corriere.it, 21 aprile 2025
Pordenone, il Tribunale rinvia alla Consulta il nuovo Codice della strada. Il pm: «Non è compatibile con la Costituzione»
Vigilia di Natale. Una donna alla guida di un auto provoca un incidente. Dalle analisi delle urine risulta positiva agli oppiacei. Lei tuttavia afferma di non aver assunto droghe. Ai sanitari dichiarerà di aver ingerito delle gocce di ansiolitico e un farmaco contenente codeina. Il fatto è avvenuto in Veneto. La conducente rischia un decreto di condanna penale come previsto dal nuovo Codice della Strada, fortemente voluto dal ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini. Ma. è notizia di questi giorni, il Tribunale di Pordenone ha rinviato alla Corte Costituzionale proprio il nuovo Codice della Strada, che commina «a chiunque guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l’arresto da sei mesi a un anno».
Il pubblico ministero, Enrico Pezzi, chiedendo al Gip Milena Granata un decreto di condanna, aveva però sostenuto che il nuovo Codice della strada, su questa materia, non è compatibile con la Costituzione. Una tesi non manifestamente infondata, secondo la Gip, che ha sospeso il giudizio e trasmesso tutti gli atti alla Consulta. In sostanza – dicono i magistrati – la nuova legge punisce chi ha semplicemente assunto sostanze stupefacenti, anche solo a scopo terapeutico, e non più chi ne sta subendo gli effetti. E la nuova formulazione sarebbe in contrasto con il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Mettendo in condizione di inferiorità chi deve assumere stupefacenti a scopo terapeutico. Non solo. Il nuovo Codice contrasterebbe anche con il principio della ragionevolezza e proporzionalità delle disposizioni del Codice: perché, se una persona non è sotto gli effetti dello stupefacente, in sostanza, non rappresenta un pericolo per nessuno. Insomma, tra le riserve sollevate c’è anche il presupposto che il nuovo Codice punisce chiunque abbia assunto sostanze stupefacenti a prescindere da una valutazione sugli effetti della capacità di guida. Eliminando il requisito di stato di alterazione psicofisica, il reato di pericolo si sarebbe trasformato in un reato di pericolo astratto.
Soddisfatta la reazione di Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani. «Questa norma criminalizza persone lucide, punite solo perché un test rivela tracce di sostanze assunte giorni prima, anche per fini terapeutici. Non si tutela così la sicurezza stradale, si compromette la giustizia penale».