repubblica.it, 23 aprile 2025
La Russa jr, la ragazza che ha denunciato la violenza si oppone alla richiesta di archiviazione
Stefano Benvenuto, avvocato della ragazza che ha denunciato Leonardo La Russa (terzogenito del presidente del Senato) e Tommaso Gilardoni per violenza sessuale, si oppone alla richiesta di archiviazione firmata dai pm di Milano e chiede alla giudice l’imputazione coatta – quindi il processo – per i due indagati. La presunta vittima, secondo il legale, non poteva prestare consenso quella notte tra il 18 e il 19 maggio 2023, quando i tre si ritrovarono a casa di Leonardo Apache dopo una notte in discoteca.
"Tasso alcolico troppo alto, ebbe un black out”
Benvenuto, dopo aver letto le oltre cinquemila pagine di atti, concentra la sua opposizione su alcuni punti. Il primo: le condizioni della ragazza quella notte. Secondo i suoi consulenti, il suo tasso alcolemico era molto alto, di 3,3. Il che, unito al fatto che aveva assunto sostanze psicotrope, spinge i legali a sostenere che la donna non era in sè. Non poteva dunque prestare consenso, è la lettura. E sarebbe questa l’origine del “black out”, della totale amnesia a causa della quale la giovane non ricorda nulla della notte nell’abitazione del presidente del Senato.
“La ragazza straparlava”
Dalle indagini sarebbero emersi dei testimoni, fuori e dentro la discoteca, che hanno raccontato di come la ragazza “straparlava”, rispondeva in modo inadeguato alle domande, diceva cose fuori dalla realtà, aveva un linguaggio sconclusionato.
Per gli avvocati “non poteva dare consenso”
C’è poi la questione del video girato dagli stessi indagati quella notte in casa. L’attenzione si concentra su un filmato al quale, evidentemente, viene dato un peso diverso dalle parti. Per la difesa della ragazza, mostrerebbe che le condizioni della presunta vittima non erano tali da prestare consenso. Che anzi lei quasi biascicava nel rispondere alle domande.
Il bacio rubato e l’approccio con i testimoni
La mattina dopo, il 19 maggio, la 24 enne si svegliò a casa del figlio del presidente del Senato. Prima di andarsene, sconvolta, lui pretese un bacio (circostanza emersa anche dalla denuncia di lei). Per i legali anche questa sarebbe stata una forma di violenza e non è stata adeguatamente valutata dai pm. Nell’opposizione citano pure un precedente che riguarda sempre La Russa jr, un altro bacio con una ragazza di 17 anni in un’altra discoteca (caso che non fa parte dell’indagine e per il quale non risuta aperto alcun fascicolo). Ancora, la difesa attacca su un punto: Leonardo jr si sarebbe prodigato per contattare alcuni suoi amici prima che andassero in questura come testimoni.
L’avvocato Benvenuto non commenta perché, contattato, spiega “in questo momento è prioritaria la riservatezza e non diffondo informazioni”.
La procura chiede l’archiviazione per il reato di violenza sessuale
La procura di Milano, poche settimane fa, ha chiesto l’archiviazione per Leonardo Apache La Russa e Gilardoni. Al contempo ha chiuso però le indagini e si appresta quindi chiedere il processo per revenge porn, reato che punisce da uno a sei anni la “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. In particolare La Russa jr, “dopo averlo realizzato” il 19 maggio 2023, avrebbe inviato all’amico dj Gilardoni, “ospite presso la sua abitazione” via whatsApp, “un video a contenuto sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato”, che ritraeva la ragazza di 22 anni (oggi 24enne, ndr), senza il suo “consenso”, come hanno scritto l’aggiunta Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro.
Nella richiesta, però, si legge che dalle “immagini non emerge la prova di alcun comportamento di induzione diretto allo sfruttamento della condizione di inferiorità della ragazza per carpirne un consenso, atto induttivo che deve essere distinto e antecedente all’atto sessuale. Infatti, il comportamento dei due indagati è certamente connotato da una profonda superficialità e volgarità nella modalità di concepire e trattare una ragazza, che viene passata da uno all’altro, con l’unica preoccupazione di farle lavare i denti tra i diversi atti sessuali. Tale atteggiamento, che non è assolutamente rispettoso della dignità della donna, non integra in sé la condotta di induzione e approfittamento richiesto dalla norma”.
Infine, per la procura “non vi è in atti la prova che gli indagati, pur consapevoli dell’assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà” della giovane “nel compiere gli atti sessuali”.