il Fatto Quotidiano, 22 aprile 2025
Meloni-Trump, governo diviso sul nuovo ambasciatore in Usa
Uno dei principali dossier che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà risolvere dopo la missione alla Casa Bianca di giovedì scorso e, se possibile, prima della visita a Roma del presidente Donald Trump, sarà la scelta del prossimo ambasciatore negli Stati Uniti. L’attuale ambasciatrice a Washington, Mariangela Zappia, che ha accompagnato la premier nella Cabinet room e poi nello Studio Ovale, era stata nominata nel 2021 dal governo Draghi ed è in uscita: è già in regime di proroga con un decreto ad hoc dopo i quattro anni dell’éra Biden, e Meloni aveva deciso di aspettare l’esito delle elezioni di novembre. Ma adesso dovrà prendere una decisione entro poche settimane e l’esecutivo si sta dividendo sulla sede più ambita della diplomazia, dicono due fonti a conoscenza della questione.
Una premessa è necessaria. Fonti di governo spiegano che il ruolo del prossimo ambasciatore americano sarà molto diverso da quelli precedenti, in quanto è diverso l’approccio del presidente Trump rispetto ai suoi predecessori: quest’ultimo, come dimostrano i ripetuti e informali contatti delle ultime settimane con Palazzo Chigi, preferisce avere rapporti diretti con i suoi omologhi capi di Stato e di governo senza troppe intermediazioni delle feluche. Dall’altra parte, però, avere un “orecchio” attento a Washington diventa decisivo per il governo italiano, soprattutto alla luce di decisioni inaspettate che possano cambiare i rapporti tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Della questione non si sarebbe parlato nella visita di Meloni alla Casa Bianca, ma il dossier in questi giorni è tornato sul tavolo della presidente del Consiglio.
Meloni avrebbe un nome preferito sulla lista: il suo consigliere diplomatico Fabrizio Saggio. Romano, 54 anni, è stato ambasciatore in Tunisia e a fine 2023 è stato scelto dalla presidente del Consiglio come consigliere per sostituire Francesco Maria Talò, dimissionario dopo la gaffe planetaria della finta telefonata dei due comici russi che “bucarono” la rete di Palazzo Chigi e, fingendosi un capo di Stato africano, arrivarono a parlare con la premier pubblicando poi il contenuto della telefonata in cui Meloni ammetteva una “stanchezza” dell’opinione pubblica sulla guerra in Ucraina.
Saggio era stato scelto da Meloni come persona di sua stretta fiducia e in questi anni il rapporto con la presidente del Consiglio si è rafforzato ancora di più: viene considerato uno dei principali ispiratori del “Piano Mattei” per l’Africa, essendo anche il coordinatore della Struttura di missione. Inoltre, altro elemento importante, è conosciuto da Trump perché Meloni lo ha portato a gennaio a Mar-a-Lago per liberare Cecilia Sala, poi a Washington per l’Inauguration Day e infine alla Casa Bianca. Quest’ultimo però ha davanti a sé due ostacoli: il primo è che non è ambasciatore di grado e, al di là di una promozione scontata, la sua nomina potrebbe non piacere a molti alla Farnesina; in secondo luogo Meloni dovrebbe trovarsi un altro consigliere diplomatico, una scelta non semplice come dimostra il caso di Talò che non si è mai veramente “preso” con la premier.
Ma Meloni deve anche affrontare una spinta contraria dentro al suo partito. Come ha raccontato Il Fatto a inizio febbraio, l’altro nome in lizza per villa Firenze è quello di Mario Vattani che sarebbe il preferito all’interno di Fratelli d’Italia.
Vattani, figlio dell’ex segretario generale al ministero degli Esteri Umberto Vattani, è stato ribattezzato “console fascio-rock” perché nel 2011 finì oggetto di polemiche e richiamato dall’allora ministro Giulio Terzi di Sant’Agata (oggi senatore di FdI molto ascoltato da Meloni) perché partecipò come frontman (“Katanga”) a un concerto del gruppo “Sottofasciasemplice” a un evento di Casapound. Vattani nel 2021 è stato nominato ambasciatore a Singapore e dal maggio 2023 è stato scelto come Commissario generale per l’Italia all’Expo 2025 di Osaka. Ma un anno fa, nel gennaio 2024, il Consiglio dei ministri lo aveva promosso ambasciatore di grado, una mossa che è stata letta come un antipasto per una promozione futura.
Chi avrà un potere di nomina sarà anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Quest’ultimo spera di avere la meglio e convincere Meloni a scegliere Francesco Genuardi, ambasciatore di grande esperienza e oggi suo capo di gabinetto alla Farnesina, molto apprezzato dalla macchina.