Avvenire, 18 aprile 2025
Macron, primo passo verso Haiti: si indagherà sul passato coloniale
Ci sarà riparazione per il “doppio debito” palesemente ingiusto inflitto 200 anni fa dalla Francia ad Haiti? Ieri, come Avvenire aveva anticipato domenica scorsa, la questione che avvelena le relazioni bilaterali è tornata sulla ribalta, in occasione proprio del bicentenario del decreto regio firmato dall’ultimo monarca francese del ramo borbonico, Carlo X, all’epoca della Restaurazione post-napoleonica. Si tratta del documento – mostrato in giornata al pubblico, presso gli Archivi nazionali a nord di Parigi – con cui il regime monarchico impose ad Haiti uno schiacciante debito, sotto la minaccia di un blocco navale contro il piccolo Stato caraibico divenuto la prima “Repubblica nera” della storia, con largo anticipo rispetto alle altre.
Il cosiddetto “doppio debito” rappresenta una «forma d’ingiustizia iniziale» verso Haiti, ha ammesso ieri il presidente Emmanuel Macron, durante una giornata in cui le diplomazie haitiana e francese hanno cercato a Parigi di volgere pragmaticamente lo sguardo pure verso il futuro. E questo, riconsiderando proprio il peso di quell’ingiustizia flagrante vista da molti, non solo ad Haiti, come una palla al piede capace d’inchiodare tante prospettive di sviluppo. Fino a un presente segnato da violenza estrema, disordini a raffica e crisi umanitarie spaventose, nel piccolo Stato rimasto il più povero delle Americhe e d’Occidente. Per il momento, la questione scottante di una riparazione o «restituzione», rivendicata da decenni ad Haiti, non era ieri ancora all’ordine del giorno. Ma Macron ha annunciato un apparente passo in avanti: l’istituzione di una commissione franco-haitiana di storici per studiare in dettaglio il caso e consegnare raccomandazioni ai due governi. Un metodo adottato da Parigi pure a proposito delle brucianti
controversie sul ruolo francese durante il genocidio in Ruanda. In linea di massima, Macron ha riconosciuto che l’indennizzo di 150 milioni di franchi (l’equivalente di 560 milioni di dollari attuali) imposto da Carlo X all’isola di Hispaniola in cambio del riconoscimento dell’indipendenza, di fatto, «metteva un prezzo sulla libertà di una giovane nazione, che era confrontata, fin dalla sua costituzione, alla forza ingiusta della storia». Ma più che tornare sulle vicende di 200 anni fa, gli storici della commissione dovranno analizzare «l’impatto» di quell’indebitamento nella storia haitiana. Per oltre un secolo – questo è il motivo per cui si parla di “doppio debito” – le banche francesi finite al centro dell’operazione imposero tassi d’interesse esorbitanti, reclamando rate fino agli anni Cinquanta. Secondo gli esperti, gran parte di quei proventi fu utilizzata per costruire la Tour Eiffel. Per il presidente francese, una volta approfondita in dettaglio la «verità storica», si potrà costruire una «relazione rinnovata» fra i due Paesi. Parole che accrescono ora più che mai l’attesa dei vertici di Haiti, dopo decenni di rivendicazioni rimaste lettera morta.