Corriere della Sera, 22 aprile 2025
Intervista a Sara Tommasi
Sara Tommasi sorride gentile, con una ingenuità che fa tenerezza. Mentre gli chiede di portarle un caffè, chiama «amore» il marito e agente Antonio Orso, che ha sposato con le restrizioni da Covid il 21 marzo del 2021 a Massa Martana, pranzo nuziale nell’unico resort che cucinava per gli ospiti. Gli invitati erano sette: gli sposi, la nonna e il padre di lei, la mamma con la sua governante e poi l’autista. Oggi vive tra Terni e Sharm el-Sheikh. È lontana dalla bellezza piena dei suoi anni d’oro, rutilanti e tragici. Ma è andata avanti e ha voglia di raccontarlo.
Il suo primo ricordo felice?
«Con i miei genitori in un parco di divertimenti. Mi portavano a Gardaland, a Mirabilandia, a Eurodisney. Ci divertivamo sulle montagne russe, con i tiri con l’arco... Eravamo sempre felici».
I suoi ci sono ancora?
«No, mamma è mancata tre anni fa. Soffriva di Parkinson. Era la luce di tutto».
E suo padre?
«Lui c’è ancora. Soffre di disturbo bipolare, come me».
A chi assomiglia di più?
«Alla mia nonna materna: indossava sempre le scarpe con il tacco. Anche mia madre Cinzia era bella, però lei era più sportiva».
I suoi nonni avevano una delle pasticcerie più importanti di Terni.
«Tutti i pomeriggi andavo da loro a far merenda, mangiavo tantissime pizzette, ciambelle fritte, le portavo ai miei amici».
È vero che ha partecipato alla preparazione della torta rosa del film di Roberto Benigni «La vita è bella»?
«Sì, ho aiutato mio nonno e il suo pasticciere di fiducia, Rocco. Poi però non l’ho accompagnato alla consegna».
Da piccola cosa sognava?
«Fino ai 13 anni non lo sapevo. Poi ho cominciato a guardare Non è la Rai, mi piaceva tanto Ambra, conoscevo a memoria T’appartengo. E ho capito che volevo fare l’attrice o comunque entrare nel mondo dello spettacolo».
C’è riuscita a Milano, dove frequentava la Bocconi.
«Mi sono laureata in Economia con il professor Dallocchio. Ho preso 105. Una banca mi fece un’offerta, ma io stavo già lavorando a Paperissima: dopo, non sarei stata un’economista credibile...».
Come aveva cominciato?
«Il mio agente era Lele Mora. Lo avevo conosciuto in discoteca: mi avevano detto che era il manager delle dive e sono andata a presentarmi».
Cosa facevate?
«Andavo sempre in ufficio da lui perché lì si facevano i casting, gli shooting, e si chiudevano i contratti. Da lì si partiva per fare le serate in giro per l’Italia. Era tutto molto bello e sano».
Quanto la pagavano per una serata in discoteca?
«Anche 10.000 euro. E parliamo di 20 anni fa».
Come ha investito i soldi?
«Nell’immobiliare».
Ammiratori?
«Mi mandavano i fiori in camerino o mi aspettavano fuori con le foto per farsele autografare. Ho bellissimi ricordi, peccato che poi mi sia ammalata.
Dopo, tutti si sono allontanati».
Tempo fa alle «Iene» ha parlato del disturbo bipolare.
«Dopo quel monologo mi hanno scritto in tanti: padri, madri, ragazzi. Ci si sente euforici o depressi, ma il problema è quando non si accetta di avere una malattia: in quel momento puoi fare errori dai quali non è possibile tornare indietro».
Si riferisce ai film porno? Nel 2022 il Tribunale di Salerno ha assolto i cinque imputati accusati di violenza sessuale nei suoi confronti.
«Il processo è stato lungo. Ora non ci penso più, è acqua passata e gli sbagli sono stati anche i miei. Ce l’ho con me stessa perché non mi sono fermata per curarmi quando mia madre me lo aveva chiesto. Se avessi preso allora un anno di pausa non mi sarebbe successo nulla. Ma io in quel momento non volevo lasciare il programma che co-conducevo su Rete 4: Speciale Europa League. Anzi, pensavo fosse una congiura contro di me per non farmi lavorare. Pensa quant’ero stupida!».
Non era stupida, era malata. È stata anche ricoverata.
«Tre volte. La degenza più lunga è stata di sei mesi. I primi due ricoveri sinceramente non li ricordo, non ero in me. L’ultima volta sono stata a Villa Maria Pia qui a Roma».
Come sta ora?
«Bene».
Non prende più farmaci?
«No, da quando mi sono sposata vivo una fase molto tranquilla».
Come ha conosciuto suo marito?
«Per lavoro. Antonio fa il manager. Abbiamo iniziato a collaborare nel 2020. Poi un giorno, a un evento per San Valentino a Gubbio con Taylor Mega, è scoppiata una rissa e io, spaventata, mi sono stretta a lui. Diciamo che la scintilla è scoccata così».
Che ruolo ha nella sua vita?
«Lui mi parla e io mi sento bene. Dormo, mangio bene, vado in palestra, faccio una vita sana, lavoro...».
I fratelli di Antonio come l’hanno accolta?
«Tutti bene, lui è stato bravissimo a far capire la mia vera natura, ai tempi c’era ancora tanto pregiudizio».
Non fa visite di controllo?
«Sono tre anni che non vado dal medico. Antonio sa che se vede qualcosa che non gli torna, ne parliamo e poi andiamo dallo specialista».
Come mai avete scelto Sharm el-Sheikh?
«A Sharm dovevo fare una pubblicità per un resort. Una volta lì, ci siamo innamorati del posto e dopo tre giorni abbiamo comprato casa. Facciamo la spola con Terni. Ma ci siamo trasferiti solo dopo che è mancata mia madre».
È riuscita a salutarla?
«Sì, andavo tutti i giorni in ospedale. Fino all’ultimo sono stata con lei, assieme a mio marito: era tranquilla che fosse un bravo ragazzo».
Si è chiesta come ha fatto a perdersi?
«Con le droghe. Mi sentivo giù e anziché prendere i farmaci prescritti, ho preso altre sostanze. Quello mi ha proprio fatto uscire di testa».
Torniamo ai momenti belli della sua carriera. Quali le vengono in mente?
«Simona Ventura era un vulcano, per lei facevo la schedina: aveva la battuta pronta, mi diceva sempre di impegnarmi nella danza, per fare gli stacchetti».
Ha lavorato anche con Gerry Scotti e Fabrizio Frizzi.
«A Paperissima Gerry Scotti ci prendeva in giro, Fabrizio Frizzi invece mi diceva che ero brava. Sono stati anni davvero magici per me».
L’esperienza alla quale è rimasta più affezionata?
«L’Isola dei famosi, nel 2006. È stato faticoso, ma c’era il mare, facevo sempre il bagno, si stava in costume. Ero molto amica di Alessandra Pierelli: l’ho rivista da poco, abbiamo fatto una linea di gioielli per Capricci Store: la mia si chiama Butterfly».
Del calendario per Max è contenta?
«Ma sì, alla fine l’hanno fatto pure la Canalis e la Santarelli... E poi grazie a quel calendario feci il film Ultimi della classe e vinsi la targa di migliore attrice emergente».
Per strada la riconoscono?
«Sì, mi chiedono come sto, magari mi hanno vista alle Iene o da Monica Setta per Donne al bivio. Il loro affetto mi dà la forza per continuare. Se arrivano nuove proposte le valuterò con mio marito».
Cosa guarda in tv?
«Mi piacciono Del Debbio e Bianca Berlinguer su Rete 4 e Myrta Merlino su Canale 5».
A lei cosa piacerebbe fare?
«Un programma solare. E poi c’è la prospettiva di un docufilm sulla mia vita, per parlare di bipolarismo».
Desidera un figlio?
«Sì, ma sono stata operata all’utero e sarebbe una gravidanza molto a rischio. Stiamo pensando all’adozione. Con calma, però: siamo ancora nella fase adolescenziale del nostro amore, ci piace uscire per andare a mangiare il gelato, a trovare i suoi genitori...».
Nel libro del 2021, «Ricomincio da Sara», ringrazia anche il dolore.
«È stato parte di una strada con mille cadute e altrettante riprese. Il dolore ti forma. Ma bisogna imparare a valorizzare quello che si ha, altrimenti ti resta la sensazione che ti manchi sempre qualcosa. Purtroppo io l’ho capito quando ho perso tutto».