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 2025  aprile 17 Giovedì calendario

L’ingegnera di Lamborghini che fa «dialogare» guidatore e supercar: «Da bambina giocavo con le macchinine, una nostra auto non posso permettermela»

Caterina Capraro, classe 1982, da bambina giocava con le macchinine. Oggi è ingegnera in Automobili Lamborghini. È sposata e ha una bimba di sei anni. «Lei, però, gioca con gli unicorni», scherza. Capraro si occupa della progettazione dell’Infotainment, dopo avere lavorato per anni sulla Human Machine Interface, ovvero «tutto ciò che permette al conducente di interagire con la vettura. Dai pulsanti ai comandi vocali fino alla connettività con i dispositivi mobili». Ruolo preciso: simultaneous engineering team leader Infotainment HMI & displays for supersport cars.
Da quanto tempo lavora in Lamborghini?
«Dieci anni. Sono laureata in Ingegneria delle telecomunicazioni, il ramo dell’ingegneria dell’informazione che collega l’elettronica alla trasmissione dei dati».
L’intelligenza artificiale ne è un’evoluzione?
«Sì. Anche se, quando studiavo, le innovazioni attuali erano quasi inimmaginabili. Ho dedicato la mia tesi di laurea a un decodificatore per WiMax e digitale terrestre. All’epoca pensavamo sarebbe stata la tecnologia del futuro che avrebbe permesso a tutti di possedere una connessione wireless. Invece è stata accantonata e, in un battibaleno, siamo passati alla rete 5G».
 Come è approdata in Lamborghini?
«Con un lungo giro. Ho lavorato nei settori elettrodomestici, wellness e biomedicale. Ho seguito un progetto per realizzare radiocollari Gps per cani da caccia. Prima di essere assunta alla Casa del Toro, sono stata in Maserati dove ho collaborato al progetto “Giorgio”, che avrebbe dovuto rilanciare lo storico marchio Alfa Romeo».
Come sono stati questi anni in Lamborghini?
«Entusiasmanti. Inizialmente lavoravo sull’interfaccia uomo-macchina solo dal lato meccatronico. Poi ho iniziato a seguire i display. Da oltre un anno mi occupo dell’infotainment. Coniugando informazione e intrattenimento, l’esperienza di guida è stata completamente rivoluzionata».
In che modo Lamborghini ha fatto da apripista?
«Siamo stati innovatori in più ambiti. Per esempio, nel 2020 tramite una partnership con Amazon Alexa, la Huracán è stata la prima vettura a introdurre il natural understanding: la comprensione del linguaggio umano da parte della macchina tramite interazione vocale. Oggi non esiste un’auto di nuova immatricolazione, anche non di lusso, che non abbia a bordo un livello minimo di assistenza vocale a cui chiedere, a mani libere, di riprodurre una determinata canzone o controllare in tempo reale lo stato della vettura. Dal 2023 la Revuelto è la prima Lamborghini ibrida plug-in: può essere caricata collegandola a una fonte esterna di energia elettrica o mediante la modalità “recharge” tramite il motore termico. Con la funzione “swipe” abbiamo esportato su una vettura qualcosa che esisteva solo su computer e telefoni: la possibilità di trascinare con due dita un contenuto da un display a un altro e permettere anche al passeggero di vivere le stesse informazioni ed emozioni del pilota».
A quale innovazione sta lavorando?
«A nuove evoluzioni dell’esperienza di guida. Le ultime sono installate sulla Temerario, appena lanciata sul mercato. Con il “drift-mode”, che aiuta il pilota a controllare il sovrasterzo tramite comandi al volante e la Telemetria, è l’auto più avanzata della nostra storia».
Oggi gli operai che producono auto non se le possono permettere. Vale ancora di più per i 2.900 dipendenti Lamborghini...
«È così, anche per noi ingegneri. Le Lamborghini costano come un appartamento. Lavoriamo, però, in un ambiente stimolante, in cui esiste spazio per crescere e puntare su nuove idee. E c’è la serenità per firmare ottimi contratti integrativi. Con l’ultimo, in produzione stiamo sperimentando la settimana corta due settimane su tre, mentre negli uffici la crescente flessibilità permette avanzate forme di conciliazione vita-lavoro».
Ha lavorato anche in Stellantis ed è delegata sindacale. Come si vive in Lamborghini la crisi dell’automotive?
«Con apprensione. Per ora non siamo toccati, ma il mercato è in sofferenza».
Che cosa servirebbe?
«Dal punto di vista sindacale, il contratto nazionale. E che sindacato e Federmeccanica remino nella stessa direzione per mettere il lavoro al centro. Da quello industriale, che si prosegua con ricerca e innovazione per anticipare nuove tendenze, senza inseguire ciò che già esiste altrove. La concorrenza della Cina è sfrenata».
Siete pronti per l’elettrico?
«Nel 2029 verrà lanciata la prima Lamborghini elettrica. Per le supersport car, la sfida sarà trovare nuovi modi di emozionare i clienti affezionati al rombo del motore».