la Repubblica, 20 aprile 2025
Intervista a Katia Follesa
Ha baciato Simon Le Bon a Sanremo, non è il tipo che soffre di timidezza. «Carlo Conti ha messo nel suo festival una buona dose di autenticità, ho capito che potevo essere libera. In tutte le cose che faccio metto la leggerezza, ce n’è tanto bisogno» dice Katia Follesa, comica per vocazione. Da Colorado café a Zelig, da Lol – Chi ride è fuori a Michelle Impossible & friends, ha portato il suo stile irriverente. Dal primo maggio torna sul Nove con Comedy match (disponibile in anteprima dal 24 aprile su Discovery+); al gruppo formato da Maria Di Biase, Debora Villa, Marta Zoboli, Andrea Pisani, Scintilla, Carlo Amleto, Angelo Pisani, Federico Basso, Gianluca De Angelis e Gigi Rock, si aggiungono le new entry Giulia Vecchio, Giamarco Pozzoli e Filippo Caccamo. Intanto gira l’Italia insieme alla complice Valeria Graci con lo spettacolo Katia & Valeria. Ma non dovevamo vederci più?
La formula di “Comedy match” è cambiata?
«La forza è la struttura senza un capocomico, dirigo le sfide tra i colleghi. Sono tutti bravi».
Cosa vuole il pubblico?
«La sensazione è che la gente voglia ridere. Viviamo con l’ansia e la paura, le persone a casa hanno bisogno di intrattenimento facile, non vogliono arrovellarsi. Faccio la televisione che guarderei».
Cosa guarda?
«La Gialappa’s. Sono fan accanita».
Gli inizi?
«Lavoravo in una holding finanziaria – recuperi societari e fallimenti – con i colletti bianchi e agli avvocati. Anche lì, pecora nera, andavo a portare i documenti a questi uomini di affari. Poi la società è fallita, il karma. Per fortuna frequentavo la scuola di teatro Quelli di Grock, pensavo di fare l’attrice impegnata».
Ma ha scoperto di far ridere.
«I tempi erano molto diversi. Noi per arrivare dove siamo abbiamo fatto la gavetta vera, lavoravamo su tutti i palcoscenici. Oggi basta stare a casa e usare il telefonino. Fanno piccoli show che non contesto, alcune cose fanno anche ridere».
Ha detto che si è sentita invisibile per tanti anni: perché?
«Mi sentivo invisibile nel privato, avevo bisogno di affetto. I miei genitori tornavano stanchi, papà lavorava nei ristoranti, mamma idem. A casa non c’era nessuno, avevo bisogno di dire qualcosa. L’arte come forma di comunicazione è formidabile».
Poi si è messa in discussione?
«Sono stata per venti anni in terapia e se ho ritrovato la parte di Katia che avevo perso di vista, lo devo al lavoro che ho fatto su me stessa».
Come vede il mondo femminile?
«Complesso e interessante. Sono stata bullizzata da piccola, i ragazzini non hanno gli strumenti per capire. Ho fatto dei miei difetti il punto di forza nella comicità. Mi sento a posto con me stessa, mi piaccio, vado oltre la bellezza. Conta la personalità, poi ammiro un bel corpo. L’anno prossimo compirò 50 anni, non recrimino niente e non voglio lanciare messaggi. Io sono così, posso piacere o non piacere».
Sui social le hanno scritto tante cattiverie: come reagisce?
«L’hater ha un disagio; se no, non perderebbe tempo insultando gli altri. Non sono l’analista di nessuno, se uno si sente a proprio agio nel buttare merda sugli altri, peggio per lui. Dopo starà meglio? Forse va aiutato, se non scava e non capisce cosa non va, non ne esce».
Come si contrasta il bullismo?
«L’abuso verbale esiste, troppa gente non formula un pensiero. Sono sostenitrice di un decreto legge per individuare i colpevoli».
La risata è anche un’arma di seduzione. Gli uomini hanno paura?
«Alcuni si sentono titolari esclusivi del fascino, altri si fanno trasportare; se un uomo è sedotto da una risata, già guadagna punti».
Il suo ex compagno Angelo Pisani è nello show.
«Abbiamo un rapporto ottimo, stiamo bene».
Che madre è?
«A differenza dei miei genitori, voglio esserci. Mia figlia Agata ha quindici anni, deve ancora sbocciare, è molto sensibile e premurosa. Mi dà grandi soddisfazioni. Ora è nella fase: “Voglio un fidanzato, ce l’hanno tutte le mie amiche”».
Cosa direbbe a chi non corrisponde a un modello?
«Di prendere un foglio e scrivere: cosa amo di me? Poi sorridere: “Non ho questo, ma ho quest’altro”. Siamo tutti diversi. Non si deve tenere la testa bassa ma guardare in alto, il cielo è bellissimo. Pensando a me, voglio essere più Mafalda».
È a teatro con Valeria. A “Zelig” quasi vent’anni fa, con Claudio Bisio nel ruolo del tronista Claudiano, e lei e Graci in quelli delle corteggiatrici Katiana e Valeriana, facevate la parodia di “Uomini e donne”. Ancora funziona?
«Tanto, come le Miss Italia che vogliono la pace nel mondo. Il pubblico ci restituisce la fiducia, rifacciamo i personaggi iconici, d’altronde Uomini e donne è ancora un fenomeno. Quel genio di Maria De Filippi non molla. E ha ragione».