Avvenire, 18 aprile 2025
Voci straniere come audioguide nei musei
Se, da sempre, la cultura ha più voci, ora anche Palazzo Moroni e Villa e Collezione Panza parlano “A più voci”. I due beni del Fai, uno a Bergamo e l’altro a Varese, sono stati oggetto dell’iniziativa “A più voci”, un progetto sostenuto da Fondazione Cariplo e realizzato da Associazione Amici del Fai, Fai – Fondo per l’Ambiente Italiano e Fondazione Ibva, volto ad avvicinare i nuovi cittadini e i cittadini del domani, stranieri che vivono in Italia, alla conoscenza e alla fruizione dei beni storici, culturali, paesaggistici e naturalistici italiani.
Per favorire l’incontro e il dialogo tra le culture, alcuni studenti di origine straniera della scuola “Italiano per Tutti” hanno approfondito la conoscenza dei due beni del Fai e hanno tradotto le schede museali e registrato audioguide in formato podcast nella loro lingua madre. Le audioguide, disponibili sui siti internet dei due musei, sono state tradotte in arabo, cinese e spagnolo. La storia di Palazzo Moroni è stata tradotta, inoltre, in ucraino e turco, mentre quella di Villa Panza si trova anche in russo e persiano. Questo progetto supera barriere non solo linguistiche: l’editing facilitato degli audio garantisce infatti la fruizione museale anche a persone cieche e ipovedenti, in un’ottica di piena accessibilità.
“A più voci” nasce con lo scopo di avvicinare all’arte e ai musei i cittadini di origine straniera, che spesso non sono abituati a frequentare i beni del patrimonio artistico italiano per mancanza di supporti adatti. Attraverso la cultura, è stato possibile far dialogare persone di diversa origine, in una conoscenza reciproca che ha permesso di superare pregiudizi e incomprensioni. Così facendo, tutti si sono sentiti accolti, rappresentati e parte attiva della comunità.
Lo testimonia Oksana, arrivata in Italia due anni fa dall’Ucraina insieme ai suoi due figli. «Abbiamo utilizzato la forza della nostra voce per dare vita alla storia, all’architettura, alla bellezza dell’Italia» spiega mentre registra in ucraino la storia di
Palazzo Moroni. «Noi parliamo tante lingue diverse – continua – però in questo progetto possiamo dare quelle emozioni che arrivano sempre dallo stesso punto, dal cuore».
Anastasia invece è venuta qui dalla Russia per studiare Digital Marketing, ma è anche molto appassionata di cultura, arte e moda. «In ogni Paese c’è un patrimonio culturale ed è importante conoscerlo perché così puoi studiare la cultura di quel Paese e avere una visione diversa dalla tua» dice.
Eren invece è turco. È venuto qui per frequentare un corso di laurea magistrale in Fashion Design e da tre anni e mezzo lavora come stylist. «Mi fa piacere partecipare a questo progetto – spiega – perché quando parlo nella mia lingua madre porto qualcosa di mio, che arriva da dentro, dalle mie storie, da dove vengo io. Per me il patrimonio culturale è mescolare da dove vieni e dove vai, per capire cos’è importante nella tua vita, perché ognuno è diverso».
L’iniziativa è ben riuscita. Lo testimoniano non solo l’entusiasmo dei partecipanti ma anche le parole di Alice Forni, presidente dell’Associazione Amici del Fai: «Questo progetto è molto importante per noi e lo è ancora di più aver coinvolto questi studenti di origine straniera, anche perché saranno loro i cittadini di domani. Abbiamo fatto fare questa formazione così intensa per loro, visitando i luoghi, studiando le schede storiche e parlando con le guide, per cercare di trasmettere loro il valore, da un lato, dell’importanza del patrimonio culturale e, dall’altro, della memoria».