repubblica.it, 18 aprile 2025
Casa Bianca, sala stampa versione Maga. La domanda tipo: “Non trova che Trump sia in gran forma?”
Sotto la presidenza di Donald Trump i briefing alla Casa Bianca sono passati da essere un momento di scontro a un evento in cui la domanda che risuona nella sala, rivolta alla portavoce, è: “Non trova che Trump sia in forma smagliante come mai visto prima?”. Oppure: “Cosa pensa della posizione della giudice della Corte Suprema contro gli ‘ostaggi’ del 6 gennaio?”. Le conferenze stampa alla Casa Bianca stanno cambiando genere: non più domande per capire, ma per adulare il presidente.
Questo succede da quando l’amministrazione ha deciso di far partecipare blogger, influencer e testate legate a finanziatori e alleati di Trump, fedeli al capo. Durante un briefing, racconta Axios, Cara Castronuova, che lavora per una testa fondata da MyPillow, ovvero Mike Lindell, l’industriale dei cuscini amico di Trump, ha fatto la domanda in cui ha accusato la giudice Amy Coney Barrett di avercela con gli “ostaggi del 6 gennaio”, come vengono chiamati dalla base trumpiana gli insurrezionisti che assaltarono il Congresso nel 2021, con l’obiettivo, fallito, di bloccare la proclamazione della vittoria di Joe Biden.
La scorsa settimana, prima della visita medica annuale del presidente, Castronuova si era rivolta alla portavoce, Karoline Leavitt, dicendo che Trump “appariva in salute come mai prima”. “E sono certa – aveva aggiunto – che tutti quelli presenti in questa sala concordano. Il presidente sta forse collaborando con Bobby Kennedy e mangiando meno McDonald’s”.
Il conduttore conservatore Brian Glenn, compagno della rappresentante del Congresso Marjorie Taylor Greene, è diventato popolare durante lo scontro nello Studio Ovale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quando gli aveva chiesto perché non si fosse presentato in giacca a cravatta. Tutti gli amici Maga sono benvenuti. Il podcaster di estrema destra Jack Posobiec ha fatto parte della delegazione volata in Ucraina con il segretario del Tesoro Scott Bessent. Zero Hedge, un blog accusato in passato dall’intelligence Usa di aver diffuso propaganda russa, partecipa ai briefing. Matthew Boyle, del sito di destra Breitbart, ha condotto interviste esclusive a Trump, al suo vice J. D. Vance e altri membri di governo. Mary Margaret Olohan, del Daily Wire, altra testata della galassia trumpiana, ha accompagnato a Panama il capo del Pentagono Pete Hegseth. Natalie Winter, corrispondente per il sito e podcast “War Room” di Steve Bannon, il proto Maga e primo stratega di Trump, ha accesso ovunque alla Casa Bianca.
Mentre i media Maga hanno occupato le stanze che contano, i media tradizionali appaiono più timidi, incerti, a tratti spaventati, timorosi nel fare domande a Trump o contestargli affermazioni false. A Mar-a-Lago, poi, la residenza privata del presidente, dopo le elezioni di novembre si è raggiunta la vetta: dopo una conferenza stampa di Trump, alcuni giornalisti avevano fatto partire un applauso.