenario più plausibile è l’assorbimento delle funzioni e di una parte dello staff del consolato all’interno dell’ambasciata statunitense a Roma ma al momento non è arrivata ancora nessuna comunicazione ufficiale.
«Come già accennato in passato il dipartimento di Stato rivede regolarmente le proprie esigenze operative. Al momento non ci sono nuove informazioni sul nostro consolato che continua a svolgere regolarmente la sua attività nella circoscrizione che comprende Toscana, Emilia-Romagna e Repubblica di San Marino», fa sapere una portavoce del consolato statunitense in città mentre Palazzo Vecchio segue con attenzione gli sviluppi.
La storia del consolato americano di Firenze
Il consolato sul lungarno Vespucci, attivo da oltre due secoli a Firenze, rappresenta infatti un punto di riferimento centrale per l’ampia comunità americana nella circoscrizione. Si tratta ogni anno di 85 mila residenti americani, quasi 4 milioni di turisti e 18 mila studenti americani che frequentano le oltre 40 università presenti sul territorio. Anche i legami commerciali restano molto forti: nella circoscrizione si contano circa 400 aziende americane che impiegano oltre 40 mila italiani, di cui 180 si trovano in Toscana e danno lavoro a 26 mila persone.
Sabato scorso, grazie alla spinta dell’associazione Good trouble Firenze in collaborazione con Democrats abroad, un centinaio di cittadini americani si è riunita in piazza Santa Maria Novella per protestare contro la linea del presidente Donald Trump e la possibile chiusura del consolato.