Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  aprile 23 Mercoledì calendario

“A cosa servono il tricolore sulle bare bianche e il crocefisso se poi Cristo in queste case non ci entra?”: così Rocco Hunt sulla strage di Scampia

“Quelle povere creature morte sotto al ballatoio per me sono vittime dello stato e dell’abbandono (…) A cosa serve dopo, il presidente che fa le condoglianze, il tricolore sulle bare bianche, a cosa serve il crocefisso se poi Cristo in queste case non ci entra?”. Sono solo alcuni dei versi durissimi di uno dei brani inediti di Rocco Hunt dal titolo “Demone Santo”, racchiuso nel nuovo disco “Ragazzo di giù”, in uscita venerdì 24 aprile. L’artista ha voluto dire la sua sulla strage di Scampia, quando il 24 luglio scorso alla Vela Celeste il ballatoio in ferro del terzo piano si è staccato, travolgendo i piani inferiori. Sono morte tre persone, dodici i feriti, di questi anche bambini tra i 2 e gli 8 anni di età.
“Spero che lo Stato se ne accorga della situazione che c’è e che non accadano più tragedie come quella che abbiamo visto a Scampia, ma non solo. – ci ha raccontato Rocco Hunt – Ci sono state tante altre disgrazie purtroppo che accadono per i danni alle infrastrutture. Il Sud versa in una condizione assai difficile. Io spero sempre che le due Italie, il Nord e il Sud, prima o poi si uniscano realmente per offrire anche tante più opportunità ai ragazzi che vengono dal Sud Non voglio fare vittimismo però è proprio un dato di fatto, lo dicono i numeri… Spero davvero che un giorno si possa andare avanti anche con una presa di coscienza maggiore”.
Poi ha spiegato: “È anche vero che molte città del Sud si stanno svuotando, i ragazzi emigrano e non solo al Nord, ma in altre parti del mondo. Sicuramente questa cosa mi riempie il cuore di tristezza quando vedo questi fenomeni. Io penso che, alla fine, viaggiare sia comunque un metodo per crescere, una maniera per vedere cose nuove. Penso che tutti quanti noi prima o poi dobbiamo fare queste esperienze nella vita. Io in questo album faccio il viaggio al contrario, faccio il viaggio del ragazzo che da su torna giù e ho avuto la fortuna di farlo. Tutti quanti noi dobbiamo viaggiare, però allo stesso tempo dobbiamo avere anche l’opportunità poi un giorno di poter vivere e di poter stare, dove poi ognuno di noi si sente se stesso, dove si sente realizzato”.
In “Primm’ de 30” Rocco Hunt racconta la sua vita tra passato, presente e futuro. C’è anche il riferimento al figlio Giovanni: “Io avuto comunque un’infanzia serena, a me non è mai mancato niente. Mio padre e mia madre hanno sempre lavorato e mi hanno supportato, anche se i mezzi erano pochi, ma non mi posso lamentare. È chiaro che mio figlio ha la fortuna di vivere chiaramente nell’agio, però io cerco sempre di bilanciare e di fargli vivere tutte e due le ‘temperature’. Sia quella della periferia, della strada, quando torniamo a casa, che la vita che sta attraversando in questo momento, perché è giusto che lui abbia tutte le cose belle. È chiaro che gli studi, le possibilità, i giochi, le tecnologie a portata di mano che Giovanni ha, io non le avevo, ma non voglio che però questo gli tolga la fame di potersi realizzare nella vita. Lui ormai è al 100% milanese ed è bello il fatto che riesca a bilanciare comunque l’accento milanese al dialetto napoletano. Secondo me, sapere di parlare tutte le lingue può essere un bel vantaggio, perché ti può far presentare in alcuni ambienti, però ti può far rispettare in altri. Quindi secondo me è una doppia ‘skill’ importante”.
C’è un sogno del “ragazzo di giù” che ancora non ha realizzato? “Mi ritengo fortunato perché comunque nella vita ho realizzato tanti sogni e ne sto continuando a realizzare. Spero di vivere sempre la musica con la spensieratezza che ho sempre, di divertirmi facendo musica e di uscire sempre fuori dalla comfort zone e di sperimentare”.
In “Ragazzo di giù” ci sono anche diverse collaborazioni: Gigi D’Alessio (“Giura”), Irama (“Cchiu bene e me”), Baby Gang con Massimo Pericolo (“Fratmo”), Clementino (“Yes I know my way”) e Olly (con cui firma il brano “Domani chissà”). Quattordici tracce, tra cui “Mille vote ancora” (presentata al Festival di Sanremo 2025), e la bonus track “Yes I Know My Way feat. Clementino”, la cover di Sanremo. A chiudere il disco “A’ notte” con un personale omaggio alla poetica di Eduardo De Filippo. Il 20 giugno, invece, partirà il “Ragazzo di giù Tour 2025” nelle principali venue estive che anticipa i due eventi live: l’11 settembre nella maestosa Reggia di Caserta e il 6 ottobre all’Unipol Forum di Milano.