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 2025  aprile 18 Venerdì calendario

L’Italia e la "via dell’Oro" che rivoluziona i commerci

Tra i dossier più delicati su cui Giorgia Meloni e Donald Trump si troveranno a lavorare nei prossimi mesi c’è il progetto alternativo alla via della Seta cinese, la nuova via dell’oro, un ambizioso corridoio commerciale che unisce l’India all’Europa passando per il Medio Oriente. Si chiama Imec (Corridoio India-Medio Oriente-Europa) e già da vari anni è un’iniziativa a cui lavorano le amministrazioni americane ma che ha subito una forte accelerazione negli ultimi mesi con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e lo scontro commerciale con la Cina.
Il Memorandum d’intesa è stato siglato ufficialmente il 9 settembre 2023 al G20 di Nuova Delhi tra i governi di India, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Francia, Germania, Italia e l’Unione europea ma già nel 2022 il G7 ha lanciato la «Partnership for Global Infrastructure and Investment» puntando a mobilitare 600 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture.
Il progetto ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo del commercio tra l’indo-pacifico e l’Europa al punto che tre nazioni europee, Italia, Francia e Grecia, hanno candidato i propri porti come terminali europei dell’Imec. Se la Francia ha indicato Marsiglia e la Grecia il Pireo e Salonicco, la scelta italiana è caduta sul porto di Trieste. Non a caso pochi giorni fa il Ministro degli Esteri Antonio Tajani durante la sua visita in India ha annunciato che Trieste ospiterà nella seconda metà dell’anno un vertice multilaterale proprio sull’Indo-Mediterranean Economic Corridor con la partecipazione dei Ministri degli esteri dei paesi coinvolti. L’obiettivo è rendere Trieste «la porta meridionale dell’Europa» per l’ingresso di merci asiatiche e lo scorso marzo è stata inaugurata l’associazione Trieste Summit presieduta da Francesco Parisi che ha tra i suoi obiettivi proprio la promozione del ruolo strategico della città nel corridoio Imec.
Nell’advisory board dell’associazione, oltre a numerosi italiani, compaiono due figure legate al mondo repubblicano americano come Roa Carlos e Kaush Arha. Carlos è attualmente visiting fellow al Danube Institute di Budapest e sta seguendo il progetto Imec mentre Arha, senior fellow dell’Atlantic Council di Washington, intervistato da Giulio Ucciero su Huffington Post, ha dichiarato: «Se fossi la Meloni, rassicurerei Trump sul ruolo dell’Italia come partner strategico indispensabile degli Usa nel Mediterraneo e come ancora europea per la nuova via dell’Oro indo-mediterranea. Meloni potrebbe dire a Trump: Presidente, voglio che lei venga in Italia, a Trieste, e inauguri la nuova Golden Road».
Un’altra realtà molto attiva nella promozione dell’Imec e nel ruolo di Trieste come porto europeo è l’Heritage Foundation, in particolare il senior Counselor to the President James Carafano che nei mesi scorsi si è recato di persona a Trieste. Per Carafano l’Italia rappresenta un asset unico per connettere Imec con altri progetti come l’Iniziativa dei tre mari che mira a sviluppare l’infrastruttura energetica, digitale e di trasporto tra i mari Baltico, Adriatico e Nero.
Per comprendere la rilevanza del progetto basti pensare che, come spiega a Il Giornale Vas Shenoy, Chief Representative per l’Italia della Camera di Commercio indiana, con Imec «le merci impiegheranno il 40% in meno di tempo e costeranno il 30% in meno».
L’importanza che l’amministrazione americana attribuisce a Imec non è solo commerciale ma soprattutto geostrategica per una serie di motivazioni: anzitutto la creazione di un progetto alternativo alla Via della Seta cinese, in secondo luogo un avvicinamento
dell’India all’Occidente, in terzo luogo una cooperazione in Medio Oriente tra Israele, Arabia Saudia ed Emirati utile anche nell’ottica degli accordi di Abramo. Una partita in cui l’Italia deve giocare un ruolo da protagonista.