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 2025  aprile 20 Domenica calendario

Tutti in coro: “Chitty Chitty Bang Bang”!

«Non bisogna mai dire no all’avventura, altrimenti vi condannerete a una vita monotona». Quale bambino resisterebbe a un invito del genere? Se poi scopriamo che a pronunciarlo è niente di meno che un maestro delle spy story come Ian Fleming, creatore dell’agente segreto più famoso di tutti i tempi, quel James Bond a cui continuano a essere dedicati film (è notizia di pochi giorni fa l’annuncio di una nuova saga di 007), l’invito vale sicuramente doppio. Perché questo è l’insegnamento che lo scrittore – scomparso troppo presto nel 1964, a soli 56 anni, per un attacco di cuore – voleva dare al suo unico figlio Caspar, quando poco prima di morire scrisse per lui l’unico romanzo per ragazzi che ci ha lasciato, Chitty Chitty Bang Bang. Che ora la casa editrice Adelphi riporta in libreria ( dal 25 aprile), con le illustrazioni originali del grande John Burningham, nell’ambito della ripubblicazione che da qualche anno sta interessando tutta l’opera dello scrittore inglese.
Un libro che merita assolutamente di essere riscoperto e apprezzato anche dalle nuove generazioni. Prima di tutto perché questa storia deliziosa su una macchina prodigiosa ed eccentrica – tanto quanto il suo proprietario, aggiungeremmo noi – ci mostra come un autore come Ian Fleming, dedito durante la sua vita a tutti i vizi di questo mondo (fumo, alcol, donne, abitudini sregolate a cui è stata imputata la sua morte in ancor giovane età), sia stato capacedi conservare il suo lato bambino e di provare meraviglia di fronte all’impensabile. Sì, perché la Chitty Chitty Bang Bang del titolo (il nome, «che ha scelto lei stessa», si riferisce ai rumori emessi ogni volta che viene messa in moto: come due forti starnuti seguiti da due piccole esplosioni) è un’automobile fuori dall’ordinario, anzi davvero magica. Non solo all’occorrenza si trasforma in una macchina volante, ma può solcare i mari ed è dotata di una propria volontà, che in più di un’occasione salverà la famiglia Pott dal disastro annunciato, portandola a vivere mirabili avventure.
Fleming inventò (e poi scrisse) questa storia per suo figlio Caspar quando era bambino. E lo fece in un momento di riposo forzato dalla saga di James Bond, al quale aveva già legato il suo nome. Nella primavera del 1961 lo scrittore aveva avuto un infarto e, durante la convalescenza, gli era stato proibito di utilizzare la macchina da scrivere, pare che la moglie gliela avesse persino nascosta. Così lui prende carta e penna e inizia a scrivere a mano questa storia della buonanotte. Che infarcisce – come già aveva fatto per James Bond – di piccoli dettagli autobiografici. Il proprietario della macchina magica (The Magical Car è stato il titolo provvisorio, rimasto fino a pochi mesi dalla pubblicazione), il signor Caractacus Pott, è infatti un comandante della marina militare britannica in pensione divenuto esploratore e inventore: non è un caso che Fleming gli abbia dato lo stesso grado che aveva ricoperto lui durante la Seconda guerra mondiale. O che il gusto per l’avventura di questo bislacco personaggio rispecchi in tutto quello dell’autore, appassionato tra l’altro da sempre, è cosa nota, anche di automobili. Né ci deve stupire che corse contro il tempo, inseguimenti, rapimenti, bande di gangster e traffici d’armi e di esplosivi si susseguono tra le pagine di questo libro (stiamo pur sempre parlando di Fleming), acclamato dalla critica al momento dell’uscita, negli anni Sessanta, come una palestra perfetta per i lettori più giovani prima di affrontare uno dei romanzi di James Bond.
Apparsa dapprima a puntate, in cinque episodi, sul Daily Express tra il 19 e il 23 ottobre del 1964, poi pubblicata in tre volumi, e infine riunita in un libro unico – che Fleming non vide mai, stroncato da un altro attacco di cuore nell’agosto del 1964, proprio il giorno del dodicesimo compleanno del figlio per il quale Chitty Chitty era stato scritto – di questa storia esiste anche una versione a fumetti. E un film del 1968 con la sceneggiatura di un maestro come Roald Dahl, prodotto da quell’Albert R. Broccoli che all’epoca aveva già realizzato alcuni dei film di James Bond. Ma non solo. A quasi 40 anni dalla sua creazione, Chitty Chitty Bang Bang è diventato anche un musical andato in scena per la prima volta a Londra all’inizio degli anni Duemila, con un adattamento a Broadway nel 2005. Inutile aggiungere che fu un successo, che continua a replicarsi con nuove produzioni. L’ultima è in tour nel Regno Unito proprio in questi mesi. A riprova di quanto l’unica storia pensata da Ian Fleming per i ragazzi resti un cult intramontabile. Da leggere e rileggere fino allo sfinimento. Che cosa state aspettando?