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 2025  aprile 21 Lunedì calendario

“Hegseth condivideva i piani di guerra Usa con moglie e fratello”. Nuova chat su Signal, ma ha Trump ha “assoluta fiducia”

Neanche un mese dopo il “chatgate” che ha scosso Washington – la rivelazione che i piani militari statunitensi contro gli Houthi nello Yemen erano stati discussi su una chat Signal nella quale era stato aggiunto il direttore della rivista The Atlantic, Jeffrey Goldberg – il Segretario alla Difesa Pete Hegseth finisce nuovamente nella bufera per una vicenda simile. Secondo quanto riportato dal New York Times e dalla CNN, citando fonti ben informate, Hegseth avrebbe utilizzato una seconda chat di gruppo su Signal, da lui stesso creata sul suo telefono personale, per condividere dettagli operativi sensibili sugli attacchi agli Houthi, inclusi gli orari di volo dei caccia F/A-18 Super Hornet. Informazioni sostanzialmente identiche a quelle trapelate nella prima chat.
La differenza cruciale, questa volta, è nei destinatari. La chat, denominata Defense | Team Huddle, includeva, oltre a più di una dozzina di persone, anche la moglie di Hegseth, Jennifer Rauchet (ex produttrice di Fox News, già al centro di polemiche per la sua presenza in viaggi ufficiali), suo fratello Phil Hegseth e il suo avvocato personale Tim Parlatore. Nessuno di loro ricopre incarichi ufficiali al Pentagono o nella Difesa, né possiede le autorizzazioni necessarie per accedere a informazioni di questo livello. Nella chat, secondo le fonti, sarebbero stati presenti anche Dan Caldwell e Darin Selnick, consiglieri fidati di Hegseth recentemente licenziati dal Pentagono con l’accusa di “divulgazione di informazioni non autorizzate”.
Secondo le fonti citate dai media americani, questa seconda chat sarebbe stata creata da Hegseth durante il processo di conferma della sua nomina al Senato, inizialmente per scambiare informazioni amministrative o di routine con i suoi consiglieri più stretti. Tuttavia, il Segretario alla Difesa avrebbe continuato a utilizzarla anche per condividere dettagli operativi.
Le smentite ufficiali e le contraddizioni
Di fronte alle nuove rivelazioni, la reazione ufficiale è stata di netta smentita. Un portavoce del Pentagono, Sean Parnell, ha dichiarato su X che “non c’erano informazioni riservate in nessuna chat di Signal”. La Casa Bianca, domenica sera, ha liquidato il report del NYT come una “non-notizia”, insistendo sul fatto che “nessuna informazione riservata sia stata condivisa”, come affermato dalla vice addetta stampa Anna Kelly. Anche un funzionario anonimo dell’amministrazione ha dichiarato al NYT che, sebbene la chat informale esiste, “non è mai stato discusso nulla di riservato”. Queste smentite si scontrano però con le ricostruzioni dettagliate del New York Times e della CNN, basate su fonti multiple che confermano la condivisione di dettagli operativi, come gli orari di volo dei caccia.
Critiche crescenti e la richiesta di dimissioni
La scoperta di questa seconda chat ha inevitabilmente riacceso le critiche nei confronti di Hegseth e dell’amministrazione Trump, già accusata di lassismo dopo il primo chatgate, per il quale non erano stati presi provvedimenti contro gli alti funzionari coinvolti (l’errore fu attribuito al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz, che si assunse la responsabilità per l’aggiunta accidentale di Goldberg). “È stato un mese di caos totale al Pentagono. Dalle fughe di notizie su piani operativi delicati ai licenziamenti di massa, la disfunzione è ora una grave distrazione per il presidente che merita di meglio dai suoi vertici”, ha dichiarato alla CNN John Ullyot, ex addetto stampa dello stesso Hegseth. Durissimo l’attacco del leader democratico al Senato, Chuck Schumer: “I dettagli continuano a emergere. Continuiamo a scoprire come Pete Hegseth abbia messo a rischio vite umane. Ma Trump è ancora troppo debole per licenziarlo“, ha scritto su X. “Pete Hegseth deve essere licenziato”. Questa nuova vicenda si inserisce peraltro in un contesto più ampio di preoccupazioni sulla gestione di informazioni sensibili da parte del governo federale, come evidenziato anche da un recente report del Washington Post su un’accidentale condivisione di documenti riservati (tra cui la planimetria della Casa Bianca) tramite Google Drive da parte di dipendenti della General Services Administration (GSA).
Il sostegno di Trump – Ma la Casa Bianca conferma la fiducia. La portavoce, Karoline Leavitt, ha affermato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump “ha assoluta fiducia” in Hegseth. “Ho parlato con lui questa mattina e Trump lo sostiene fermamente”, ha detto Leavitt ai giornalisti alla Casa Bianca.