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 2025  aprile 23 Mercoledì calendario

“Gli Usa vogliono bloccare la Cina”: litio, satelliti e il nuovo fronte della guerra fredda globale

Riflettori puntati sull’America Latina. Nel “cortile di casa” degli Stati Uniti si sta consumando l’ennesimo scontro indiretto tra Washington e Pechino. Degne di nota sono le manovre diplomatiche degli Usa in Cile. Il duplice obiettivo statunitense? L’ambasciata cinese a Santiago del Cile lo ha sintetizzato così: limitare il più possibile l’accesso del Dragone alle risorse del Paese latinoamericano, ricco di minerali e, al contempo, fare pressione sul governo cileno affinché limiti la cooperazione spaziale con il gigante asiatico. Che cosa sta succedendo?
Le accuse della Cina e le mosse Usa: cosa succede in Cile
Secondo quanto riportato da Newsweek, le accuse contenute in una dichiarazione pubblicata sul sito web dell’ambasciata cinese in Cile riflettono la crescente competizione tra Washington e Pechino in una regione in passato dominata saldamente dagli Usa e oggi sempre più appannaggio cinese. Di recente, il governo cileno aveva dichiarato di star esaminando un progetto spaziale tra un’università privata cilena e un istituto spaziale statale cinese, presso il Cerro Ventarrones nel deserto di Atacama. Sembrava che la strada fosse in discesa ma sarebbero adesso emersi problemi.
La Cina incolpa dunque gli Stati Uniti per l’improvviso cambio di rotta. La “vera intenzione” americana è quella di “ostacolare la normale cooperazione tecnologica tra Cina e Cile. Questo costituisce un’aperta interferenza nella scelta autonoma del Cile dei partner per la cooperazione”, ha affermato l’ambasciata cinese di Santiago del Cile. Gli Stati Uniti si sono impegnati in “una pura e semplice manifestazione di egemonia e di una nuova Dottrina Monroe. Confidiamo che il popolo cileno non si lascerà ingannare e che i tentativi degli Stati Uniti non avranno successo”, ha quindi concluso la sede diplomatica del Dragone.
Un nuovo braccio di ferro
La Cina ha anche attaccato il candidato ambasciatore statunitense in Cile, Brandon Judd, ex agente della Border Patrol e presidente del National Border Patrol Council. In un’audizione al Senato a Washington i legislatori hanno chiesto a Judd come avrebbe gestito la crescente presenza della Cina in Cile in settori come il commercio e la scienza. L’alto funzionari ha affermato che la rapida espansione commerciale di Pechino in tutto il mondo è “una questione molto importante per l’amministrazione Trump” e ha osservato che la maggior parte del litio estratto in Cile, vitale per tecnologie moderne come le batterie per auto, viene esportato oltre la Muraglia.
Nel complesso, circa il 40% delle esportazioni cilene, tra cui rame, litio, pesce e ciliegie, è destinato alla Cina. “La mia preoccupazione è che il 71% del litio estratto in Cile è finito in Cina l’anno scorso, quindi dobbiamo cercare dei modi per incrementare i nostri investimenti e offrire alle aziende degli Stati Uniti opportunità di business per entrare in Cile”, ha affermato Judd.
La crescente rivalità in America Latina e Centrale tra Stati Uniti e Cina è apparsa quanto mai evidente a causa della disputa sul controllo dei porti alle due estremità del Canale
di Panama, con un accordo stipulato da un consorzio di aziende statunitensi per acquistare la proprietà dalla società cinese con sede a Hong Kong Hutchison Ports, che ha provocato una furiosa reazione a Pechino.