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 2025  aprile 21 Lunedì calendario

Riconoscimento dell’annessione della Crimea, controllo della centrale Zaporizhia e niente adesione di Kiev alla Nato: quali sono le proposte Usa per un nuovo cessate il fuoco

Una tregua finita senza mai essere iniziata e con scambi di accuse reciproche tra Mosca e Kiev. Si conclude così la Pasqua ucraina dopo le 30 ore di cessate il fuoco proclamate dal Cremlino scaduta a mezzanotte di domenica.
Il ministero della Difesa russo ha confermato la ripresa dei combattimenti, aggiungendo che i suoi militari hanno «rispettato rigorosamente il cessate il fuoco ed sono rimasti sulle linee e sulle posizioni precedentemente occupate». Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica sera che si sono verificati in totale 1.882 casi di bombardamenti russi, 812 dei quali hanno coinvolto armi pesanti. I raid e gli attacchi più intensi si sono verificati nell’Ucraina orientale, nei pressi della città assediata di Pokrovsk, importante snodo logistico nella regione di Donetsk. «Questa Pasqua ha dimostrato chiaramente che l’unica fonte di questa guerra, e la ragione per cui si trascina, è la Russia», ha affermato Zelensky.
Diverse ore prima della scadenza della tregua, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che Putin non aveva dato ordine di prorogarla. Il tutto nonostante il leader ucraino Zelensky avesse proposto un prolungamento di 30 giorni. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dal canto suo domenica sera ha auspicato che «Russia e Ucraina raggiungano un accordo questa settimana». L’annuncio a sorpresa del cessate il fuoco è arrivato poco dopo che Trump ha minacciato di ritirarsi dalle trattative di pace in assenza di progressi evidenti.
L’Ucraina è sotto pressione: in settimana deve rispondere al piano Usa che – anticipa il Wall Street Journal – prevede come Washington riconosca l’annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014 e escluda l’Ucraina dalla Nato. Le proposte, illustrate da alti funzionari dell’amministrazione Trump in un incontro riservato con le controparti ucraine ed europee a Parigi il 17 aprile, saranno discusse con gli ucraini in un incontro di follow-up a Londra nel corso di questa settimana. Se ci sarà un allineamento tra Kiev, Washington e gli alleati europei, allora il piano potrebbe essere presentato formalmente a Mosca.
Tra gli elementi più controversi c’è l’ipotesi che gli Stati Uniti possano riconoscere formalmente l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia. Inoltre, l’adesione dell’Ucraina alla Nato sarebbe esclusa dalla proposta attuale. «La NATO non è sul tavolo», ha dichiarato l’inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina, Keith Kellog, in un’intervista rilasciata a Fox News il 20 aprile. L’Ucraina però ha da sempre rifiutato di riconoscere i territori occupati come russi. La decisione di riconoscere la Crimea sotto il dominio russo contraddice inoltre dieci anni di politica estera statunitense e il diritto internazionale. Nel 2018, l’allora Segretario di Stato Mike Pompeo ribadì l’opposizione degli Stati Uniti all’annessione, definendola una minaccia a «un principio internazionale fondamentale condiviso dagli stati democratici: che nessun paese può modificare i confini di un altro con la forza». Anche il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge che si oppone a qualsiasi riconoscimento delle rivendicazioni russe sulla Crimea.
Ma non solo, l’Ucraina ha anche precedentemente respinto le restrizioni all’adesione ad alleanze e organizzazioni internazionali, in particolare Nato e Ue, come condizioni di un accordo di pace. Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha recentemente affermato che il percorso di Kiev verso l’adesione rimane «irreversibile», ma ha aggiunto che la questione non sarebbe stata oggetto di un eventuale accordo di pace.
La delegazione ucraina a Parigi comprendeva Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente Volodymyr Zelensky, insieme al ministro degli Esteri Andrii Sybiha e al ministro della Difesa Rustem Umerov. Secondo il WSJ, anche il team di Trump, inclusi Kellogg e l’inviato speciale Steve Witkoff, dovrebbe essere presente all’incontro di Londra. Poi Witkoff – che ha già incontrato Putin almeno tre volte – dovrebbe  recarsi a Mosca.
Un’altra proposta prevedrebbe l’istituzione di una zona neutrale attorno alla centrale nucleare di Zaporizhia occupata dai russi e più grande centrale nucleare d’Europa, lasciandola potenzialmente sotto il controllo americano. In una precedente telefonata con Zelensky, Trump avrebbe ipotizzato l’acquisizione da parte degli Stati Uniti di risorse energetiche ucraine, che a suo dire potrebbero rappresentare «la migliore protezione per tale infrastruttura».
Sebbene le proposte degli Stati Uniti non arrivino a garantire alla Russia il riconoscimento legale formale della presunta annessione di quattro regioni dell’Ucraina orientale parzialmente occupate, non prevedono neppure il ritiro delle truppe russe da quelle aree. Dal 2022, Mosca ha dichiarato illegalmente gli oblast ucraini di Donetsk, Lugansk, Zaporizhia e Kherson parte della Federazione Russa, incorporandole nella propria Costituzione e chiedendo il completo ritiro delle forze ucraine dai loro confini amministrativi. L’amministrazione Trump non ha escluso l’assistenza militare bilaterale all’Ucraina né il sostegno alle nazioni europee che contribuiscano con forze a una «forza di peacekeeping», come potenziale cuscinetto contro future aggressioni. Ma ciò contrasta con le richieste russe di cessazione totale del supporto militare all’Ucraina, espresse dal Cremlino come precondizione per un cessate il fuoco di 30 giorni suggerito dall’amministrazione Trump più di un mese fa. Inoltre  durante i colloqui con i rappresentanti degli Stati Uniti in Arabia Saudita, i funzionari del Cremlino guidati dall’inviato di Putin, Kirill Dmitriev, avrebbero cercato di ottenere una revoca delle sanzioni statunitensi e il ripristino dei legami commerciali.