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 2025  aprile 21 Lunedì calendario

Il gigante russo dei mari Marshal Ustinov spara vicino alla Norvegia: la manovra che preoccupa la Nato

Le forze armate russe hanno avviato una serie di esercitazioni militari non lontano dal confine con la Norvegia, suscitando l’interesse di analisti e osservatori della regione. In particolare, l’incrociatore russo Marshal Ustinov, che, da prime indiscrezioni, sembrerebbe aver utilizzato il suo sistema d’artiglieria AK-130 per colpire obiettivi situati sulla penisola di Rybachii, posizionata lungo la costa del mare di Barents. Questa zona di addestramento si trova a circa 30 chilometri dal confine tra Russia e Norvegia e a 20 chilometri dalla linea marittima che delimita i due stati. Secondo le dichiarazioni della Flotta del Nord, gli obiettivi sono stati colpiti con successo. Le esercitazioni, previste per la settimana, comprenderanno non solo il fuoco d’artiglieria, ma anche operazioni di guerra anti-sottomarino, difesa aerea e attività contro i droni, con il lancio di diversi tipi di missili nel mare di Barents.
Cosa ha riferito testualmente la Flotta del Nord
"L’incrociatore missilistico della Flotta del Nord russa, Marshal Ustinov, ha recentemente condotto un complesso di esercitazioni di tiro d’artiglieria nel mare di Barents, mirate a colpire obiettivi costieri. Le esercitazioni si sono svolte nell’area della penisola di Rybachii.
Tiro d’artiglieria e manovre della nave
Il personale operativo del sistema d’artiglieria AK-130 ha eseguito con successo le operazioni necessarie per colpire un obiettivo visibile sulla costa. Durante queste attività, l’equipaggio dell’incorciatore ha anche praticato manovre mentre effettuava il tiro d’artiglieria, dimostrando abilità nel gestire situazioni di fuoco diretto.
Risultati e operazioni aggiuntive
Le posizioni bersaglio sulla costa sono state colpite con successo. Inoltre, l’equipaggio ha condotto operazioni di ricerca di sottomarini, ha simulato la difesa contro attacchi aerei e droni dell’avversario simulato, e ha gestito la lotta contro sistemi senza pilota di vario tipo. Negli stadi successivi della missione, sono previste ulteriori esercitazioni di tiro d’artiglieria e di difesa aerea contro obiettivi di diverse tipologie”.
Capacità e armamento del Marshal Ustinov
Le risorse aperte presentano l’armamento come un’unità della classe Slava, conosciuta come Progetto 1164, che è entrata in servizio nel 1986 ed è attualmente operativa nella Flotta del Nord con base a Severomorsk. Con una lunghezza di 186,4 metri e un dislocamento di 12.700 tonnellate a pieno carico, questa nave è dotata di un sistema di propulsione COGOG che le consente di raggiungere velocità fino a 34 nodi, equivalenti a circa 63 km/h. Inoltre, ha un’autonomia di 9.000 miglia nautiche a una velocità di 15 nodi (circa 28 km/h). Originariamente progettato dall’Unione Sovietica per operazioni navali ad alta intensità, il Marshal Ustinov è equipaggiato per affrontare minacce navali, difendere lo spazio aereo e condurre operazioni anti-sottomarino. Tra le sue armi più efficaci figurano 16 missili anti-nave P-1000 Vulkan, 64 missili a lungo raggio S-300F Fort e vari sistemi di armamento ravvicinato. Inoltre, si apprende che, dopo una modernizzazione tra il 2012 e il 2016, l’armamento ha partecipato a numerose operazioni nel Mediterraneo, nell’Atlantico e nel mare di Barents, rafforzando così il suo ruolo strategico nelle operazioni navali.
L’impatto dell’esercitazione del Marshal Ustinov
Le esercitazioni militari condotte dall’incrociatore russo Marshal Ustinov ai confini della Norvegia pongono in evidenza non solo la capacità bellica della Russia, ma anche le complesse dinamiche geopolitiche che caratterizzano la regione artica. La scelta di effettuare manovre così vicine a un confine internazionale suscita non poche preoccupazioni tra gli stati nordici e la Nato, rivelando una probabile strategia russa volta a riaffermare la propria influenza in un’area strategicamente vitale. L’aumento della presenza navale di Mosca nel mare di Barents, un’area ricca di risorse e vie marittime emergenti, potrebbe non solo intensificare le tensioni con la Norvegia, ma anche alterare l’equilibrio di potere nella regione, spingendo i paesi vicini a intensificare le loro misure di difesa e cooperazione militare.
Inoltre, le esercitazioni potrebbero rappresentare un chiaro messaggio alle potenze occidentali riguardo all’impegno della Russia a proteggere i propri interessi nazionali, suggerendo un quadro in cui la sicurezza energetica e la sovranità territoriale diventano sempre più centrali.
In questo scenario, è possibile poter convenire, quindi, che queste recenti manovre non potrebbero essere lette solo come una semplice esercitazione, ma, probabilmente, anche come una componente significativa di una strategia geopolitica più ampia, destinata forse a rimodellare le interazioni internazionali nella regione artica.