il Giornale, 18 aprile 2025
La sinistra in pellegrinaggio sulla nave Ocean Viking. E sulla lista dei Paesi sicuri il Pd diventa anti-europeo
Per quattro giorni, la nave Ocean Viking della Ong Sos Méditerranée è stata il «sancta sanctorum» laico per i pellegrini dell’accoglienza a ogni costo, che hanno reso omaggio all’organizzazione francese, che usa una nave norvegese, per sbarcare i migranti in Italia. L’imbarcazione si trova attualmente a Siracusa ed è stata eccezionalmente aperta alle visite di sostenitori, politici e personaggi noti, ma anche scolaresche che sono state portate a bordo per un primo approccio all’ideologia immigrazionista. «Di fronte a tanta morte nel Mediterraneo, questa nave porta la vita», ha commentato Vanessa Scalera, attrice che interpreta tra le altre cose Imma Tataranni in una popolare serie tv, al termine della propria visita a bordo.
Tra i politici che hanno sfilato sulla banchina siciliana ci sono stati Pierfrancesco Majorino e Matteo Orfini del Partito democratico, ça va sans dire. Ma se il primo non ha rilasciato alcuna dichiarazione e ha condotto la visita sotto traccia, il secondo ha pubblicato un album fotografico sui social con tanto di dichiarazione. «Abbiamo tutti negli occhi le immagini degli arrestati nel centro in Albania ma io voglio tenermi stretto il senso di speranza che trasmette chi non si gira dall’altra parte», ha scritto Majorino, attualmente consigliere regionale in Regione Lombardia, puntando il dito contro il governo e sostenendo che, «in mesi nei quali si delira di emigrazione e si deportano le donne e gli uomini, c’è chi non si rassegna. Continuiamo a lottare». E, peggio, l’accusa in un suo post su Facebook: «Le Ong sono state perseguitate... E l’Italia è diventata un laboratorio di politiche disumane».
Lo stesso Majorino, in una nota scritta a quattro mani con l’europarlamentare Sandro Ruotolo, ha alzato la voce anche contro la lista di Paesi sicuri proposta dall’Unione europea perché «impone un maggiore onere della prova ai richiedenti». Per Cecilia Strada, anche lei eletta in Europa con Pd, la proposta di una lista di Paesi sicuri dell’Ue sembra «un tentativo di forzare il quadro del diritto europeo per dare man forte a questo o quello Stato membro nelle sue politiche interne. O, ancora peggio, un tentativo di creare un contesto di pressione mediatica e politica sulla Corte di Giustizia dell’Ue in vista della sentenza prevista nelle prossime settimane». Un copione già scritto e prevedibile quello del Partito democratico, europeista per convenienza e pronto a rinnegare tutto quando le istituzioni vanno in una direzione che a loro non piace. Anche ai massimi livelli istituzionali tutto è propaganda politica e interesse. E nel momento in cui l’Italia riesce ad avere un ruolo primario in Europa, dal Pd alzano le barricate perché incapaci di ammettere che è stato possibile grazie all’impegno e alla determinazione di un governo di centrodestra, che ha lavorato per il bene dell’Italia e dell’Ue.
Poi c’è Ilaria Salis, eletta con Avs, che pur essendo europarlamentare rilascia una nota sostenendo che «per il governo Meloni la Tunisia è un Paese sicuro»: un tempismo perfetto, il suo, visto che un paio d’ore dopo anche l’Europa ha inserito la Tunisia nella lista. Evidentemente non è solo l’Italia che la considera tale, al pari di Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Kosovo.