ilfattoquotidiano.it, 22 aprile 2025
Papa Francesco, Bruno Vespa invita solo uomini nello speciale di Porta a Porta: “Ma nel pubblico ci sono le suore”
C’erano solo uomini ieri sera al centro dello studio nello speciale di “Porta a Porta” andato in onda su Rai 1 per rendere omaggio a Papa Francesco, scomparso all’età di 88 anni nelle prime ore del 21 aprile. Nel prime time del primo canale del servizio pubblico Bruno Vespa ha messo insieme un panel di ospiti di sesso esclusivamente maschile per parlare dell’impatto che il Pontefice ha avuto nei 12 anni del suo mandato. Una scelta stonata anche rispetto alla frase che campeggiava sullo schermo alle spalle del padrone di casa: “Francesco, il Papa che ha cambiato la Chiesa”.
Sì, perché tra i gesti concreti per cui il Santo Padre verrà ricordato c’è sicuramente una maggiore inclusione delle donne in ambito ecclesiastico. Era il novembre del 2023 e rivolgendosi ai membri della Commissione teologica internazionale Papa Francesco parlava di quanto fosse stato un errore “maschilizzare” la Chiesa: “Se noi non sappiamo capire cos’è una donna, cos’è la teologia di una donna, mai capiremo cos’è la Chiesa. Uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è ‘maschilizzare’ la Chiesa” aveva detto, aggiungendo esplicitamente: “Questo è un compito che vi chiedo, per favore. Smaschilizzare la Chiesa”.
Proprio nei mesi scorsi Bergoglio, dopo aver concesso diritto di voto alle donne nel Sinodo, aveva affidato ad alcune di loro incarichi tradizionalmente assegnati a vescovi o arcivescovi. Così, nel dicembre 2024 aveva nominato suor Simona Brambilla come primo Prefetto donna in Vaticano e a gennaio 2025 suor Raffaella Petrini è divenuta presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Per questo la scelta di Vespa di affidare unicamente a degli uomini il ricordo del Santo Padre ha fatto storcere il naso a molti telespettatori. Sui social non sono mancati commenti a tal proposito. Da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, che su X ha scritto: “Papa Francesco aveva aperto la Chiesa alle donne ma da Vespa a parlare di Francesco ci sono 8 uomini per 8 poltrone”, al giornalista Lorenzo Tosa che ha tuonato: “Otto uomini su otto chiamati da Bruno Vespa a dissertare sulla morte del Papa che, pur tra mille difficoltà e molte resistenze, aveva nominato diverse donne in vari ruoli chiave e che aveva cominciato a poco a poco ad aprire la Chiesa alle donne”. Sottolineando come su altri canali, ad esempio La7, ci si sia premurati di intervistare “suore, teologhe, esperte”, Tosa ha bocciato lo speciale di Rai 1: “Significa non aver capito nulla di Papa Francesco”.
A “Porta a Porta” il punto di vista e la voce femminile vengono relegati in secondo piano. Non sembrano meritevoli di guadagnare il centro della scena come accade con gli ospiti di sesso maschile, ma devono accontentarsi di occupare un posto molto meno a favore di telecamera. Il conduttore si è preoccupato di precisare: “Qui siamo tutti uomini, ma nel pubblico ci sono le suore”, rendendo ancora più evidente questa disparità di trattamento.
Impossibile non pensare a quanto accaduto nell’aprile 2024 (ancora) nel salotto di Vespa, quando per parlare di aborto erano stati chiamati a intervenire unicamente uomini. A distanza di un anno esatto si è caduti nel medesimo errore.
“Non sono bastate tre ore di diretta per vedere una donna seduta su una delle otto poltroncine bianche di Porta a Porta – attacca dichiara il consigliere di amministrazione del cda Rai, Roberto Natale -. Neanche si trattasse di un conclave, lo Speciale dedicato alla morte di Papa Francesco ha messo a confronto – come già altre volte è capitato a Bruno Vespa – solo e soltanto competenze maschili. Tranne un breve collegamento con Monica Maggioni e l’intervento di una suora, in rappresentanza delle religiose che in studio erano presenti nel ruolo secondario di pubblico, esclusivamente gli uomini hanno potuto dire la loro su un pontificato che, invece, molto ha valorizzato il ruolo delle donne nella Chiesa”.
“La Rai è impegnata da tempo a diffondere nel Paese la campagna europea “No Women No Panel” – ha proseguito Natale -, proprio per contrastare l’esclusione delle donne dai dibattiti pubblici; e con il progetto “50/50”, al quale hanno aderito già decine di trasmissioni del servizio pubblico, sollecita una sempre maggiore attenzione alla parità di genere nella scelta degli esperti da chiamare nei programmi. Ma la foto tutta al maschile dello studio di Vespa, che da ieri sera gira sui social, manda un segnale totalmente opposto e rischia di offuscare anni di lavoro. La Rai non può permetterlo: l’impegno ad un’equa rappresentanza dei generi deve valere per tutti”.