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 2025  aprile 18 Venerdì calendario

La maggioranza congela la “giornata Tortora”: niente liti con le toghe

È diventato un caso politico il rinvio della Giornata intitolata a Enzo Tortora e dedicata alle vittime della mala-giustizia. Si è deciso di far slittare, e sarebbe direttamente Giorgia Meloni ad aver voluto questo rinvio, la proposta di legge che indicherebbe il 17 giugno come la ricorrenza in onore di chi ha patito e patisce gli errori giudiziari. Perché il dietro-front? Perché occorre evitare – questa la linea del governo – ulteriori motivi di polemica tra la politica e la magistratura, in una fase in cui c’è da portare a casa la riforma sulla separazione delle carriere, che è invisa alle toghe. Meglio non mettere sul piatto altri temi divisivi, che i magistrati considerano provocatori, in modo da sperare di tutelare meglio il vero obiettivo che è appunto la riforma della giustizia: questa la riflessione che si è fatta nell’esecutivo.
E così, niente più Giornata per Tortora, almeno per il momento. Se poi servirà questo ramoscello d’ulivo rivolto alla corporazione dei togati, sarà tutto da vedere: visto che l’opposizione dell’Anm contro la separazione delle carriere è coriacea. Anche se non è andato male – ma forse perché si è evitato l’argomento della separazione delle carriere – che il ministro Nordio ha avuto l’altro giorno con i vertici dell’Anm, guidati da Cesare Parodi.
LE PROTESTE
Il «non diamo altri pretesti ai giudici», per attaccarci, è la linea governativa sulla Giornata intitolata a Tortora. Eppure, come dice Enrico Costa di Forza Italia, «si tratta di una proposta sacrosanta, perché sono migliaia le vittime degli errori giudiziari». Italia Viva è sconcertata per lo stop. Nonostante i partiti di maggioranza si siano detti abbastanza favorevoli alla Giornata – ma con dei distinguo – secondo il renziano Roberto Giachetti l’obiettivo della maggioranza era di «affossare il provvedimento» e «si sono rivelati dei pusillanimi e dei quaquaraquà». L’accusa italovivista contro la maggioranza è la solita: in realtà Meloni e compagnia sono dei giustizialisti che fingono di non esserlo.
Di fatto, sull’iniziativa contro la mala-giustizia pesa anche il parere negativo, manifestato in audizione parlamentare dall’ex presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, a fronte del quale il governo ha valutato di non procedere per evitare tensioni e accuse dai magistrati, in un momento già caldo.
La proposta di legge che è stata in discussione alla Camera ha come primo firmatario Davide Faraone, di Italia Viva. E lo sconcerto di chi teneva a questa iniziativa è così: può una proposta di legge, di un solo articolo (il 17 giugno la Giornata Tortora) e in un Paese che ha Giornate dedicate su tutto, scatenare il panico nel governo e nella maggioranza? Sì, può. E può perché, come ha detto l’ex presidente dei magistrati, Santalucia, rischia di alimentare la «sfiducia pubblica» verso le toghe.
LA LINEA
La linea impartita da Palazzo Chigi è allora questa: «Non dobbiamo alimentare alcuna polemica con i magistrati fino all’approvazione della riforma della giustizia. Non dobbiamo farli passare per vittime e fornire loro argomenti per il referendum costituzionale». Mantenere basso il tema giustizia – ammesso che sia possibile – per non armare le sinistre e le toghe in vista della consultazione che ci sarà sulla separazione delle carriere. E comunque non era partito bene, come se la sorte fosse già segnata in origine, il dibattito sulla Giornata Tortora. La legge, dopo essere stata palleggiata in commissione giustizia tra un rinvio e un altro, è arrivata in aula senza nemmeno il relatore e senza esame degli emendamenti. A difenderla, pur essendo un provvedimento dell’opposizione, è stato il deputato forzista Costa. Il quale ha ricordato in aula come dal 1992 allo scorso anno siano stati oltre 30 mila gli imputati che hanno ottenuto dallo Stato un risarcimento, per una spesa totale di un miliardo di euro. Senza contare coloro che hanno rinunciato a rivalersi sulle casse dello Stato. A fronte di tanti innocenti che mai sarebbe dovuti finire in un’aula giudiziaria, ci sono state poche, pochissime condanne di magistrati per negligenza. Su 5 mila e 900 cittadini risarciti per errori giudiziari dal 2017 al 2024, appena 89 azioni disciplinari e solo 9 condanne.
Infuriato Faraone: «Dalla maggioranza un vero e proprio cambio merce sulla pelle delle persone. Le vittime di errori giudiziari sono stati sacrificati da Meloni sull’altare di un provvedimento sulla giustizia pasticciato».
Protesta anche Gaia Tortora, giornalista e figlia dell’inventore di Portobello e di tanto altro: «La maggioranza alla fine come il Pd. Poi mi spiegate che cosa di pericoloso potrebbe avere questa giornata per l’Anm. Anzi no. Non ci spiegate nulla. Sarebbe chiacchiericcio».