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 2025  aprile 23 Mercoledì calendario

“La parrucca fucsia, l’analista saltato e il ‘no’ che m’ha salvato”

“La mia fortuna? Raggiungere una certa notorietà quando avevo già 27 anni. Diventare famoso a 18 può rivelarsi molto pericoloso, non ti sei ancora fatto le ossa”.
Tanti suoi colleghi arrivano in cima troppo presto e scoppiano, Mahmood.
Le porte in faccia alla loro età fanno molto più male. Io, oggi, so di dover rimanere con i piedi per terra. Quando arriva una proposta mi domando: ti sentiresti a tuo agio? Se la risposta è no, punto altrove. Non voglio ritrovarmi a fare cose che non mi rappresentano. L’instabilità emotiva è sempre in agguato, per tutti.
Pure lei, agli esordi, prese belle porte.
A X-Factor nel 2012: avevo vent’anni. Ci restai malissimo quando mi eliminarono. In quella fase della vita non sei pronto per certi rifiuti.
Scartato dal suo giudice, Simona Ventura, agli Home Visit. Quindi ripescato dal pubblico.
Aveva ragione Simona, l’ho sempre ringraziata. Se mi avesse portato avanti sarebbero stati cazzi. Invece quello smacco mi diede la carica per insistere. Mi iscrissi a una scuola di musica, teoria e solfeggio, iniziai a scrivere.
Era partito ben prima, da ragazzino.
Alla prima lezione di canto eravamo in tre, io e due ragazze. Una provò con Di sole e d’azzurro, l’altra con Luce.
E lei?
Whenever, wherever di Shakira.
Dove eravate?
Al Forum di Assago.
Sul palco?
Una stanzuccia accanto alla pista di pattinaggio. Andavo al Forum perché mia madre mi mandava in piscina, ho fatto 12 anni di nuoto, ero grasso. Vidi questo foglio alla reception, tre corsi artistici. Io: ‘Mamma, iscrivimi!’. Era il periodo di Saranno famosi. Frequentai canto, spagnolo, recitazione con Gianluca Impastato di Colorado Café. Ed ero il più giovane nel ballo hip hop.
Shakira le diede sicurezza.
La cantavo tranquillo, come in camera mia. Solo che il giorno del saggio mi dimenticai di andare, ero distratto. Quanto piansi.
Dopo si riscattò.
A 12 anni presi a studiare veramente musica, a Baggio. Debutto in un teatro con Georgia on my mind. Conservo il Dvd.
Che pensa dell’Alessandro bambino sulla copertina del suo ultimo singolo Sottomarini?
Un gesto di offerta verso me stesso. Di quella foto mi sono sempre vergognato, fino all’adolescenza. Ero buffo, ciccione, con la parrucca fucsia. Riguardandola adesso capisco che c’era un’originalità dentro di me che mi distingueva, quindi mi piace. A volte penso che da piccolo fossi più libero di oggi.
Ora non si sente libero?
Essere famosi non aiuta a sentirsi sicuri. Mi lascio influenzare dai giudizi, da bambino potevo sbattermene.
Che dice l’analista?
Non ci vado da tre mesi, infatti mi sento esaurito.
Chris Martin dei Coldplay ha rivelato di essere depresso.
Mi dispiace un sacco, non so perché stia così. Il mio vantaggio è non essere un divo planetario. È bello camminare in mezzo alla gente senza dover abbassare gli occhi. Se mi gira vado a Rio mezzo nudo, costume e cappellone azzurro, mi diverto mischiandomi alla folla.
NLDA tour che porta in giro da quasi tre anni è fortemente identitario. Un viaggio attorno alla sua creatività. Dal 17.5 un’ultima infornata di palazzetti: Bologna, Roma, Napoli, Torino, Milano.
Un capitolo che si chiude, un modo per ringraziare chi ha creduto nel progetto.
L’ha esportato in Europa.
Un ricordo su tutti: quel ragazzo a Stoccarda che salì sul palco, indisturbato, e ballò con me per tutto il concerto.
Può giocarsela, in campo internazionale.
Campionato complesso, se canti in italiano. Sono a un punto della carriera in cui sento di aver già fatto molto nel nostro Paese. Vorrei provare a fare qualcosa di nuovo, però prendendomi il mio tempo, senza ansie da prestazione.
A condurre Sanremo con Conti e Cucciari come si è sentito?
Sono stato bravo, poteva andare molto peggio. Rivedendomi non mi sono sentito in imbarazzo, quella è la prova del nove.
Un eventuale divorzio tra la Rai e Sanremo?
Spero di no, ogni volta che si cambia qualcosa rischi che si rovini. E la settimana di Sanremo è fatta di mille riti lì. Come rinunciare alle meringate di quel ristorante?
La norma in Uk che nega ai trans gli stessi diritti delle donne?
Rispondo con la scritta su quelle magliette: Protect the dolls. Ci siamo infilati in tempi oscuri.
Ha girato uno spot con Sarah Jessica Parker. Le ha insegnato parolacce in italiano?
Ora dice perfettamente ‘Porca puttana’.
Sarah è professionalissima. Una diva.

Se qualcuno la chiamasse da Hollywood?
Non mi si caga nessuno.
Cinema? Voglio la musica. Dopo la canzone per Noemi ho i cassetti vuoti. Per scrivere devo tornare a vivere.